>>Junkfood + Enrico Gabrielli: “Italian Masters” per Cinedelic Records

JUNKFOOD + ENRICO GABRIELLI: è uscito “Italian Masters” In un momento così stagnante e sconfortante per il paese è tempo di un’iniziativa che fa bene al cuore e alle orecchie.

Cinedelic Records riunisce in un unico vinile i tre volumi dedicati a Umiliani, Trovajoli e Morricone. Musiche d’orchestra rimodellate secondo uno schema più moderno senza intaccare la profonda identità dei brani originali.

Italian Masters di Junkfood ed Enrico Gabrielli, un unico vinile pubblicato da Cinedelic che riunisce i tre volumi dedicati a Piero Umiliani, Armando Trovajoli (questi due volumi già diffusi in precedenza dalla band) ed Ennio Morricone (volume ancora inedito). 

La volontà degli artisti di affrontare i tre grandi compositori italiani inizia nel 2014 al festival HalloBigallo dedicato proprio a Piero Umiliani in cui Gabrielli e i vari membri dei Junkfood vengono invitati ad esibirsi con riletture in chiave personale di alcuni brani del Maestro. Decidono così di unire le forze e presentare tre brani in quintetto ma a causa di problemi personali Gabrielli dà forfait.

L’idea di collaborare comunque rimane sempre viva così nel 2015 gli artisti si incontrano al Vacuum Studio di Bruno Germano a Bologna ed incidono il primo episodio su nastro analogico con il risultato di un riarrangiamento sensibile che non cambia l’identità delle musiche di Umiliani. Il mondo della musica alternativa italiana si incontra quindi con il mondo degli amanti di film e colonne sonore, al punto che Cinedelic Records (etichetta specializzata in edizioni in vinile di colonne sonore italiane) chiede ai cinque di fare un LP.

A distanza di un anno arrivano il secondo e terzo episodio di “Italian Masters” rispettivamente dedicati a Trovajoli (indimenticabile autore dell’età dell’oro del cinema italiano) e Morricone (Premio Oscar per “The Hateful Eight” di Quentin Tarantino). Nel secondo capitolo il lavoro diventa un po’ più radicale ed audace, infatti viene affrontato in chiave rock sperimentale, elettronica, avant e noise senza tradire però il lirismo dell’autore. L’ultimo capitolo è dato da un lavoro personale e compatto che ha dovuto rimodellare rispettosamente temi e arrangiamenti in modo che si potessero adattare meglio alla natura del quintetto. Il risultato finale è un progetto autonomo e coerente con un sound che si differenzia positivamente dall’originale e dalle musiche degli interpreti. Un diamante che regge il confronto con i compositori e unisce classicità e underground italiani.