MAGIC JUKE BOX – CRAZY TRIP

Ci troviamo davanti a dei veterani della storia sommersa del Punk Italiano, già celebrati in varie pubblicazioni come esponenti importanti del genere nella nostra penisola, ma questo ‘CRAZY TRIP’ sembra essere il primo album in studio – anche se con produzione DIY che viene distribuito digitalmente dalla Cia-or Records.

La formazione: Il pezzo di storia Pietro M rock Zanetti, già militante in svariate band del Veneto, Steve al basso e Miss VV alla voce. La produzione DYI si sente tutta e ci sta tutta come il genere rozzo e maleducato richiede. Una maggiore pulizia non avrebbe veicolato le emozioni e le atmosfere efficacemente. Sicuramente ci accorgiamo che dal vivo devono essere delle “bestie”!!

Ne emerge comunque che la sezione ritmica sia molto precisa. L’uso consapevole delle batterie elettroniche a volte indistinguibili da un set reale é una scelta stilistica data da alcune influenze come i nostri CCCP o The Sister of Mercy. Grande lavoro delle chitarre che mostrano una varietà di suoni vintage ben ricostruiti, belli e corposi, piazzamento stereo che simula la situazione live e solismo scarno e crudo che precede lo stage dive… La precisione non c’é, non é richiesta, VOGLIAMO PIU SPORCO!! E più sporco ce lo da Miss VV, una presenza grintosa e peccaminosa con un range notevole di timbrica ed espressività perfetta per il punk. Numerose anche le collaborazioni con altri artisti storici ed importanti del genere come Sal Rinella (VIBORAS) – Bruno Zocca (Pacino, Criminal Tango, Aldo Tagliapietra) Roberto Bussato (Hermanos).

Le influenze dichiarate menzionano The Damned, The Cramps, Siouxie and the Banshees, The Sonic…ed abbiamo il quadro chiaro, tuttavia anche se la produzione DIY e il genere é ‘sgranato’ non é detto che non ci sia cura in questo prodotto. Infatti ogni traccia si apre con un piccolo intro, che può essere un suono particolare, un effetto, una parte recitata da Miss VV & CO. E poi molti brani hanno una loro particolarità / singolarità nell’arrangiamento che ci da una gradevole varietà di sottogeneri, ritmi e atmosfere vediamone un po’: -1 NO MERCY: una mazzata di opener! – 2 ELECTRIC STORM: ha delle voci campionate che ricordano i Sigue Sigue Sputnik (Happy incident di Giorgio Moroder che produsse una band punk elettronico negli anni 80) ed é un bel treno ritmico! -3 – REBEL ROCK : Pezzo con sequenza I – IV – V – IV tipo Twist n shout…Guantamena …La Bamba… citata un po’ piu chiaramente nel solo finale di organo – E’ una formula da trascinamento che funziona sempre -4 – ANIMAL DESIRE: Bello il synth analogico sull’intro, bello il video che ci fa vedere il trio in azione…il carisma lascivo di Miss VV é ben visibile ed intuibile dal testo e dalla musica. Seducente. -5 –BLACK ROCK’n’ROLL; Ricorda ‘I’m the wild one’ di Jerry Lee Lewis nel Chorus e non é l’unico pezzo rock’n’roll dell’album, infatti abbiamo anche THE BLACK CAT che ha proprio il piano rockabilly come giusto corredo. -6 – Particolare e originale é GHOST RIDER Intro orchestrale e percussioni woo-doo sparse per tutto il brano. Un’atmosfera unica, ritmo più rilassato e rituale… -7 – TAINTED LOVE: Cover strafamosa e abusata di Soft Cell, ma rivista bene in chiave swing senza assomigliare troppo agli Stray Cats. La voce di Miss VV si spiega in una inaspettata e avvolgente sensualità – la vedrete con occhi diversi dopo questo brano. 9 – SIN: ci fa capire quanto sia stato influente un certo tipo di sound che negli anni 90 influenzó già alcuni brani di ‘Appetite for Destruction’ dei Guns and Roses e qui siamo sulla stessa scia rock-punk, ma zozzo…come piace a noi… ma verso la fine ci sorprende il ritornello delle voci robotiche inaspettate ma ben inserite nel pezzo. HUNTED HOUSE, ASHES, ZOMBIELAND la vedrei come una non dichiarata trilogia psycobilly aperta dall’intro recitato stile film horror anni 60, e cosi proseguono i testi…per poi concludere con Zombieland che invece ha una tematica piu intimista, riflessiva su uno stato d’animo. Mazzate finali con THE QUEEN, PRESENCE e la strumentale THE DEVIL designata per il pogo selvaggio di fine concerto, spaccamento strumenti, incendio del palco…etc…

Non é un disco per principianti. Pelo sullo stomaco e conoscenza della sottocultura Punk italiana e straniera sono fondamentali per gradirne le sfumature, le citazioni, la protesta e le emozioni. A volte il punk é una caricatura disegnata male su un muro di città. Un’espressione immediata di quello che senti e quello che vivi. Un segnale chiaro che c’é qualcos’altro che ha vita propria, pronta ad accoglierti se vuoi ascoltare – e ti darà il meglio di quello che ha o che gli é concesso di avere o che si é riuscito a prendere… Se vi aspettate i Green Day o gli Offspring…andate da un’altra parte…

a cura di RikiAbi