Intervista a Luca Aldisio

1)Ciao Luca, benvenuto su System failure. Puoi parlarci della tua band Stairs Of Life? Come si è formata? Insomma, raccontaci tutto….

Innanzitutto salve a tutti i lettori e a voi di System failure. La band si è formata nel 2014 da una mia esigenza di cominciare a scrivere la propria musica. Infatti questo progetto lo sento più come un progetto solista anche se ho utilizzato il nome Stairs Of Life. Il tutto inizio quando decisi di fare la proposta ad un mio amico di nome Marco Monti (che oltretutto in quel periodo lavoravamo insieme in un progetto acustico ). Lui accettò subito e cosi mi misi sotto alla ricerca degli altri elementi. Diciamo che non è stata una ricerca cosi difficile, visto che il batterista lo avevo in casa, ovvero mio fratello (Marco Aldisio) e anche la scelta del basso fu abbastanza facile visto che, conobbi molto tempo prima Jacopo Sgreccia che avevo conosciuto nella scuola di musica !! Cominciammo a lavorare ai brani che presentavo, ma nel pieno del lavoro gli altri elementi decisero di non continuare questo percorso e cosi decisi di andare avanti con tutte le mie forze. Per fortuna ho molti conoscenti nella musica e un giorno decisi di registrare questo Ep e cosi entrarono Giordano Maselli (basso, tastiere) e Alessio Erriu (chitarra elettrica ). Con Giordano siamo amici da molto tempo e insieme abbiamo collaborato nel tributo ai Porcupine Tree mentre con Alessio già molto tempo fa dovevamo collaborare insieme in un progetto che però non andò mai in porto. Per fortuna ci siamo ritrovati a lavorare in questo disco. La batteria in questo Ep è stata registrata da Fabio Vitiello.

2)Ci parli del tuo e del vostro background musicale?

Diciamo che fin da piccolo sono cresciuto con la musica di Phil Collins da solista e dei Genesis e i miei genitori a volte mi ricordano quando all’eta di 6 anni mi affacciavo alla finestra e cominciavo a cantare le canzoni di questi artisti poi crescendo ho cominciato a frequentare scuola di musica e ad arricchire la mia conoscenza musicale. La musica mi piace tutta e non ho preferenze di generi…ascolto dai Genesis, King Crimson, Yes, passando per Radiohead, Pink Floyd, Steven Wilson, Anathema, Peter Gabriel, Chris Cornell ….ecc

3)Nomina 3 album che hanno segnato la tua vita…

Questa si che è una bella domanda. Ce ne sarebbero talmente tanti da citarne ma se mi dite solamente 3 album ,beh posso dire sicuramente “Selling England by the Pound “ dei Genesis”, In The Court Of Crimson King “ dei King Crimson e l’album “The Wall “ dei Pink Floyd.

4)Il vostro sound è tra alternative rock e progressive. Quanto questi generi musicali, secondo te, valorizzano le vostre qualità di musicisti?

Secondo me si valorizzano molto le nostre qualità visto che veniamo un po tutti dalla stessa scuola musicale quindi si direi proprio di si !

5)Come è nato “The Man In A Glass”? Dove è stato registrato e che tecnica usate per registrare?

L’Ep “The Man In A Glass” è natocome vi ho detto prima dall’esigenza di cominciare a scrivere la propria musica e di mostrare agli ascoltatori la mia sensibilità artistica. Questo Ep è stato registrato nello studio professionale del bassista che è anche uno scrittore di colonne sonore. Per registrare l’album abbiamo utilizzato Pro Tools, mentre il basso è stato registrato con un Fender Precision. Le tastiere che potete ascoltare sono state registrate con il Mini moog, Korg M50 e Access Virus B, mentre per qunto riguarda la chitarra acustica è stata utilizzata l’Ibanez. Il flauto traverso che sentite in “Mask “ è un flauto Alysee mentre il chitarrista Alessio ha utilizzato la testata di Mezzabarba Skill una Cabine AM 2X12 e una PRS Custom 24 Chitarra ed infine la batteria è stata fatta nello studio di Fabio Vitiello a Firenze !!!

6)Su quale canzone di questo Ep mi dovrei soffermare particolarmente secondo te?

Fosse per me ti direi di soffermarti su tutte e 4 le canzoni ma se devo sceglierne una ti direi di soffermarti su Our lady Of Grace un pezzo molto rambeggiante che poi si conclude con una bella parte un pochino progressiva

7)Mi parli della cover di questo EP? Cosa rappresenta?

La cover di questo Ep è frutto della mia immaginazione ma devo anche ringraziare Simone Piresti che ha realizzato tutto questo. Il significato di questa copertina è che tutti noi a volte dovremmo guardare dentro noi stessi e studiarci meglio e metterci a nudo per capire veramente chi siamo e quindi il personaggio (me stesso)in questa cover cerca di guardare dentro se stesso dall’esterno cercando di scoprire la propria personalità e la propria interiorità

8)Se la vostra musica fosse una città a quale assomiglierebbe? E se fosse un quadro?

Non so sinceramente in quale città potrebbe assomigliare, sicuramente questi brani hanno un po di visione immaginaria e un po malinconica forse la paragonerei a qualche citta del Nord Europa mentre per quanto riguarda ad un quadro forse lo paragonerei a qualche dipinto di Edward Hopper dove in alcune sue opere ci sono immagini di donne inserite in questi luoghi malinconici e immagini di case abbandonate dove la presenza umana è ridotta al minimo o addirittura scompare del tutto

9)C’è un quid che lega tutte le vostre canzoni? Come nascono? E i vostri testi?

No in questo album non ci sono canzoni legate tra loro. Ogni canzone ha una storia a se..!!! Le canzoni nascono dall’esperienza quotidiana e quindi i testi sono ispirati a diverse storie quotidiane .”The Man In A Glass “ racconta l’abuso di alcol come mezzo per sfidare la realtà, “Our lady Of Grace “ è stata ispirata ad una leggenda locale sulla Madonna di Nettuno. La leggenda narra che sulla strada per Napoli dal porto di Ipswich si abbattette un forte temporale su questa nave e cosi fu costretta ad attraccare al porto di Nettuno. Il giorno seguente quando la statua fu messa sopra per essere portata a Napoli i mari si cominciavano a muovere. Questo episodio è stato interpretato come un segno della volontà di Nostra Signora delle Grazie di stabilirsi a Nettuno. “Mask” parla del bisogno umano di dover a volte indossare una maschera per nascondere i propri sentimenti o desiderare il mondo di un altra persona. Infine “You Are Gone “ esprime tutta la tristezza che viene con la perdita di una persona amata ma con la speranza che ovunque possa andare ci possa tenere nella propria memoria

10)Ora, vorrei sapere da voi, come vedete la scena italiana underground? Ricca, povera, stimolante o altro?

Purtroppo e lo dico a malincuore la scena italiana la vedo molto povera e parlo a livello musicale, perchè di gruppi italiani e molto bravi ce ne sono migliaia ma purtroppo non riescono a farsi strada in questo mondo musicale che è comandato dai Talent Show che distruggono a mio parere il talento e la creazione artistica .

11)Una domanda emozionale. Come vi sentite quando suonate? E, dato che ci siamo, con chi vorreste suonare e su quale palco in particolare?

Possiamo dire che di live ancora non ne abbiamo fatti. Avevamo fatto qualche live con gli elementi vecchi ma con gli ultimi musicisti abbiamo fin ora registrato soltanto il disco..vedremo se ci saranno live. Se parlo personalmente quando sono sul palco mi sento a mio agio anche se c’è un po’ di tensione per la riuscita del tutto ma fa parte dello show ed è giusto che sia così. Il sogno penso di molto musicisti e quello di condividere il palco anche per soli 2 minuti con artisti del calibro di Peter Gabriel, Robert Plant, Andrew Belew, Robert Fripp, Steven Wilson, Mikael Arkefeld degli Opeth, Vincent Cavenagh degli Anathema Thom Yorke dei Radiohed e ce ne sono tantissimi altri e con loro mi piacerebbe condividere il palco della Royal Albert Hall !!

12)Quale è la vostra massima aspirazione come band?

Sicuramente è quella di crescere sotto tutti i punti di vista e farsi conoscere nel mondo poi il tutto viene di conseguenza !

13)Per finire, esprimete con un motto, con una semplice frase la vostra musica….

La mia musica la posso definire sicuramente malinconica ma anche un po’ onirica !!