Intervista a Echo Atom

1)Benvenuti su System failure. Presentatevi ai nostri lettori esponendo il vostro percorso artistico in poche righe…

Salve a tutti i lettori, noi siamo gli Echo Atom un trio strumentale di Roma. Questo progetto nasce da amici di vecchia data che più o meno vengono dallo stesso percorso musicale ovvero dalla musica rock/metal progressive. Con gli Echo Atom ci siamo ispirati ad un sonorità più moderna e morbida che abbiamo ritrovato nel genere post rock, pur mantenendo in maniera più velata le nostre radici.

2)Come nasce in voi la passione per la musica?

La passione per la musica nasce in età adolescenziale con i primi ascolti delle audiocassette tra amici, qualcuno che ti fa avvicinare ai primi dischi e da li esplode la voglia di imparare un suonare la chitarra, basso o batteria. Parliamo dei primi anni ’90.

3)Come è nato il nome della vostra band?

Il nome della band è legato un pò alla sonorità che c’è nei nostri brani appunto “Echo” ricorda l’effetto d’ambiente come i vecchi echo a nastro o come le ripetizioni dei delay che spesso utilizziamo e che si sentono molto nel post-rock. Atom, quindi atomo per definizione è l’unità strutturale di un elemento ossia la parte più piccola di un elemento, qui è la dimensione del trio musicale ovvero una piccola unità di 3 elementi chitarra, basso e batteria. Unità basilare, ma molto solida.

4)Tra i tanti generi musicali perché post rock e progressive rock strumentale?

Come ho detto prima il rock progressive è quello che ci portiamo dietro nel nostro background, mentre il post rock per noi è una novità che ci affascina per le sonorità e per quel introspezione musicale a cui ti porta.

5)Ho letto sulla vostra pagina facebook che, riguardo la vostra band e il vostro sound, “tutta l’attenzione si focalizza sugli strumenti, sul suono e sull’emozione che si esprime anche senza una voce”. Provate a commentare tali parole…

Anzitutto in passato già abbiamo suonato in una band strumentale e nel rock progressive è facile trovare formazioni prettamente senza parte vocale. Conosciamo molto bene anche la potenza evocativa che può avere un brano strumentale. Non ci sono barriere di comprensione linguistica, ma è la musica stessa che parla.

6)Quali sono le vostre influenze musicali?

Sicuramente il nostro comune denominatore è il genere rock progressive, ma poi ognuno di noi ha un tipo di influenze musicali davvero variegato.

7)Ho ascoltato la vostra “Redemption” da Youtube. Di sicuro con la vostra musica si viaggia con la mente. Quanto è importante offrire una sorta di “mondo alternativo” con la propria musica?

La musica e l’arte serve in fondo proprio a questo a dare spazio all’immaginazione e/o esprimere il nostro mondo interiore. A volte anche fantasticare e viaggiare per altri mondi.

8)A cosa pensate quando suonate? Mi descrivete un vostro concerto?

Quando suoniamo spesso siamo totalmente dentro la musica e ci facciamo travolgere. E di lì il famoso “viaggio” di cui parlavamo prima. I nostri concerti servono per far “viaggiare chi ci ascolta”. Cerchiamo di comunicare attraverso le note è il nostro modo per esprimerci e per raccontarci.

9)C’è una sorta di filo rosso che lega le vostre canzoni?

Si le nostre canzoni sono tutte volte a creare un tipo di atmosfera e come dicevo prima il collante è proprio questa colonna sonora che serve a tirare fuori la parte emotiva di chi suona e di ascolta.

10)Per finire, date un consiglio a chi sta incominciando a suonare…

Come in qualsiasi tipo di arte non c’è un particolare segreto se non nella pratica e nella dedizione su quello che si sta facendo.