>>Masstang – “Visioni” – recensione cover

Il cavallo: animale meraviglioso dotato di grazia e intelligenza. La prima immagine che balza alla mente se si vuole pensare a libertà. Simbolo, divenuto nell’immaginario collettivo, di associazione a forza, velocità e potenza. I Masstang hanno proprio voluto omaggiare questo significato per la copertina del disco di esordio “Visioni”. La parola Masstang ricorda la sonorità di Mustang: la razza di cavalli dell’America nord-occidentale; luogo più conosciuto con il nome di Far-West. La ricerca mirata di questo esatto esemplare equino evidenzia i termini per i quali questi cavalli sono famosi, ossia per la particolare resistenza, la grazia, la velocità e l’indipendenza. Mustang è infatti il nome nella nota casa automobilistica, che, insieme a Ferrari e Porsche portano alto il pregio (e la ricchezza) di questo animale.

La scelta estetica del cavallo per la cover dei Masstang rappresentato in modo futuristico, è stata decisa per meglio trasmettere a livello visivo il concetto di modernità, collegato alla figura selvaggia e rampante dell’animale nella suo stato naturale. Questo destriero modernizzato, asettico e metallico è un’opera grafica dell’artista polacco Mat Szulik, che rappresentava una serie di animali realizzati in grafica 3D con uno stile molto particolare e, tra questi, spuntava anche la testa di questo cavallo.

La band è stata subito rapita da questa figura tanto da chiederne il consenso per l’utilizzo sul loro album. Le forme geometriche che compongono il corpo somigliano a un puzzle dell’artista Rabarama. Una costruzione architettonica che compone un purosangue: due mondi agli antipodi che si incontrano al fine di incrociarsi per una comunicazione al di là dei soliti canoni. Uscire dagli stereotipi artistici grazie alla musica che tutto può unire. Combinare quel sapore urbano delle metropoli che si ascolta nelle canzoni con le lande desolate scaldate dal sole. I fili del treno, le carrozzerie fredde dei mezzi di trasporto creati dall’uomo, assieme all’animale che li ha preceduti prima di tutti. Binari chilometrici statici e pesanti, contro zoccoli le cui orme morbide si affievoliscono sotto il vento diventando invisibili e leggere. Nell’associazione simbolica, il cavallo è portatore sia di morte che di vita, legato al fuoco (distruttore e trionfatore, si pensi ai cavalli dell’apocalisse) e all’acqua (fonte di vita, specialmente se di colore bianco) che nutre o annega. Un concetto universale insomma che porta con sè anche il verbo di impetuosità e superamento di qualsiasi barriera. Il primo piano di questo cavallo dà esattamente l’impressione che possa fuoriuscire dalla foto, come se stesse proprio correndo per saltare fuori dall’ostacolo formato dai margini ed entrare nel mondo reale; coinvolgendo ulteriormente l’ascoltatore ad essere rapito dalla propulsione dei beats e dalla melodia trascinante della band.
di Sara “Shifter” Pellucchi(https://www.facebook.com/shiftersara?fref=mentions)

link alla fonte:

http://www.artovercovers.com/2017/06/23/visioni-masstang/