Intervista a Urano

Benvenuto su su system failure. Ci puoi parlare del tuo percorso artistico fino a qui?

Ho firmato un contratto con I produttori di Cosmophonix nel Settembre del 2019, due mesi dopo ho pubblicato il mio primo singolo dal titolo “Urano”. Ho deciso di utilizzare il mio stesso nome d’arte per presentarmi alla gente, per spiegare chi sono e cosa voglio raggiungere. Il singolo è esploso finendo in Top Viral 50 Italia su Spotify, raggiungendo la posizione numero 9. Ho poi pubblicato altri due singoli “Un mare di guai” e “Una canzone per te”. Nel primo ho raccontato qualcosa del mio passato, ciò che mi ha spinto a pensare di non dover mollare mai, mentre il secondo è una poesia d’amore contemporanea.
Durante la quarantena ho poi scritto “Fratelli d’Italia” che ho poi deciso di pubblicare pochi giorni fa.

Come nasce una tua canzone? Dove trovi ispirazione per le parole?

Tutte le mie canzoni partono da ciò che provo direttamente o indirettamente. Parte tutto dalle emozioni e da ciò che mi suscitano. Mi piace vivere la vita come se fosse un’eterna poesia, in quanto la reputo importante tanto quanto l’aria che si respira. Vivere una vita senza poesia è come vivere una vita in bianco e nero, non ti da ciò che può offrirti. Parto dalle mie esperienze, dalle sofferenze e dalle gioie, poi le scrivo e le canto.

Come è collaborare con Cosmophonix Production?

La collaborazione con Cosmophonix ha significato molto per me. Trovare un sound che definisca in musica ciò che sei è fondamentale in un percorso artistico di questo tipo. Siamo una piccola famiglia con ambizioni grandi.

Abbiamo pubblicato “Fratelli d’Italia”, pezzo che ci ha stupito per i suoi toni “duri” da invettiva. Riguardo il singolo ho letto tali parole: “Una cruda denuncia verso uno Stato distante, lontano dalla quotidianità del Suo popolo, un popolo che, già in ginocchio prima dell’emergenza sanitaria, si ritrova oggi a dover fare i conti con aiuti che tardano a giungere e promesse non mantenute”. Quanto è importante che la musica sia strumento di denuncia tra le altre cose? Ti senti vicino a band del passato posse che spesso coniugavano musica ed impegno politico e sociale?

La musica è una forma d’arte con la quale è possibile veicolare emozioni e messaggi ed un’artista che vive di emozioni non può rimanere indifferente a certi temi. Essa ha inoltre un potere mediatico non indifferente ed è in grado di muovere grosse quantità di pensieri in un’unica direzione. Sicuramente è uno strumento che offre grandi possibilità.

Non sono di Destra e né di Sinistra, sono un cittadino, io sono realista. Sono per la gente, il barista, il dottore e l’agente. Per quelli che non hanno niente, che si alzano ogni mattina per portare il pane alla propria bambina che sogna di essere una ballerina. Qualcuno potrebbe pensare che sono parole “populiste”. Noi no. Secondo te perché nel mondo negli ultimi anni populismo di destra e di sinistra stanno avendo un certo “successo”?

Non definisco questo pezzo populista. Parlo di cose reali ed esistenti, in cui è molto difficile non riconoscersi. È una canzone che mira a difendere I diritti dei cittadini in quanto Uomini e lavoratori. Non è mai stato un mio pensiero quello di parlare di partiti politici e non ho intenzione di farlo, proprio perchè il mio è lo sfogo di un comune cittadino che si vede privato dei propri diritti e che pensa di parlare a nome di tanti italiani. Faccio il cantante, non il politico.

Siamo in un mondo in emergenza climatica, economica ed ora anche sanitaria. Ebbene, in un mondo come questo, quale è il ruolo della musica?

La musica ha il compito di sputare in faccia la verità alla gente e nel contempo di darle speranza. È una medicina ed una migliore amica.

Come stai vivendo l’emergenza coronavirus?

L’emergenza sanitaria è stata, ed è tuttora, un colpo durissimo per tutti. Ho sfruttato il periodo del lockdown per scrivere e concludere dei pezzi che sono gia pronti per essere pubblicati e mi ha dato modo di vedere in maniera ancora più concreta la lontananza dello Stato nei confronti dei propri cittadini. L’articolo 36 della Costituzione Italiana cita: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”. Durante l’emergenza, lavoratori con contratti fittizi e imbarazzanti, si sono ritrovati a percepire una cassa integrazione (a chi è arrivata) totalmente ridotta rispetto alle ore di lavoro reali. Il nero è sempre di più, ma ogni Uomo è costretto ad accettare per poter portare il pane a casa, perchè la frase che ci si sente pronunciare resta sempre la stessa “Se ti va bene è cosi, altrimenti fuori c’è la fila”. Se una volta erano I datori di lavoro ad impiccarsi perche incapaci di pagare I propri dipendenti, ora sono I lavoratori che alla fine del mese vedono un cappio in cui infilare la testa.

Torniamo alla musica. “Fratelli d’Italia” un pezzo abbastanza dark con sonorità tendenti al trap. Un flow tanto coinvolgente. Perché hai scelto il rap e come vedi l’attuale scena rap italiana?

Partirei dicendo che non mi definisco un rapper e che mai avrei pensato di scrivere un pezzo di questo tipo, ma il sentirmi tristemente abbandonato da chi dovrebbe aiutarmi nei momenti di crisi mi ha portato a tirare fuori questa rabbia che si è poi tramutata in una canzone. Il rap ha sempre avuto la caratteristica di veicolare messaggi di natura sociale e politica, anche se negli ultimi anni con l’arrivo della trap questi valori sono venuti meno.

“Fratelli d’Italia” per estro ed invettiva mi fa pensare a “La fine del mondo” di Anastasio, vincitore della dodicesima edizione di X-Factor. Tu parteciperesti ad un talent show?

Penso che I talent show siano una vetrina di lancio importante poichè offrono una vasta visibilità e chi cerca di emergere è di quella che ha bisogno. Penso anche però che dietro ad un Talent serva più del talento per poter farsi notare. Per quanto riguarda Anastasio ammiro molto la sua scrittura, rompe i pensieri della gente ed è secondo me un artista a tutto tondo.

“Uomini-macchina privi di cuore”: questa espressione mi colpisce tanto. Secondo me oltre ad essere in crisi climatica, economica e sanitaria siamo anche in un mondo in crisi di identità e di mancanza di umanità. Cosa pensi di queste mie parole?

Penso che l’Uomo stia perdendo sempre di più I valori che lo hanno portato fino a qui. Stiamo vivendo in una società nichilista sempre più attaccata al denaro. È importante ricordarsi sempre che prima di essere macchine da soldi siamo tutti Uomini, che la libertà è un diritto e come dice Charlie Chaplin “non può essere soppressa” . Mi trovo quindi pienamente d’accordo con la tua affermazione, triste ma vera.

La tua musica sembra molto adatta per essere colonna sonora di serie tv come “Suburra” o “Gomorra”. Ti piacerebbe ricevere una “commissione” del genere?

Direi di si, ricevere una “commissione” del genere sarebbe una cosa sicuramente gratificante.

Per finire saluta i nostri lettori e dai qualche consiglio a chi muove i primi passi nel mondo della musica….

Il consiglio che mi sento di dare a tutti coloro che inseguono il sogno di vivere di musica è quello di non mollare mai, e di non farsi abbattere dalle critiche e dai no che arriveranno. È chi non smette di sognare che alla fine ce la fa.