Intervista a Giovanni Santese

Come è nata in te la passione per la musica?

Suono la chitarra fin da piccolo e lo stesso posso dire della scrittura: ho sempre avuto un certo bisogno di scrivere qualcosa, tirare fuori in forma di versi le cose che avevo bisogno di inquadrare meglio. Fondere musica e parole è stata quindi una cosa molto naturale.

Come prende forma una tua canzone? Che ambiente crei intorno a te stesso?

La scrittura delle mie canzoni avviene in diversi modi a seconda delle situazioni. A volte (sempre più spesso) prendo appunti vocali in macchina, quando mi folgora uno spunto sia testuale che di melodia, e poi alla prima occasione possibile butto giù il resto della canzone a casa. A volte scrivo un testo intero, cercando già di impostarlo secondo una metrica adatta alla trasposizione in canzone, per poi aggiungerci una melodia in un secondo momento. E altre volte ancora scrivo tutto insieme, iniziando dal semplice suonare senza una meta precisa, fino a lasciarmi colpire, da un verso, una melodia, per poi iniziare a scrivere tutta la canzone. Non mi serve un’atmosfera precisa o un luogo, ma sicuramente devo essere da solo.

“Questo amore”. Di cosa parla questa canzone?

La canzone è un racconto autobiografico, sulla normalità dell’amore, sul fatto che anche il più grande amore da romanzo, deve fare i conti con la banalità e le difficoltà quotidiane.

Il videoclip di “Questo amore” è stato diretto da Lorenzo Kruger. Come è collaborare con quest’ultimo?

Lorenzo è un artista poliedrico e dalle idee geniali. A questo aggiunge una grande professionalità e una notevole capacità di stare sul pezzo finché il lavoro non prende la forma che lui ha in mente fin dal principio. Collaborarci è stato un arricchimento e sicuramente solo l’inizio di una collaborazione duratura.

Quali sono i tuoi miti musicali, i tuoi artisti di riferimento?

Sono cresciuto musicalmente con i cantautori italiani. Alcuni mi stupiscono ancora, altri mi sono andati più a noia, ma l’imprinting è quello.

Giovanni Santese ha preso parte inoltre allo storico concerto del Primo Maggio di Taranto davanti a 100.000 presenze insieme a Fiorella Mannoia, Afterhours, Vinicio Capossela, Tre Allegri Ragazzi Morti e tanti altri. Cosa ricordi di quella esperienza?

Grande energia, e seppure fossi davanti a migliaia di persone, una sicurezza che credo solo tanta gente messa insieme ti può trasmettere. Bellissima esperienza.