>>Intervista a Marco Germani e Stellerranti per “Welcome To After Life”

1)Ciao, benvenuti su System failure. Come è nata l’idea del video di “Welcome To After Life”

Marco Germani: il video è il primo del mio Concept Album Near Death Experience che parla proprio di esperienza di Pre-Morte: il protagonista si ritrova in una dimensione sconosciuta, disorientato e privo di ricordi, sente voci nella sua testa e vede cose che non capisce, tutto l’album avrà una trasposizione video, ma non volevo qualcosa di “standard”, Elisa Collimedaglia ha realizzato questo video in modo molto “artigianale”, ma racchiude tutte le emozioni e paure che desideravo, rende bene l’idea e si lega perfettamente agli altri già esistenti, un po’ per volta se ne aggiungeranno altri fino ad arrivare alla lunghezza di un’ora, poi mi piacerebbe proiettare l’opera in un locale con giochi di luci, una intro suonata e magari una degustazione di qualcosa di strano.

2)Ci parlate del testo di questa canzone?

Stellerranti: abbiamo preso due testi della tradizione ebraica, uno è Avinu Malkenu e si canta durante il Giorno dell’Espiazione, ricorrenza molto severa in cui si deve scegliere tra la vita e la morte, come si dice succeda nelle esperienze di pre-morte. L’altro testo “Gam ki elech” è un verso del salmo 23, che parla di attraversamento della Valle della Morte, quindi del tutto in tema con il viaggio onirico allucinato di Marco.

3)Perché è stato scelto proprio il tema dell’esperienza di pre-morte tra tanti?

Marco Germani: è una metafora di ciò che osservo spesso da un palcoscenico, la gente non è più attenta a nulla, distratta o persa dentro allo smartphone: tranne alcuni casi, quando suoni ti sembra di essere finito in un’altra dimensione e osservi queste persone attraverso un filtro, che diventa un tetro caleidoscopio ogni qualvolta proponi qualcosa di particolare, spero che questo momento storico passi, altrimenti il nostro lavoro sarà sempre più difficile, quest’opera è per chi invece vuole concentrarsi molto su un ascolto attento.

Stellerranti: “nel mezzo del cammin di nostra vita” decidere di intraprendere una via diversa, più iniziatica, di meditazione e cambiamento. Ci siamo sentiti molto in sintonia.

4)Le Stellerranti sono per la prima volta ospiti di System failure a differenza di Marco Germani. Potete parlarci della vostra band, di come si è formata? Potete parlarci anche del vostro background culturale? Come è nata questa collaborazione con Marco?

Stellerranti: Non siamo propriamente una band, siamo degli sconfinanti, veniamo dalla musica classica e siamo arrivati al klezmer, alla musica etnica e teatrale, opera, musical, colonne sonore del cinema. Ci siamo consciuti a un Tribute su De Andrè, Alla fine ci siamo anche sposati. Pier è pianista, fisarmonicista e polistrumentista, in passato ha fatto anche musica da ballo sulle navi, io ho una voce con imposto lirico, sono molto amante della cultura mitteleuropea, innamorata da sempre di personaggi estremi come Nina Hagen. In passato ho fondato Melodrama con Mauro Sabbione (Litfiba e Matia Bazar) veleggiando tra suoni elettronici e contaminazioni di ogni genere. Con Pier abbiamo ritrovato una dimensione più acustica, ma altrettanto cross over. Ora viviamo in campagna e il nostro progetto di lavoro artistico si è fuso con la ricerca di una vita più naturale, ci definirei musicisti e quasi contadini. Talvolta apriamo anche la nostra casa, un po’ come i salotti di una volta, e facciamo “eco concerti”, ovvero senza amplificazione, prepariamo cibo vegetariano, passeggiamo, raccontiamo storie. Suoniamo spesso, cachet permettendo, con altri musicisti, la violinista Lydia Cevidalli, il contrabbassista Andrea Cassaro e Mauro Sabbione naturalmente. Marco e la sua etichetta sono stati un approdo quasi obbligatorio, After Life è uno spazio raro, dove competenza e capacità imprenditoriale sanno ben mescolarsi con il sogno.

5)C’è bisogno di misticismo e di fede nella società attuale?

Marco Germani: C’è bisogno di credere in qualcosa, purtroppo anche la fede ultimamente viene utilizzata spesso solo dai fanatici e il misticismo è ridicolizzato dai media e dalla scienza, sappiamo ancora troppo poco di ciò che non è visibile o tangibile, sicuramente i nostri avi erano più preparati alla morte, noi invece siamo diventati dei saputelli, ma siamo ciechi e non investiamo più nelle nostre emozioni che fanno da termometro della nostra salute mentale. È più semplice prendere degli psicofarmaci piuttosto che ragionare sul fatto che se siamo insoddisfatti della nostra vita probabilmente dobbiamo cambiarla, magari dedicandoci a qualcosa che ci stimola mentalmente e fisicamente: ad esempio suonare e faticare.

Stellerranti: Di misticismo certo, è una società legata a un apparire sterile. Silenzio interiore e approfondimenti sono sempre più necessari. Sulla fede, direi sì, se intendiamo la speranza e la compassione. No, se intendiamo credo rigidi.

6)Quanto è importante riscoprire l’arcano che c’è in noi?

Stellerranti: Importantissimo. Il senso del sacro e del magico sono una parte vitale, non eludibile, dell’uomo.

Marco Germani: L’uomo è nato per scoprire e svelare segreti, ma la sua esistenza è avvolta dal mistero. La vita e la morte sono strettamente collegate tra di loro come il dolore e il piacere, chi non si rende conto del fatto che esiste qualcosa oltre il percepibile potrebbe trovare inutile anche l’ascolto della musica, purtroppo ci stanno portando proprio in questa direzione e a mio giudizio non è casuale, del resto un uomo che non si fa domande e non prova emozioni è perfettamente manipolabile, ma credo anche che la nostra anima sia più forte di qualsiasi lavaggio del cervello.