Intervista a John Malkovitch!

1)Ciao, benvenuti su System failure. Ci parlate del vostro progetto musicale? Come è nato? Da chi è composto? Raccontateci tutto…

Ciao e grazie del benvenuto. Questo progetto è nato sul finire del 2016 dalle ceneri di una band alternative-rock di cui facevano parte tre dei quattro attuali componenti. Inizialmente l’idea era di continuare il percorso intrapreso precedentemente, ma l’assenza della figura del cantante ci ha portato a cambiare il nostro approccio alla composizione, sviluppando così la dimensione sonora che potete ascoltare nel disco. I John Malkovitch! sono Luca Santi e Leonardo Tommasi alle chitarre, Manuel Negozio al basso e Francesco Tiberi alla batteria. Come potete notare la formazione è alquanto classica, ciò non ci preclude di provare a sperimentare, cercando di trovare voci inconsuete per i nostri strumenti.

2)Ci parlate del vostro background musicale? Quali sono le band che più vi hanno influenzato? Nominate anche 3 album che hanno segnato la vostra vita…

Come potrete immaginare il post-rock è il comune denominatore nel bagaglio musicale della band, ma ci differenziamo per ascolti e stile compositivo, lavorando costantemente per creare un’alchimia unica nel suo genere. I lavori musicali che hanno segnato il nostro percorso individuale sono innumerevoli ma se dovessimo sceglierne 3:

Leonardo Tommasi: Filosofem di Burzum, Sister dei Sonic Youth e F#A#Infinty dei Godspeed You! Black Emperor.

Francesco Tiberi: The Earth Is Not A Cold Dead Place degli Explosions In The Sky, Geneva dei Russian Circles e There Is A Hell Believe Me I Have Seen It, There Is An Heaven Let’s Keep It A Secret dei Bring Me The Horizon.

Luca Santi: Master of Puppets dei Metallica, S/T dei Led Zeppelin e S/T dei Rage Against The Machine

Manuel Negozio: Threads dei Now, Now, The Earth Is Not A Cold Dead Place degli Explosions In The Sky e If You Leave dei Daughter.

3)Come nasce in voi la passione per la musica?

Tutti siamo stati spinti in tenera età dall’istinto di emulare gli artisti e la musica che ci piaceva, ma successivamente abbiamo scoperto la soddisfazione che proviene dal creare qualcosa di nostro. Con questo progetto siamo riusciti ad esprimere la nostra passione in modo diretto e naturale, imparando ad apprezzare l’intero iter che c’è dietro la creazione di un album.

4)Come prendono forma le vostre canzoni? Parlateci del processo creativo alla base…

Di solito i nostri pezzi partono da un input che può provenire da ognuno dei 4 membri, questo input viene elaborato in sala prove tramite jam sessions da cui poi vengono estrapolati i momenti salienti, poi il pezzo viene strutturato secondo una logica armonica e dinamica ed analizzato per definire le singole parti nel dettaglio. Il tutto con particolare attenzione al sound.

5)Ci parlate della genesi di The Irresistible New Cult of Selenium? É stato difficile registrarlo? Qualche aneddoto particolare a riguardo?

Dal momento in cui avevamo 2 o 3 pezzi pressoché completi, ci rendemmo conto che erano coesi tra di loro. Cominciò a maturare l’idea di creare un album che suonasse come un unico movimento, nel quale si sarebbe potuta sentire la nostra crescita musicale. L’album è stato registrato in presa diretta ai Busthard Studios di Terni, con l’aiuto di Giorgio Speranza (UTO) e Mattia Laureti (124C41+) . Questa modalità di ripresa, oltre ad essere la più naturale per il nostro approccio, ci è stata d’aiuto in termini di tempo e difficoltà. Nonostante nel disco sia racchiusa un’atmosfera buia ed invernale, le sessioni hanno preso luogo in Agosto, costringendoci a suonare a temperature tropicali.

6)Quale traccia preferite di The Irresistible New Cult of Selenium?

Domanda difficile. Nonostante come detto sopra The Irresistible New Cult Of Selenium suoni coeso dall’inizio alla fine, siamo riusciti a dare ad ognuna delle 4 tracce una propria identità. Se proprio dobbiamo sceglierne una diciamo “Nadir”, la traccia conclusiva: la sua creazione è stata talmente naturale che sembra quasi si sia concepita da sola, è anche dove ci siamo spinti un po’ più in là nel concepimento della sua struttura e nel sound.

7)Ci parlate anche della particolare cover?

Sulla cover non vogliamo sbilanciarci più di tanto, è stata pensata per essere ambigua e far vedere al fruitore qualunque cosa egli ci veda. Possiamo solo dirvi che questa idea è stata pervenuta in modo del tutto casuale e che l’immagine (o le immagini) che vedete sono una foto neanche troppo ritoccata.

8)Ho letto che “The Irresistible New Cult of Selenium si distingue per la forte carica evocativa, in un unicum sonoro in cui l’ascoltatore è totalmente immerso e traghettato verso un viaggio interiore”. Potete commentare queste parole?

Come per la cover, la musica è stata pensata per essere totalmente interpretabile: non avevamo un concetto esprimibile a parole dietro questi pezzi, né volevamo forzare troppo la mano trovandogliene uno a tutti i costi. Con la nostra musica l’ascoltatore può scegliere di viaggiare ovunque egli voglia o può lasciare che sia l’album stesso a guidarlo.

9)Se la vostra musica fosse una città a quale assomiglierebbe? E se fosse un quadro?

A dire il vero nessuno di noi pensa ad una città mentre riascoltiamo il nostro lavoro: la nostra sala prove è sperduta nelle campagne umbre, quindi il primo luogo che viene alla mente sono i campi, i boschi e la nebbia che d’inverno copre in modo quasi permanente la nostra terra. Rilegare la nostra musica a un solo quadro sarebbe riduttivo: se dovessimo fare un’associazione sicuramente vengono alla mente le opere dei maestri a cavallo fra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo, quando la pittura iniziò a raffigurare una realtà sempre più distorta e meno tangibile.

10)Come avete creato il vostro particolare sound?

Anche questa è stata una cosa piuttosto naturale: utilizziamo un’accordatura piuttosto bassa e abbiamo un particolare feticismo per i fuzz e i reverberi. Il tutto è stato coadiuvato dall’organicità della registrazione in diretta.

11)C’è un filo rosso che lega tutte le vostre canzoni?

Assolutamente sì, prima abbiamo esposto i motivi prettamente tecnici per cui l’intero disco è interamente collegato, oltre quello sentiamo che c’è anche qualcosa di più indefinibile che cementifica il tutto, sarà l’atmosfera notturna che sentiamo da quando schiacciamo play fino alla fine.

12)Quale è la vostra massima aspirazione come band? Dove vi vedete tra 5 anni?

La domanda prevede una risposta banale: la massima aspirazione sarebbe vivere di questo progetto e far diventare la sala prove e il palco il nostro ufficio. Tornando con i piedi per terra aspiriamo a crescere sempre più al livello artistico, creando un percorso di opere coerente fra di loro e testimone della nostra maturazione. Abbiamo già iniziato a lavorare sul prossimo album e fortunatamente iniziamo già a vedere i frutti di questo sviluppo.

13)Con quale artista o band indipendente vorreste collaborare?

La cosa più stimolante sarebbe collaborare con qualcuno che si approcci differentemente alla musica rispetto a noi, perciò scegliamo Ennio Morricone per l’impatto dei suoi arrangiamenti e Tim Hecker per i suoi “soundscapes” di sintetizzatori.

14)Quali sono i vostri progetti per il futuro?

The Irresistible New Cult Of Selenium è uscito neanche una settimana fa, sicuramente il prossimo obbiettivo sarà quello di promuovere il frutto del nostro lavoro sui palchi. Abbiamo delle date confermate che usciranno a brevissimo. Speriamo vivamente di vedere i lettori di questa intervista sotto il palco ad ascoltarci.

15)Per finire, lasciate un messaggio ai nostri lettori…

Vista l’assenza di contenuti nell’album siamo le ultime persone a poter dare un messaggio che insegni qualcosa o anche solo di carattere motivazionale. Possiamo però dirvi che se cercate un disco di libera interpretazione, dandogli il vostro unico significato, The Irresistible New Cult Of Selenium potrebbe fare al caso vostro.