>>Intervista per Corvo
1)Benvenuto su System failure. Raccontaci il tuo percorso artistico…
Beh… tutto è iniziato nel 2012. Era la prima superiore e si sa, a quell’età o ti diversificavi dalla massa o ne facevi parte. Si da il caso che è successo la prima cosa: Primo gruppo, primi avvicinamenti al canto e alla chitarra, scioglimento e cambio gruppo e cambio di genere musicale, insomma… esperienze che mi hanno plasmato fino a diventare ciò che sono ora!
2)Come è nata in te la passione per la musica?
Alle medie ero il tipico ragazzo a cui la musica stava un po’ sulle scatole. Il flauto… insomma, vedere uno strumento come una materia di studio e non come un canale di svago per la propria creatività ed immaginazione. La passione è nata per caso. Sempre nel 2012 quando un mio compaesano mi chiese se volevo formare un gruppo con lui ripresi, casualmente, in mano la chitarra che a sette/otto anni i miei genitori mi avevano regalato e che poi era finita uno scantinato buio e pieno di polvere. Da li mi si è aperto un modo tutto nuovo…
3)Quali sono gli album che più ti hanno segnato?
Ascolto un po’ di tutto e ci sono molti album che al primo ascolto mi hanno preso e non sono più riuscito a smettere di ascoltare. A Kind of Magic e Innuendo dei Queen, i quali sono tutt’ora la mia band preferita se vogliamo parlare dei “Grandi Classici”. Se passiamo per il metal possiamo trovare i System of a Down con Mezmerize e Hypnotyze. Se andiamo invece sul contemporaneo e quindi sull’indie rock e sul pop rock un album che mi è piaciuto un sacco è Wilder Mind dei Mumford & Sons. Per non parlare di Mainstream di Calcutta e La fine dei Vent’anni di Motta, insomma…. Potrei elencarne davvero molti altri…”
4)Ora parliamo di “A pezzi”. Come è nato? E’ stato un “parto” di difficile gestazione?
Allora. A pezzi è nato a caso. O meglio… Mi sono trovato con dei giri di chitarra e dei testi che, uniti insieme, suonavano bene. Sono tutti pezzi nati dall’istinto. Da un’emozione. Arrangiamenti e testi dati dal sentimento del momento e che ho dovuto tramutare in canzone. C’era qualcosa dentro di me che mi spingeva verso la realizzazione di tutto questo.
5)Quale è la tua canzone preferita di “A pezzi”?
Indubbiamente la canzone che mi sta più a cuore e Medusa ed è stata la traccia più sofferta. È stata arrangiata e ri-arrangiata più e più volte per essere alla fine la canzone che è ora. Secondo me è quella che suona più completa. C’è la mia anima e il mio cuore dentro quel pezzo.”
6)Quale è la tua massima aspirazione?
Per il momento sono con i piedi abbastanza per terra. Non sono in cerca del successo. Però se dovesse succedere e la buona sorte dovesse girare per il verso giusto… che ne so… fare un giro al di fuori del Veneto e girare l’Italia non sarebbe male…
7)Hai qualche rimpianto se pensi al passato?
Dal punto di vista musicale no. Alla fine sono tutte esperienze che hanno plasmato il mio essere come sono ora. Non vorrei essere un’altra persona in questo momento, almeno questo è quello che credo…
8)Ci descrivi un tuo concerto?
Per questo progetto non ho ancora fatto concerti, ma dalle mie esperienze passate di concerti non sono uno che sta tranquillo e pacifico a suonare al proprio posto. Mi muovo. Faccio casino. Mi piace fare presenza ed essere uno showman. Insomma, non sono il classico cantautore da salottino.
9)Hai altri progetti in cantiere?
Mmm… si. Suono con altri ben 2 gruppi in contemporanea con questo progetto. Ma mi devo dare una calmata…Non riesco a seguirli decentemente come vorrei. Per fortuna sono generi abbastanza diversi e quindi le cose difficilmente vanno ad assomigliarsi.
10)Per finire, un appello ai lettori di System failure? Perchè ascoltare Corvo?
“Questa è difficile… fatelo e basta! Scherzo… Sappiate che sono sonorità molto simili ai Verdena, ma anche ai cantautori più pop come Calcutta, Motta e Cremonini. Se almeno uno di questi vi piace, probabilmente vi piacerà anche la mia musica (risultato non garantito), oppure se la mia personalità un po’ vi ha incuriosito da questa intervista, mi riterrò più che soddisfatto se andrete ad ascoltare uno dei miei pezzi.