Intervista a Snakeoil

Oggi abbiamo il piacere di avere con noi gli Snakeoil. Ragazzi, la vostra band nasce nel 2016, ma in poco tempo avete fatto parlare di voi. Vi va di raccontarci un po’ la vostra storia?

Ciao System Failure! Ehssì, siamo insieme da relativamente poco tempo, ma da quella birra bevuta insieme prima ancora di chiamarci SNAKEOIL ne abbiamo fatta di strada! Due album in due anni e non ci fermiamo mai. Per noi suonare è un divertimento e un piacere, sia in saletta che sul palco. I nostri show sono esattamente come noi, grezzi ma paradossalmente attenti ai dettagli. Enrico per esempio, pare non soddisfatto se non rompe almeno un paio di bacchette!

Il vostro ultimo album “The long night of the long knight” è uscito da non molto. Ce ne volete svelare i retroscena?

Hai presente quelle chiacchiere da bar che fai con gli amici? Quelle che magari partono da una cosa grande così e finiscono per diventare un trip lunghissimo dove nel frattempo ci hai bevuto 3 medie? Ecco. Il retroscena è questo. Sia in pezzi più divertenti e movimentati che in pezzi più seriosi e di atmosfera.

… e qual è l’idea che sta dietro al singolo “Bar Cinzia”?

Dovreste entrare nel vero Bar Cinzia. E’ un tributo a un piccolo bar di un paese vicino a noi, dove un’amorevole signora anziana serve bianchini e gioca a carte con gli avventori. L’idea di partenza era un viaggio di Enrico e Luca che si fermano a bere e vengono fatti prigionieri nella cantina dalla stessa amorevole vecchina. Poi, in completo stile Pulp Fiction, Mauro viene a salvare i due in puro stile Bruce Willis. Ora, entrare in quel bar, non è più la stessa cosa.

Stoner duro e puro o aperto a contaminazioni?

Assolutamente aperto a contaminazioni, anche se non ci è mai chiaro del tutto se si sentono nei nostri pezzi. E’ stato divertente inserire qualche strumento diverso nel nostro ultimo album, vediamo cosa riserverà il prossimo… sì, ci stiamo già pensando!

Dal vivo o in studio? Quale è, a vostro parere, la dimensione che esalta maggiormente la vostra attitudine ed il vostro sound?

Probabilmente dal vivo sia l’attitudine che il sound vengono esaltati maggiormente. Sul palco ti dimostri per quello che sei, con tutte le tue paure, certezze, insicurezze, passioni. Se c’è una cosa che non puoi fare dal vivo è barare. Se c’è una cosa che puoi fare invece, è aumentare il volume sempre di più e fare andare la testa, qualsiasi sia il palco e il pubblico davanti a te.

Quali sono gli artisti che hanno maggiormente influenzato il vostro trio musicalmente parlando?

Se chiedi a ognuno di noi quale sia il nostro gruppo preferito, Luca ti dirà Iron Maiden, Mauro ti dirà Led Zeppelin, Enrico ti dirà Kyuss. L’elenco potrebbe essere molto più lungo, spaziando dai Korn ai Cream, dai Manowar a Vinicio Capossela. Un bel casino vero?

Parliamo ora dei vostri testi: quali sono gli argomenti ispiratori?

Quello che ci ha ispirato dipende da cosa ci è venuto in durante la stesura del pezzo. Di solito, la sfida è scrivere un testo sulla prima idea che ci viene in mente. A nostro rischio e pericolo, ovviamente! Bangalover parla di un reduce del Vietnam che durante un trip da acido vede la sua donna ideale. Mangusta racconta di un luchador che combatte la sua ultima lotta davanti agli occhi del suo amato. The intruder è una storia vera, un appuntamento di Enrico finito in maniera “curiosa”. Due streghe bruciano legate allo stesso palo in Witch Hunt, con una citazione a Shakespeare. Dobbiamo svelarvi altro?

Prima di chiudere un breve salto nel passato: nel 2018 avete pubblicato il vostro omonimo disco d’esordio. Quali le differenze tra questo lavoro e il nuovo?

Ci sentiamo decisamente evoluti. Il nostro sound su SNAKEOIL veniva da sottoterra, dalla cantina dove scendiamo ogni settimana. E’ stata una bella prova, la nostra prima creatura, a cui vogliamo molto bene. Questa volta abbiamo deciso di chiuderci per 3 giorni in un ex granaio: presa diretta e via. E’ stato divertentissimo. Ronnie Amighetti, che ci ha registrato, ha fatto un ottimo lavoro. Ci ha lasciato spazio per sperimentare, stimolandoci e istruendoci. Non vediamo l’ora di lavorare ancora con lui!

Come prassi, vi chiedo di concludere lasciando un saluto ai nostri lettori! Grazie della disponibilità.

Grazie a voi, ciao gnari! Dai invitateci dalle vostre parti per fare una suonata e berci qualche birra insieme!