INTERVISTA “LAPOLVERIERA”(singolo “Sibilla”)
Come vi siete conosciuti? Come si è formata la band?
Ciao! La domanda merita due risposte perché la nascita della band è stata un momento successivo rispetto all’origine della nostra conoscenza. Tutto è partito negli scout, un bel po di anni fa: Giovanni, quello che sarebbe diventato il cantante della band era capo reparto degli altri 3, Michele, Riccardo e Giovanni. A quel tempo, tutti avevano un loro progetto musicale diverso. Passano gli anni e si arriva a fine 2019: ci siamo re-incontrati quasi per caso (non che ci fossimo mai persi di vista), con i vecchi progetti musicali ormai fermi. E a fine 2019 appunto ci siamo trovati a mangiare una pizza e a decidere che avremmo provato a combinare qualcosina con la musica. Dal “divertimento” all’”urgenza di scrivere” brani propri ed in italiano il passo è stato breve.
Influenze folk e cantautorali. Chi sono i vostri miti musicali? Come avete elaborato il vostro sound?
Nella prima fase della band, quando ancora dovevamo prendere le misure e rendere omogeneo il sound, ciascuno aveva le proprie roccaforti dalle quali prendere ispirazione. Ed erano le più varie: dal punk rock dei Green Day al folk dei Lumineers, dall’indie di Calcutta al rock moderno dei Kensington… capite bene che fare una sintesi è stato un lavoro che ha richiesto un intero primo album di rodaggio per arrivare ad oggi, dove i suoni sono molto focalizzati, meno folkeggianti e più moderni, se vogliamo metterla così. È rimasto, comunque, il modo di scrivere i testi: ci piace sempre dire che, nello scrivere una canzone, vogliamo “fotografare qualcosa” per poterlo raccontare.
Omar Pedrini, Paolo Benvegnù, Federico Poggipollini, Pierpaolo Capovilla etc. Che emozioni si provano a condividere il palco con artisti di grande spessore artistico?
Un bel mix di emozioni. Per davvero. Le prime volte non sai manco se dare del tu o del lei a quei mostri sacri che hanno scritto le pagine della musica italiana. Poi ci si prende la mano e ci si scioglie: è meraviglioso sfruttare i momenti prima o dopo i concerti per bere qualcosa insieme e scambiare quattro chiacchiere sul mondo della musica. Abbiamo cercato sempre di fare tesoro di tutti i consigli di chi, prima di noi, ha dovuto procedere a tentativi per capire quale fosse la strada giusta. Forse “gratitudine” è il termine che riassume le emozioni che si provano… sono cose irripetibili, e sono anche belle cose da raccontare!
Un live di cui conservate un ricordo indelebile?
Più che un live, diremmo una trasferta intera! Di recente siamo stati a Sud per una doppietta di date, a Benevento e a Teramo, e non è mancato proprio nulla! Dall’incredibile ospitalità, al pubblico che ci ha riscaldati per bene, ai luoghi che abbiamo visto… perfino le lunghe ore in macchina sono state belle! Spostarsi e suonare lontano, per tutta la banda, è sempre un’esperienza arricchente.
Cosa non deve assolutamente mancare in un vostro live?
La voglia di suonare insieme. Sembra una risposta scontata, ma può capitare di suonare davanti a un pubblico enorme ma poco recettivo, oppure davanti a un pubblico minuscolo ma molto attento a quel che si sta suonando. Può succedere di suonare per molti o anche solo per i baristi… capita! Se c’è il piacere di suonare insieme e la voglia di farlo, qualsiasi live è un successo. Il pubblico, tanto o poco che sia, lo percepisce!
Quanto è importante trasmettere sensazioni ed emozioni al proprio pubblico?
Lo dicevamo poco fa: è fondamentale. Sia con le canzoni in studio sia con le esibizioni live. Non sempre riesce come vorremmo, però il pubblico “lo sente”. Se nella band che suona c’è tensione, si capisce. Se la band è affiatata, si capisce. È come essere nudi, si vede tutto! Il concetto di trasmettere le nostre emozioni è una delle pietre miliari del nostro scrivere: e ci piace apparire proprio come siamo. Non ha senso presentarsi con una facciata che non ci appartiene.
Su quale palco sognate di suonare?
Il palco migliore è il palco dove si sta bene <3…Ci piacerebbe, rigirando la risposta, suonare in qualche club all’estero (Germania, Belgio, ecc) dove le leggende narrano che l’attenzione e l’ascolto della musica, specie se originale, siano esponenziali. E poi il mood del tour è, di per sé, abbastanza da giustificare l’entusiasmo 🙂
Come nasce una vostra canzone?
Le nostre canzoni nascono tutte da “immagini” che cerchiamo di rendere in parole e suoni. Il processo creativo è una indefinibile cosa fluida, che di volta in volta cambia, almeno per noi. Ciò che abbiamo visto funzionare, se facciamo una riduzione ai minimi termini, è l’arrivare in studio con un’idea che, per quanto abbozzata, deve necessariamente avere un inizio e una fine. Suonarci sopra qualche decina di volte, ogni volta riascoltarsi e capire cosa aggiungere e cosa tenere. E poi sentire l’insieme, valorizzare l’idea che sta dietro al brano, uscire dai propri pregiudizi musicali e sperimentare.
Chi si occupa del songwriting?
Le idee vengono spesso dal nostro cantante (Giovanni) o dal chitarrista solista (Giovanni anche lui), ma il processo di raffinamento/produzione/sperimentazione coinvolge tutti profondamente, aggiungendo un pezzettino della sensibilità di ognuno all’idea che inizialmente era di uno solo.
Sibilla. Di cosa parla questo brano? Come è stato collaborare con Meganoidi?
Sibilla (feat. Meganoidi) affronta la tematica della salute mentale. La storia è vista con gli occhi di una ragazza che vive l’emarginazione, i pregiudizi e la solitudine che derivano dalla sua condizione. Sibilla è anche una canzone di rivincita: di fronte ad una società che disprezza ed esclude, Sibilla si toglie ogni maschera e decide di volersi bene così com’è, senza i compromessi imposti da chi la circonda. Nell’arrangiamento di Sibilla abbiamo collaborato – appunto – con i Meganoidi, storica band che non potremo mai ringraziare abbastanza. Il loro contributo alla registrazione del brano, con voce e flicorno, ha dato a questo singolo colore e gusto. Il rapporto personale che ci lega ai Meganoidi, di stima e di ammirazione, ha origine nelle numerose volte in cui abbiamo condiviso il palco assieme. Loro sono fantastici, simpatici e disposti sempre a fare due chiacchiere. Oltre che essere dei musicisti da 10 e lode.