Intervista a S.C.I.O.
Bentornato su system failure. “Le prigioni di Jaco” è il tuo nuovo singolo. Quale è la differenza tra questa canzone e le tue precedenti?
Ciao e grazie a voi per questa intervista! Mah guarda sto semplicemente lasciando scorrere la creatività senza nessuno schema. La musica è uno spazio senza contorni o barriere…ovvio che analizzando i brani mi rendo conto di una evoluzione. “Le prigioni di Jaco” rappresenta ad oggi il mio schema ideale. Elettronica essenziale, batterie che “colorano” molto e frasi di basso marcate dove far muovere le melodie.
Con quale grande nome del presente o del passato vorresti collaborare?
Caspita. Se proprio dovessi sognare direi che io amo chi ha dimostrato grande coerenza artistica. Mi vengono in mente Gianni Maroccolo e Paolo Benvegnù.
Che effetti hai usato per questo tuo “Le prigioni di Jaco”?
Per le prigioni di Jaco ho usato 5 catene di effetti diverse. Il suono principale del basso “matrice” è stato processato passando da una testata swr sm 400 e fatto uscire da una mark bass ny122 associato al mio Dean attivo 4 corde. Per gli assoli ho usato un Soundgear Ibanez 5 corde filtrato tramite vari plugin di guitarig all’interno di Logic Pro x. Ho sfruttato anche i suoni della mia zoom b3n riprocessati su effetti da chitarra.. Insomma… un bel minestrone…
Jaco Pastorius. Perché hai scelto proprio lui e non altri?
È stato casuale. Nel documentario c’è una scena dove il figlio di Jaco racconta di aver visto il padre in stato confusionale mentre vagava nel parco dove ormai viveva da diverso tempo come un barbone. Ho immaginato i loro sguardi incrociarsi. Da qui è nato tutto. Prova per un attimo ad immaginare i loro pensieri in quel momento. Prova ad immaginare il loro stato d’animo. Un figlio che vede il padre in quello stato…ed un padre che probabilmente vorrebbe esprimersi in un modo diverso. Ma è inprigionato.
Quanto questo mondo distopico in cui viviamo può essere percepito come una prigione?
È molto soggettivo. C’è gente che ha smesso di fare figli dalla paura del futuro e gente che non sente il peso di niente addosso. È questione di sensibilità o di senso del globale…o di egoismo…discorso infinito…
I suoi pezzi, completamente strumentali, sono spesso un viaggio nella psiche umana. Letto questo nel comunicato giunto in redazione. Quanto è importante far viaggiare le persone con la propria musica?
Penso che bisogna essere fortunati quando si trova un mezzo di evasione/ricarica. Io l ho trovato nella musica. Se qualcuno trovasse nella mia musica un momento del genere ne sarei assolutamente contento. Sicuramente ad oggi c’è assolutamente la necessità di evadere…quando questa evasione diventa anche un momento di riflessione introspettiva… beh. Diventa un vero e proprio momento di crescita personale.
Come è collaborare con Brainstorming music?
Brainstorming music è una realtà giovane che sa come lavorare e come accudire i propri “pulcini”. Mi trovo molto bene e lo consiglierei a chiunque abbia un progetto musicale. Noto che hanno sempre qualcosa di nuovo da proporre ai propri artisti per poter migliore la visibilità. Voto 10.
Per finire, saluta i nostri lettori e parlaci di qualche tuo sogno nel cassetto come artista….
Io vi ringrazio infinitamente per questo spazio. Un saluto a tutti i vostri lettori. Un sogno??? Se continuo a fare musica… è già un sogno. Grazie di cuore.
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