Intervista a Silvio Ricci

1)Benvenuto su system failure. ti presenti ai nostri lettori?

Sono silvio ricci, nato nel 1962. amo e seguo hard rock e heavy metal da una quarantina d’anni. ho presto realizzato che la musica mi piaceva raccontarla.

2)Hard rock emotions é un libro nel quale si racconta la storia del rock duro dagli anni sessanta ai giorni nostri. come è nata l’idea di questo libro? ci racconti la sua genesi?

L’idea del libro e’ nata appunto dal mio piacere di raccontare la musica, il suo nascere e il suo divenire. Ho scritto articoli e recensioni su riviste e fanzine, e anche un primo libro, hard rock story, nel 1986. Ho anche fatto radio e tutte queste cose ho ricominciato a farle di recente. Tutta l’esperienza maturata ascoltando dischi e assistendo a concerti (spesso molto lontano dalla mia bari e’ infine confluita naturalmente nel libro hard rock emotions del 2017).

3)Per tuo gusto personale quali sono gli anni che preferisci della storia del rock?

Sicuramente gli anni che rappresentano al meglio la mia idea di rock sono racchiusi nel quindicennio 1965 – 1980.

4)Quanto ami la musica rock? fino a che punto?

Amo la musica rock come una compagna di vita

5)Nomina 3 album che hanno segnato la tua vita.

“Made in japan” dei Deep Purple, “The song remains the same” dei Led zeppelin, “live at leeds” degli Who. Il grande rock si esalta al massimo nella dimensione live.

6)Ho letto che sei un critico musicale. Come nasce una tua recensione?

Più che un critico amo definirmi un appassionato consapevole. Una mia recensione nasce dalle emozioni date dalla musica, poi interviene il senso di inquadrare e storicizzare il tutto.

7)A volte ho pensato che scrivere una recensione è come far l’amore con l’opera d’arte recensita. Che ne pensi di questo mio pensiero?

E’ una sensazione assimilabile all’amore. Non sono un “buonista”, ma prima di stroncare una qualunque opera musicale non posso fare a meno di pensare che e’ frutto dell’entusiasmo di musicisti che impugnano gli strumenti per esprimere qualcosa. Se poi quel qualcosa non piace a me non significa che vada distrutto.

8)Spesso si è detto che il rock è morto…commenta questa frase…

Il rock non può morire perchè esprime pulsioni, disagi e istanze che saranno sempre presenti nell’animo umano. Di solito queste istanze sono presenti nell’animo dei giovani. Ma i giovani crescono e invecchiano e quindi tutto si può evolvere in direzioni diverse e imprevedibili. Poi arrivano nuovi giovani e tutto si ibrida in un flusso inarrestabile.

9)Nei tempi recenti abbiamo visto la scomparsa di Dolores dei Cranberries, di Chris Cornell, di David Bowie etc. Cosa si prova a sapere della morte di persone che hanno dato tanto alla storia del rock?

Fa male registrare la morte di artisti che con la loro voce e la loro musica hanno segnato la nostra vita. Ma fa parte del ciclo delle cose. Inoltre inevitabilmente la morte degli artisti finisce con l’accrescerne l’alone leggendario.

10)Tornando al tuo libro, per te quali sono le emozioni che può trasmettere il rock?

Il rock e’ emozione pura. E’ un pugno allo stomaco, un calcio in faccia, ma e’ anche una dolce carezza. E’ confusione, adrenalina, passione, tenerezza e romanticismo struggente.

11)Per finire, un saluto ai nostri lettori e un appello per spingerli a leggere il tuo libro…

Nel mio libro c’è tutto il mio cuore di appassionato. L’ho scritto per tutti coloro che questa musica la ascoltano, la suonano, la amano e la respirano.