
INTERVISTA a The Kollege
Come vi siete conosciuti? Come si è formata la vostra band?
La nostra storia inizia con me e mio fratello Alessandro, che abbiamo sempre condiviso la passione per la musica. Il nostro amico d’infanzia, Pol, è entrato a far parte del progetto fin dall’inizio. Inizialmente, i The Kollege erano un duo di artisti di strada e abbiamo iniziato a suonare per le strade della Liguria accompagnati da nostra madre nel 2022. L’esperienza è stata così positiva che l’estate successiva l’abbiamo ripetuta, con risultati ancora migliori. A quel punto, abbiamo deciso di creare un progetto più strutturato e completo. Ci mancava solo un bassista e Pol, conoscendo la nostra musica, ha deciso di imparare a suonare il basso. Ci siamo incontrati per jammare e a settembre 2023 abbiamo iniziato a provare insieme una volta a settimana. A maggio 2024 abbiamo fatto la nostra prima esibizione live e quell’estate siamo partiti come artisti di strada per due mesi, con un enorme successo. Ecco come sono nati i The Kollege, un trio nato da un’amicizia, da un forte entusiasmo e da tante risate.
….tre ragazzi adolescenti con un sound nuovo che sa di Rock e Funk…come avete elaborato il vostro sound?
Il nostro sound è il risultato di una forte ispirazione e dell’abitudine di ascoltare i nostri grandi idoli. Ascoltando il nostro album, si possono intuire le nostre influenze senza bisogno di ulteriori spiegazioni. Oltre a questo, c’è stata una vera e propria ossessione per il suono giusto e il migliore possibile, soprattutto per quanto riguarda la chitarra. Abbiamo passato letteralmente ore e ore a lavorare sui suoni, e nell’album si nota molto il risultato di questo lavoro certosino. Ci è voluto un anno di lavoro, ma ne è valsa la pena. A volte, abbiamo lavorato su un singolo suono di rullante per una giornata intera, e onestamente non credevamo di poter ottenere risultati così soddisfacenti.
Come prende forma una vostra canzone?
Una nostra canzone prende forma quando sentiamo l’esigenza di crearla. Di solito, è uno di noi tre a proporre un riff di chitarra, un testo, una linea di basso o un groove, e poi ci lavoriamo insieme. Il processo creativo è sempre spontaneo e naturale, senza forzature. Per questo album in particolare, abbiamo trovato l’ispirazione in una baita di montagna, dove ci siamo isolati per cinque giorni per suonare e scrivere qualcosa di speciale. Chi aveva un’idea prendeva l’iniziativa e gli altri si univano con il loro contributo, seguendo l’ispirazione del momento. Al ritorno a casa avevamo l’album pronto.
Quale è il tessuto connettivo che unisce le vostre canzoni?
Il tessuto connettivo che unisce tutte le nostre canzoni è la spensieratezza, la sperimentazione, il divertimento e la sensibilità. Quest’ultima non si limita solo alle parole, ma si estende anche agli strumenti. Il titolo dell’album riflette proprio questa sensibilità. Ascoltando i vari pezzi, si ha l’impressione di ammirare un mosaico, dove ogni tessera è diversa ma contribuisce a creare un’immagine più grande e coerente. Tutto è legato dal nostro sound innovativo e impegnato, ma soprattutto da forti sentimenti che speriamo possano raggiungere chi ci ascolta. Sentiamo che viviamo in una società che tende ad anestetizzare i sentimenti, rendendoli brevi e superficiali a causa della velocità e della fretta. Con la nostra musica, vogliamo trasmettere emozioni autentiche e profonde.
“Fucking Dream” è il nuovo singolo dei The Kollege. Di cosa parla questa canzone?
Il concept alla base di questo brano nasce dall’esigenza di “risvegliare” chi vive intrappolato in una realtà illusoria, in un “fucking dream” fatto di corruzione, apparenza e culto del denaro. Un sogno finto, ma talmente radicato da diventare una vera e propria dipendenza per chi vi è dentro. Noi, dall’altra parte, scegliamo di combattere questo stato di ignoranza. Lo facciamo attraverso la musica, la consapevolezza, la voglia di migliorarci come persone e l’unione con chi condivide questo percorso. Il brano invita ad aprire gli occhi e a rifiutare l’andamento di una società che si nutre di ignoranza e finzione. Nel testo si afferma: “L’amore sarà la loro più grande paura perché odio sto fottuto sogno”. Una frase che racchiude l’essenza della nostra lotta: contrastiamo l’odio e l’indifferenza con l’amore, con la positività e con la sensibilità, le armi più potenti e destabilizzanti per chi preferisce vivere nell’ombra del cambiamento, dove è più facile non porsi domande e vivere senza pensieri. si sa, nell’ignoranza non c’è preoccupazione. Questo brano è un invito a scegliere la realtà, a guardarsi dentro e a non avere paura di diventare migliori.
“Sensibility”, l’album di debutto dei The Kollege. Potete presentarlo ai nostri lettori?
È un album che va controcorrente, che vuole proporre qualcosa di nuovo e permettere alla nostra generazione di scoprire un diverso tipo di musica che sicuramente può piacere. È sicuramente un disco da scoprire e da non ascoltare in modo superficiale, per capire davvero cosa c’è dietro e poterlo apprezzare in profondità. ‘SENSIBILITY’ è un invito a sentire ogni emozione senza filtri, a cantare forte, a ballare sotto la pioggia e a trovare la bellezza anche nel dolore. Perché, alla fine, l’unica vera rivoluzione è vivere con sensibilità, e noi vogliamo trasmetterlo a tutto il mondo.
Cosa non deve assolutamente mancare ad un vostro concerto?
Energia! Sul palco, dobbiamo dare il massimo. L’arte di strada ci ha insegnato che ogni persona che è davanti a noi per ascoltarci si merita di sentire il meglio che abbiamo da offrire. Per noi, il live è tutto: è la cosa più importante e il motivo per cui facciamo musica.
Un live di cui conservate un ricordo indelebile…
Ricordi indelebili ne abbiamo tanti, soprattutto quelli dei live in strada, ma ce n’è uno che spicca in particolare. È stato durante un concerto recente, quando abbiamo suonato per la prima volta il nostro singolo più emozionante dell’album. Quello che è stato incredibile è stato guardarci negli occhi e renderci conto che avevamo tutti e tre gli occhi lucidi. Ma la cosa più bella è stata vedere il pubblico, emozionato e commosso per una canzone che abbiamo scritto noi. È un ricordo indelebile perché è stato il momento in cui abbiamo capito che quello che vogliamo lasciare e trasmettere al nostro pubblico è possibile. Speriamo che questa emozione arrivi anche attraverso l’ascolto digitale, e noi crediamo fermamente che sarà così.
Quanto sono importanti i socials per una band emergente?
I social sono fondamentali per una band emergente, purtroppo. Le persone scoprono artisti e band su TikTok e Instagram, non su Spotify. Diciamo “purtroppo” perché su questi social va virale un tipo di musica che non sempre rispecchia la nostra visione artistica e perché è più probabile che un video meme stupido diventi virale rispetto a un video più impegnato in cui suoniamo. Da un lato, è una fortuna avere visibilità facilmente, i social sono un mezzo che ti permette di raggiungere chiunque. Dall’altro, sono un grande impegno e possono essere tossici. Preferiremmo dedicarci di più alla musica, ma a volte passiamo pomeriggi a registrare o pensare a idee per creare contenuti.
Cosa c’è nel futuro dei The Kollege?
Il futuro dei The Kollege è luminoso e pieno di positività, indipendentemente dai traguardi raggiunti. Con questo album, abbiamo realizzato il nostro traguardo e progetto più grande e bello finora, ma siamo già proiettati verso il futuro. Siamo certi di continuare a scrivere nuova musica e, soprattutto, a suonare dal vivo, davanti al nostro pubblico. Il nostro obiettivo è continuare a emozionare chi ci segue e a emozionarci noi stessi. Finché riusciremo a farlo con sincerità e passione, saremo sulla strada giusta. Nel futuro, ci attendono sorrisi, duro lavoro, umiltà e la costante ricerca della qualità.