Intervista a Yayanice

Benvenute su system failure. Ci parlate di come vi siete conosciute? Come è nata questa vostra formazione?

(Chiara) Giulia e io ci siamo conosciute nel 2017 tramite amici musicisti in comune. All’ epoca abbiamo iniziato a suonare assieme nella cover band Ya Nice, preludio di Yayanice. Dopo lo scioglimento della formazione a quattro abbiamo deciso di continuare la nostra esperienza con l’intenzione di produrre musica originale e con questa motivazione abbiamo sviluppato il progetto Yayanice.

Come vi siete avvicinate alla musica? Come è nata questa passione in voi?

(Chiara) Piacerebbe sapere anche a me come sia nata questa passione. Il fatto è che l’ ho sempre percepita, anche quando l’ ho trascurata per cause legate alla vita passata. Ha sempre spinto sotto per uscire allo scoperto ed essere vista. E ad un certo punto, per fortuna, ho aperto.

(Giulia) Mio padre suona il piano per hobby e mia madre è sempre stata un’appassionata di musica. Da bambina mi ricordo che non volevo andare a dormire se lui non mi suonava qualcosa. Avevamo il piano a casa e fin da piccola ho cominciato a giocarci, per poi cominciare a prendere lezioni.

Quali sono i vostri miti musicali?

(Giulia)Per me è una questione molto variegata! Mi sono innamorata del piano ascoltando mio padre che suonava Bach e Chopin (e qualche classico swing) e poi..Thelonious Monk, Bill Evans, Miles Davis, Ahmad Jamal..Micheal Jackson, Bob Marley, J Dilla, Joao Gilberto, Joni Mitchell, Erykah Badu..

Come nascono le vostre canzoni? Parlate del processo creativo alla base… Per caso create un ambiente particolare intorno a voi?

(Chiara) Mi piace rispondere a questa domanda un po’ al contrario. Nel senso che abbiamo più la percezione che le cose si creino in qualche modo da sole, tramite noi che dobbiamo stare in ascolto. E’ un’apertura che ci permette di attingere da un serbatoio più grande ed elevato dove c’è già tutto. Bisogna solo carpire e servire quello che vuole scendere e prendere forma. Per questo l’ambiente piò essere il più disparato, comunque meglio se lontano da cantieri in attività o da trapani usati in modo inconsulto.

Che strumentazione usate per l’elettronica?

(Chiara) Per la stesura dei beats usiamo sia Ableton che Logic, per i live abbiamo inserito una loop station che ci permette di divertirci con le dinamiche e di rendere la nostra musica il più possibile fedele all’originale. Un giocattolino divertente da usare, pieno di lucette carine.

“Coriandoli”. Ci parlate della genesi di questo pezzo? Di cosa parla?

Coriandoli è il quarto singolo estratto dall ‘EP GU.A.ST.O. ed è l’ unico che più si avvicina, tra gli altri, ad una ballad. Le sonorità sono molto fluide, liquide e sospese, nell’intenzione di evocare quella bolla dove tutto può succedere, dove il distacco dalla realtà lascia spazio in qualche modo alla speranza che qualcosa di buono si palesi, nonostante lo scorrere inesorabile del tempo. Il testo, quasi ripetitivo, vuole anch’esso enfatizzare questa condizione, quei momenti di vita in cui siamo costretti ad aspettare che qualcosa succeda o a rimembrare ciò che poteva accadere ma che purtroppo, non è stato. Il ritornello suggerisce di pensare a quello che sarebbe potuto accadere se non avessimo detto che…Queste parole lasciano ad ognuno di noi la propria conclusione.

“Coriandoli” e i vostri pezzi precedenti. Quali sono le differenze e cose li accomuna?

(Chiara) Diciamo che le differenze sono sicuramente da ricercare nei generi dei pezzi che spaziano dalla dance al soul, passando per l’ elettronica. Questo taglio è nato per caso, seguendo il gusto che ci accomuna e che è molto vasto. Quello che però riconosciamo è che siamo riuscite in qualche modo a dare un filone conduttore nella scrittura dei pezzi, che a nostro parere, mischiati alla musica, ci rappresentano molto. L’ intenzione di trattare tematiche anche pesanti con l’ accostamento a sonorità edulcoranti.

Nella musica delle Yayanice si mescolano i generi e le arti” come letto dal comunicato stampa giunto in redazione. Quanto è importante mescolare le arti?

(Chiara) Il miscelare le arti è fondamentale ad oggi ma credo che lo sia in generale. Molto è stato già fatto nella storia, quello che si può fare oggi è potenziare il vecchio col personale, nella speranza di concepire una creatura nuova ed interessante. Credo comunque che sia molto utile approcciarsi a più discipline, anche apparentemente lontane da noi, perché è lì che di solito c’è più da imparare.

(Giulia) Io trovo molto interessante collaborare con artisti di altre discipline perché ti fanno percepire quello che fai da un’ottica diversa e, di conseguenza, anche il pubblico ha un’esperienza più ricca ed accessibile in quanto può rifarsi a più elementi e sperimentare una nuova forma di equilibrio.

Oltre la musica quali arti preferite?

(Chiara) Ah io adoro il ballo. Nella prossima vita giuro che lo faccio bene! Poi l’arte della leggerezza e del lasciare scorrere le cose per come sono.

(Giulia) Anche io voto il ballo! Poi mi affascina molto la pittura..

Se la vostra musica fosse un quadro, un libro o un film?

(Chiara) A domanda letta mi sovviene un cubo di Rubik, che però non è né un quadro, né un libro, né un film.

Con quale band o artista indipendente vorreste collaborare?

(Giulia) In questo momento ci viene in mente Venerus..canta e scrive benissimo e ha una musicalità visionaria che ci piace assai!

In un mondo in crisi climatica, economica e sanitaria quale è il ruolo della musica?

(Chiara) Il ruolo della musica resta il medesimo di sempre, forse oggi ancora più di una volta, anche se molto le sta remando contro. Lo scopo è la connessione, la consapevolezza e la scoperta di sé stessi attraverso la creatività e il concedere di farsi penetrare da qualcosa che non possiamo controllare ma che è pieno di messaggi che in fondo, la nostra anima, sta cercando.

(Giulia)Io credo sia un potente antidoto a tutto questo..la musica ci può cambiare l’umore, anche attraverso l’ascolto, ed è una preziosissima compagna di viaggio. Ci può rendere leggeri in un momento così pesante.

Come è il vostro live perfetto? Cosa non deve assolutamente mancare?

(Chiara) Fondamentale è la presenza di un pubblico libero che balli, balli e riballi.

Per finire, salutate i nostri lettori e dateci, se potete, qualche anticipazione su “Gu.A.St.O.”…..

(Chiara) Ringrazio di cuore tutti quelli che hanno investito qualche minuto per leggere le cose che abbiamo scritto e spero che siano stati incuriositi e incentivati a scoprire più in profondità la nostra musica. GU.A.ST.O sta uscendo a puntate e l’ ultima combacerà con un brano che uscirà a fine maggio e che secondo noi potrebbe essere il più inaspettato tra tutti. Ci piace considerare GU.A.ST.O. quasi come un gioco, perché è nato davvero un po’ così, ma anche un progetto musicale difficile da etichettare. Non troppo da pensare, ma da ballare.