Intervista a Siriana

Benvenuti su system failure. Avete pubblicato un album che è un vero sballo! Cominciamo dal nome. Dite ai nostri lettori perché “Neorama”?

Grazie mille!! Neorama significa “guardare il mondo dal suo interno” in portoghese. Vogliamo infondere nell’ascoltatore il coraggio di compiere un viaggio che lo possa portare a riscoprire sè stesso in un mondo in continua trasformazione.

Cosa ha ispirato i testi delle canzoni?

Il momento che abbiamo vissuto durante la pandemia, poi anche varie letture tra cui, per citarne una, “1984” di George Orwell.

Come è stato collaborare con Pierpaolo Capovilla?

Eravamo in procinto di scrivere un pezzo insieme a Pierpaolo, il cosiddetto “featuring”, finché non ci siamo resi conto una volta in studio, che la stima che si era creata tra di noi era a dir poco dirompente. Da lì è subito nata l’idea di fare un disco insieme. Pierpaolo è uno zio ormai per noi, un Professionista incredibile.

Passiamo all’artwork del disco. Cosa rappresenta?

Rappresenta l’arrivo di un uomo senza volto con la sua macchina sotto un raggio di luce. La luce del suo “Neorama”. L’arrivo del momento che stava aspettando.

Che messaggio o messaggi volete veicolare con la vostra musica?

Speranza, coraggio e appartenenza al proprio credo.

Ci parlate della genesi dell’album? Che strumentazione è stata usata per il lato tecnico(mix, master, sound design etc)?

Le sonorità dell’album sono caratterizzate da atmosfere malinconiche con fusioni psichedeliche e sorprese di pura rabbia hard-rock. Abbiamo utilizzato synth per alcune parti di melodia , ma per noi le chitarre e la parte ritmica sono fondamentali affinché il nostro sound venga fuori realmente

Come avete elaborato il vostro particolare sound che mostra anche un po’ di elettronica?

Marcello Maietta è il creatore di ogni canzone, studia e ristudia i pezzi prima di portarli alla band essendo poli-strumentista. Ogni volta ci ritroviamo in studio per elaborare i brani e il sound che vogliamo ottenere. L’elettronica è arrivata nel momento giusto, poiché i sinth compattano il nostro sound rendendolo anche più attuale al sound rock che circola in questi anni

Quanto è importante la presenza dell’elettronica in un album rock o metal nel mondo di oggi?

Per noi è abbastanza essenziale ora come ora. Ci siamo molto innamorati di questo incastro tra rock e psichedelia elettronica.

Avete suonato sullo stesso palco dove hanno suonato i dEUS. Che emozioni avete provato?

Una serata indimenticabile per noi. Ricorderemo sempre questo nostro momento. Il pubblico era pazzesco, un clima indubbiamente unico ed internazionale.

Come vedete l’attuale panorama indie italiano?

In continua evoluzione. Per questo abbiamo scritto “Neorama”. Noi non vogliamo stare ai tempi che cambiano. Ci piace portare la nostra personalità sin da subito, che venga capita o no, vogliamo solo essere coerenti con ciò che siamo e che facciamo.

“Il nostro tempo” e “Sempre al limite” sono tra i migliori pezzi dell’album. Di cosa parlano queste canzoni?

“Il nostro tempo” racconta il malessere di vivere generato da un mondo elitario che è sempre più vittima del consumismo. È facile perdersi quando i privilegi sono solo per pochi e le possibilità per i giovani sono sempre più ridotte, spesso siamo imprigionati in trincee e rischiamo di accontentarci di una vita che non ci è mai appartenuta, accettando che siano altri a fare scelte al nostro posto. Il valore della vita non può equivalere ad un numero o ad un algoritmo e per non lasciarsi andare alla deriva non basterà accontentarsi di premi di consolazione, così come denuncia Pierpaolo Capovilla nel testo della canzone scritta a quattro mani con il frontman Marcello Maietta. Mentre “Sempre al limite” racconta che l’accettazione di sé stessi è rappresentata, spesso, da un percorso fatto di eccessi, che il più delle volte sfocia in luoghi comuni, accompagnati da una colonna sonora che travolge la mente del protagonista, fino a farlo perdere nei deliri della sua immaginazione. “Sempre al limite” invita il protagonista a dimenticare i pregiudizi di una società abituata alla catalogazione e cerca di dimostrargli che, anche la vita può diventare un palcoscenico, in cui i migliori attori sono quelli che decidono di vivere oltre il limite.

Per finire, salutate i nostri lettori e parlateci dei vostri progetti futuri…..

Stiamo lavorando sodo insieme al nostro ufficio stampa Stefania Vaghi, ci auguriamo presto di avere la possibilità di trovare un booking che faccia al caso nostro che possa seguirci e spedirci in tour. Chissà magari anche qualche tappa all’estero. Ciao ragazzi! Ed ascoltate “Neorama”!

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