Jack Brain – The seeker

Quello di Jack Brain è un progetto musicale molto interessante da seguire per i tanti generi musicali che questo artista riesce a fondere. Nella sua musica troviamo assieme grunge, alternative metal, post punk, gothic rock, industrial. Ascoltando la sua musica le band alle quali pensiamo sono diverse: The Cure, Alice in chains, Nirvana, Audioslave, Foo fighters. Il suo album dal titolo “The seeker” è manifesto del talento, della bravura di questo artista. System failure ha ascoltato questo album e quelle che seguono sono le nostre considerazioni a riguardo.

L’ottima “Relive” ci offre sonorità che possiamo benissimo trovare nei The Cure di qualche decennio fa, sonorità gothic/post punk usate per creare un sound alquanto grunge, un sound tanto dirty e ammaliante. Stupendi i refrain che troviamo verso la fine del pezzo, refrain che ci fanno pensare, insieme al cantato, ad alcuni Nirvana. Sonorità simili a quelle di “Relive” le troviamo anche nella successiva “Roger rabbit”. Qui, come nella canzone precedente, il pensiero va anche agli Alice in chains più dirty.

Agli Alice in chains pensiamo anche ascoltando la title-track “The seeker”. Fantastiche le distorsioni in questa canzone. Parlando di distorsioni, “Out of the box” incomincia con sonorità davvero “sporche”, al limite con il noise. Il muro sonoro di questa canzone è prodigioso: non fa passare niente. Uno dei migliori pezzi della serie per la sua straordinaria potenza sonora.

In “Higher” spunta di nuovo tanto post punk/gothic rock dopo i muri sonori della canzone precedente e qui il pensiero va ad alcuni The Cure. Per alcuni passaggi pensiamo pure ai Foo Fitghters. È la più orecchiabile tra quelle citate fino ad adesso. In “The frame” ancora tanta durezza sonora, perché, bisogna far presente che Jack Brain ha un’anima essenzialmente grunge aperta a diverse contaminazioni.

Infatti, in “Dissolute guy” troviamo un beat preso in prestito al trip hop sempre in chiave grunge. In quest’ultima canzone è splendido il contrasto fra alcuni riff duri e alcune sonorità “acide”. Quest’ultima è la migliore canzone del disco a nostro giudizio: complessa, stratificata, canzone nella quale non mancano sonorità electro che mandano il nostro pensiero anche ai Nine inch Nails o cose simili. “Zen” sembra un completamento/approfondimento della canzone precedente. Strepitose anche qui le distorsioni. Il cantato si mantiene quasi sempre uguale ed è uno dei tratti distintivi della musica di Jack Brain. “Oroboro” chiude il tutto con il suo esordio noise al quale seguono sonorità dure e taglienti e ancora un beat trip hop. Poi arrivano distorsioni davvero pesanti che sembrano più stoner che grunge.

Insomma, un prodotto musicale terribilmente degno di nota quello di Jack Brain. “The seeker” è un album per chi ha amato ed ama ancora le sonorità grunge. Non solo. Come detto sopra, scorgiamo anche tanto altro ed è quel “tanto altro” che rende interessante ed irresistibile il progetto. Jack Brain con “Dissolute guy” ci mostra cosa dovrebbe diventare il grunge oggi: l’ibrido beat trip hop, sonorità electro e sonorità distorte è inesorabile e cala sul nostro capo come spada di Damocle. È quella di “Dissolute guy” la strada da seguire per far diventare il progetto di Jack Brain assolutamente esplosivo. Per ora conferiamo un 80/100 a “The seeker”.