>>Marco Germani si racconta a System failure
N.D.E. è il secondo album solista di Marco Germani, chitarrista, autore e insegnante di chitarra di Vigevano (PV). N.D.E. è l’acronimo per “Near Death Experience”, che significa “esperienza di pre-morte”, un’espressione che nel concept-album assume diverse sfaccettature metaforiche. System failure lo ha intervistato…
1)Benvenuto su System Failure. Puoi raccontare la tua storia fino a qui, tutto il tuo percorso artistico?
Ho iniziato a suonare chitarra classica all’età di 9 anni, all’inizio non volevo perché mi interessavano di più lo sport e i computer, ma il mio Maestro seppe come appassionarmi: era solito organizzare concerti di chitarra dell’800 nei cortili della mia città, a un certo punto scelse me ed un mio amico per farci aprire alcuni di questi concerti. La cosa mi terrorizzava e mi esaltava al tempo stesso, mi sentivo importante e ammirato. Da quel momento non ho mai smesso di esibirmi dal vivo, il live è diventato la mia “droga”… Quando c’è la possibilità di suonare, una strada, un palco, un matrimonio, un club diventano “sacri”. Quando guardo gli altri esibirsi osservo ogni cosa e tutti i giorni spero in un grande palco e tanta gente, per fare esperienze sempre nuove.
2)Puoi parlarci del tuo background musicale? Quali sono le band che ti hanno spinto a fare musica?
I miei amici dicono che non ho gusto: ascolto qualsiasi cosa, prediligo il progressive, l’industrial, il blues, il rock, il funk, il pop americano, ma ascolto volentieri anche musica elettronica e etnica, ogni genere ha qualcosa da insegnarmi. La musica è un linguaggio, per comunicare con tutti devi conoscere tante lingue diverse. Tra le mie band preferite direi: Metallica, Extreme, Dream Theater, Toto, Nine Inch Nails, Guns n’ Roses, Queen, Pink Floyd, Beatles, Muse, Thirty Seconds to Mars, Foo Fighters, Nirvana, Skunk Anansie, Prodigy… Potrei continuare all’infinito, scopro band straordinarie soprattutto attraverso gli amici e chi suona, non smetterei mai di ascoltare. Come artisti singoli Peter Gabriel, Trent Reznor, Michael Jackson, Madonna, Prince, David Bowie, Steve Vai, Satriani: hanno tutti fatto qualcosa di particolare e non si sono mai ripetuti.
3)Come è stato registrare Near Death Experience? Ci parli anche delle sue sonorità?
È un progetto particolare che utilizza principalmente la tecnologia, poiché, a parte gli interventi degli ospiti, chitarre e bassi che sono registrati in maniera convenzionale, tutte le altre parti, come le batterie rock e metal, sono state realizzate in modo virtuale con software e librerie che simulano strumenti. Volevo provare a duplicarmi e la tecnologia moderna mi ha aiutato! La prima parte dell’album è più metal, la seconda più sperimentale ed elettronica. Non mi pongo molti limiti, faccio in modo che i suoni mi guidino, in qualsiasi caso volevo ottenere qualcosa di “onirico” e spero di esserci riuscito.
4)Quale è la canzone di questo album di cui vai proprio fiero?
Non c’è un brano che mi rappresenta più di un altro, tutti sono stati complessi da realizzare, ma gli ospiti mi hanno aiutato moltissimo. Se devo fare una scelta, direi che Sindrome di Morte Apparente potrebbe essere il brano più radiofonico e anche Disguised Sleep, grazie al genio di Alessandra, ha preso una forma molto commerciale… ma sono tutti figli che amo e non voglio fare preferenze.
5)Perchè tanti voci differenti in questo disco? E poi, perché tanti generi musicali tutti insieme? Hai trovato difficoltà a fondere tante influenze musicali?
Ho la fortuna di lavorare con cantanti e autori molto bravi, la voce è uno strumento unico e a oggi non sintetizzabile, in genere le persone che coinvolgo sono legate alla nostra etichetta o a esperienze di cover band, i cantanti mi aiutano molto a dare una forma più commerciale alla canzone: Facin’ Death, Stupid Bitch e Megaera in origine erano strumentali, non avevo pensato ad un cantato, poi Dario (per la prima) e Laura (per le altre due) hanno saputo trasformarle in canzoni più adatte al grande pubblico, dandogli una forma più gradevole e direi “radiofonica”. Questa è una capacità che io non possiedo, sono più bravo a comporre, mentre i cantautori sono molto bravi a far immedesimare il pubblico. La fusione delle due mentalità a mio giudizio crea qualcosa di simile a una soundtrack. Ti ringrazio per aver notato questa varietà all’interno del mio album, lo considero un complimento! Tuttavia per me l’opera è un tutt’uno, in quanto frutto della mia esperienza, cultura e sperimentazione, mi piace definirla musica elettronica perché fatta principalmente con un computer e poi assume diverse sfumature. Non credo sia così importante definire un genere, alla gente non importa più, ci siamo evoluti e ascoltiamo come mangiamo: quello che ci pare, in base al nostro umore.
6)Riesci a bilanciare bene la tua carriera musicale con l’attività che svolgi per After Life Music Dimension, tua etichetta indipendente?
Sono tempi durissimi per i musicisti, in particolare in un paese come il nostro in cui il vero talento non è né riconosciuto né premiato, oggi si insegue la fama nell’illusione di diventare ricchi, una volta si suonava per il gusto di far sentire le propria musica e le proprie idee. I talent sono la rovina del nostro mondo, si giudica un artista che canta mezza cover di un altro, questo è un gioco al massacro che abitua il pubblico a essere carnefice. Stanno sparendo i veri “fans” e la gente mentre suoni si distrae con lo smartphone, stiamo perdendo contatto con la realtà e le major lavorano solo con artisti che fanno i pienoni ai live non potendo più contare sulle vendite dei dischi…Insegno molto e suono parecchio in giro con le mie cover band, non essendo famosi è difficilissimo proporsi ad agenzie e locali, proprio perché il pubblico spesso non arriva. La musica è un investimento infinito: costa studiare, costa l’attrezzatura, costa promuoversi, costa registrare, costa spostarsi. Per assurdo solo chi ha un altro lavoro riesce a investire, chi campa di musica campa molto male. Non ho vergogna a dirlo, questa è la mia situazione e credo sia anche quella dell’80% dei musicisti che conosco. È demotivante, non perché vorresti essere qualcuno, ma perché vorresti fare di più e meglio, la musica è sperimentazione e un nuovo pedalino o una nuova libreria sono molto importati per il nostro mestiere, anche fare un videoclip o un servizio fotografico, perché ti permettono di giocare con te stesso e con la tua immagine. Il nostro Stato non dà fondi e le società per i diritti d’autore sono dei “nemici”, è tutto sbagliato, ma io sono fiducioso che qualcosa a breve cambierà. Bisogna tenere duro e crederci, questa è la SINDROME DI MORTE APPARENTE, alla fine ci risveglieremo e scopriremo di aver fatto un brutto sogno…
7)Il tema di questo album è sicuramente il viaggio. Prova a commentare questa mia frase…
L’essere umano deve viaggiare e colonizzare, è stato concepito per questo. Abbiamo finito il mondo ora dobbiamo cominciare con lo spazio, poi verranno le dimensioni, la musica aiuta a viaggiare ed è come una droga senza effetti negativi, ma solo positivi, io non riesco ad allenarmi se non mi pianto nella testa un album, non riesco a guidare senza, mi blocco in un centro commerciale quando sento una canzone che conosco, la mia testa è da un’altra parte quando suono, compongo e ascolto, anche quando guardo un film o gioco a un videogame. Non esiste solo quello che percepiamo, esiste altro, ma dobbiamo riscoprirlo, ricominciare da capo…
8)Ti hanno mai proposto di scrivere una colonna sonora?
Sarebbe il sogno di una vita, adoro il cinema, in particolare quello sci-fi e anni ’80, quindi mi permetterebbe di coniugare queste grandi passioni. Purtroppo è molto difficile entrare in quel “giro” perché è fatto da editori e hanno già i loro compositori di fiducia, io lo farei pure gratis, anche per un corto o un documentario, è un’esperienza che voglio fare, anzi ne approfitterei per lanciare un appello: se c’è qualche giovane registra che è interessato anche solo per pubblicare su YouTube, io ci sto! Non ho problemi ad adattarmi e ho i mezzi per fare qualcosa di interessante, se fosse qualcosa di strano, onirico e un pochino inquietante meglio, basta contattarmi via FB o mail [email protected]
9)Ci sono altri progetti in cantiere?
Tantissimi, ora sono tornato al mio mondo cover con i Penthouse Brothers (colonne sonore film anni ’80), Gruppo di Rubik (Pop, Dance anni ’80), N.S.K. (Blues and Rock) e un paio di novità rock con voci femminili e maschili. Punto ad arrivare all’estate con qualcosa di inedito molto crudo e chitarristico, da band grezza… il contrario di N.D.E.! Giusto perché sono fatto così, mi piace sperimentare sempre.
10)Per finire la parola a te…un appello per eventuali nuovi fans….
Fate della musica la vostra vita, io non sono nessuno, ma sono un nessuno che fa il lavoro più bello del mondo, se ci sono riuscito io, lo potete fare anche voi e meglio di me. Perciò ascoltate tanto, di tutto, e poi suonate la vostra musica senza la paura di essere giudicati!
Grazie Felice per lo spazio che mi ha dato e per il vostro lavoro, è molto importante per la nostra comunità informare e voi lo fate bene e con passione!