Intervista a Desert Wizards

D= Dallas M=Mambo G= Gito

1)Benvenuti su System failure. Ci raccontate il vostro percorso artistico fino a qui?

D: Ciao a tutti e grazie per questa intervista, iniziamo col dire che siamo 4 amici di Russi in provincia di Ravenna e ci conosciamo da parecchio tempo ma solo nel 2007 abbiamo iniziato a suonare insieme, all’inizio cover di Unida, Sleep, Electric Wizard e altre band stoner poi abbiamo incominciato a scrivere pezzi nostri e a orientarci piu’ verso i gloriosi anni 60 e 70 cercando di creare un nostro sound ispirandoci decisamente a quel periodo senza pero’ perdere la cattiveria dei gruppi citati precedentemente.

2)Come è nata in voi la passione per la musica?

M: Diciamo che abbiamo avuto percorsi diversi, Anna ha iniziato da piccola a suonare il pianoforte, io (Mambo) e Gito abbiamo abbracciato la chitarra da ragazzi, mentre Dallas è stato il più tardivo ad approcciarsi alla batteria, ma poi è risultato il collante che ci ha uniti.

3)Che musica ascoltano i Desert Wizards?

D: Io personalmente è qualche anno che ascolto per lo piu’ gruppi underground di fine sessanta\inizio settanta. Hard rock, blues, psichedelia. C’è un universo che non finisco mai di scoprire..gruppi come Bulbous Creation, Josefus, Wicked Lady…tutti gruppi che sfortunatamente per varie ragioni non hanno avuto il successo che meritavano, ma che almeno ci hanno lasciato album stupendi. Oppure la scena attuale di San Diego di cui fanno parte Petyr, Radio Moscow, Sacri Monti, Earthless..sempre comunque hard rock , heavy psych e giu’ di li. Diciamo che le coordinate sono quelle.. anche per quanto riguarda gli altri diciamo che bene o male abbiamo tutti e 4 gli stesi gusti musicali.

4)Nel 2016 avete pubblicato Beyond The Gates Of The Cosmic Kingdom? Come è nato questo album? E’ stato difficile registrarlo? Qualche aneddoto particolare da raccontare a riguardo?

G: L’album è nato più o meno con lo stesso processo produttivo dei precedenti. Solitamente i pezzi nascono da l’idea di qualcuno di noi che viene poi arrangiata e sviluppata con il resto della band in studio. Registrarlo ha richiesto un tempo abbastanza lungo soprattutto a causa della ricerca dei suoni più adatti e coerenti al nostro songwriting e dei giusti arrangiamenti.

5)Quale è la traccia che preferite del suddetto album?

D: La mia traccia preferita è Astral Master perché mi ricorda un grande gruppo che purtroppo si è sciolto anni fa, i Naam. La canzone invece dell’album che è piaciuta di piu’ a diversi amici è Born Loser. Anche The man who rode the time, dalla quale abbiamo tratto un videoclip per promuovere l’album ci è sempre piaciuta sebbene si discosti un po’ dal nostro sound nei precedenti album.

6)Quale è la differenza tra Beyond The Gates Of The Cosmic Kingdom e i vostri album precedenti?

G: Ogni nostro lavoro è sostanzialmente diverso dai precedenti pur mantenendo un filo conduttore comune. Il primo era più visionario e sognante, Ravens più duro e diretto, questo ultimo Cosmic Kingdom è decisamente più radicato nel classic ’70, sia per una scelta dei suoni che per la stesura dei brani.

7)Come è lavorare con Black Widow Records?

M: Siamo arrivati alla Black Widow grazie al nostro amico Ricky Dal Pane dei Witchwood (ed ex Buttered Bacon Bisquits) che portò loro un nostro lavoro autoprodotto. Quando Massimo Gasperini ci chiamò per dirci che gli piaceva la nostra musica eravamo entusiasti, sia per la storia dell’etichetta che per la possibilità dataci di far arrivare i nostri album in tutto il mondo. Loro sono in questo ambiente da molto anni e con la loro esperienza sono per noi uno stimolo a migliorarci sempre grazie ai loro consigli anche a livello di artwork. Insieme a Pino Pintabona abbiamo creato la copertina di Desert Wizards, e da quel servizio fotografico ne è venuto fuori anche l’artwork per il disco Visione Deliri e Illusioni dei Wicked Minds. Abbiamo capito l’importanza di presentare un prodotto sempre più professionale.

8)In quali festival italiani o stranieri sognate di suonare? Quanto amate suonare dal vivo?

G: Suonare dal vivo è la priorità per qualsiasi band. Purtroppo la scena italiana non lascia molte opportunità a gente come noi che propone brani inediti, e la cosa sembra peggiorare di anno in anno. Festival? Hai qualcosa da suggerirci?

9)Se la vostra musica fosse una città a quale assomiglierebbe?

M: Immagino che dire Russi, il nostro paese natale e dove viviamo sia troppo scontato, anche se in questo territorio c’è una riserva incredibile di artisti sotto tutte le forme. Riprendendo una battuta di un nostro “vicino” di casa sull’argomento, Ivano Marescotti: “dev’essere quella nebbia fitta invernale che ci entra nel cervello a creare le idee”. Comunque, in un panorama più globale potrebbe essere San Francisco, la città dove nacque il rock psichedelico coi Greateful Dead e i Jefferson Airplane a rappresentare al meglio la nostra musica

10)E se fosse un quadro?

M: Fra i dipinti più noti sceglierei “Notte stallata” di un visionario come Vincent Van Gogh, dove le linee curve e vorticose del cielo si fondono come le melodie e ambientazioni psichelediche dei nostri brani. Poi noi consideriamo delle vere, opere d’arte anche le copertine dei vinili anni ’60/’70 di questo genere, a partire da Marcus Keef di cui ho una stampa su tela degli Affinity in salotto.

11)Per concludere la nostra chiacchierata lasciate un messaggio a chi sta muovendo i primi passi nel mondo della musica…

M: Siate creativi, staccatevi dalle cover, dalle tribute band e provate a scrivere le vostre canzoni. Ovviamente le influenze musicali di altri gruppi ci saranno, ma saranno opere vostre che rimarranno comunque nella storia, e soprattutto suonate quello che più vi piace.