Intervista a Romea

1)Benvenuti su System failure. Ci raccontate il vostro percorso artistico fino a qui?

Ciao a tutti e grazie per averci contattati!! Il progetto è nato nel 2014 dall’idea di Alberto che decide di riunire un gruppo di amici musicisti per dare vita ad un progetto che coinvolge fin da subito la dimensione musicale e quella artistico/visuale. Quello che ne è nato si muove tra hip-hop, trip-hop, jazz ed elettronica.

2)Ci parlate del vostro background musicale?

In realtà tutti i componenti hanno una storia musicale molto diversa. Alberto nasce come batterista punk/hard core e rock abbracciando in seguito la cultura hip-hop e il turntablism. Paolo si è laureato al conservatorio in piano classico e musica Jazz, Alessio ha suonato il basso in diverse formazioni passando dallo stoner all’indie rock e Antonio si sta laureando al conservatorio in batteria jazz e nel corso degli anni ha militato in diverse formazioni rock e pop.

3)Come è nata in voi la passione per la musica?

Nelle nostre zone fin dagli anni ‘80 c’è sempre stata scena musicale indipendente partita dal metal, passando per il rock, il grunge, il crossover, fino ad arrivare all’indie. Fin dall’adolescenza abbiamo frequentato musicisti più grandi di noi che ci hanno introdotti nella scena.

4)Perché vi chiamate Romea?

Dalla finestra dello studio dove proviamo, ricavato nel salotto di DJLB, vediamo la strada che in 130 km collega Venezia a Ravenna, ovvero la SS 309 Romea. Di giorno trafficatissima, di notte quasi surreale.

5)Come prende forma una vostra canzone? Parlate del processo creativo alla base …

Generalmente i pezzi prendono forma partendo da un campionamento attorno al quale viene costruita la struttura del brano; a volte l’incipit può partire da una composizione al pianoforte. E’ capitato anche di chiudere pezzi partiti da improvvisazioni in sala prove, tuttavia di solito lavoriamo su input che qualcuno di noi ha già in testa.

6)Abbiamo recensito il vostro “Madrugada”(cover subito sotto). Come è nato? Dove è stato registrato? Che tecnica di registrazione è stata usata?

Madrugada è nato dalla voglia di portare il nostro progetto ad un livello diverso. Per ottenere la qualità e l’atmosfera che ricercavamo ci siamo affidati all’Alpha Dept Studio di Bologna lavorando con Andrea Suriani. Dal punto di vista tecnico la maggior parte dei pezzi è stata registrata suonando tutti insieme in presa diretta per creare il giusto mood, aggiungendo poi le chitarre, gli archi, le voci e i sax in un secondo momento.

7)Che strumentazione è stata usata per l’elettronica?

Per i beat e le basi abbiamo usato delle drum machine, campionatori e Ableton; per i bassi e i lead sia dei sintetizzatori sia monofonici (come il Korg MS-20) che polifonici (uno su tutti il Juno 60). I campionamenti sono stati inseriti girando sui Technincs interfacciati con il Serato; per gli interventi di piano elettrico abbiamo usato Wurlitzer e Rhodes.

8)Chi si è occupato del songwriting?

Come già accennato riguardo al processo compositivo, l’idea iniziale parte generalmente da Alberto o Paolo. I pezzi vengono finalizzati ed arrangiati tutti insieme.

9)Ci parlate della cover del disco? Cosa rappresenta?

L’artwork della cover nasce da un frame di un progetto di video animazione realizzato del visual art designer Martino Prendini. Conosciamo Martino da diverso tempo e seguiamo i suoi lavori; quando abbiamo visto l’abstract del progetto siamo rimasti colpiti dalla scelta dei colori utilizzati in quanto sembrano evocare il significato letterale di Madrugada, rendendo al tempo stesso l’idea visiva delle atmosfere presenti nel disco.

10)Su quale canzone mi dovrei soffermare del disco e perché?

Senza dubbio TETRA!! Questo pezzo è l’esatto sunto di quello che sviluppiamo all’interno del nostro progetto ovvero la mescolanza di basi, campioni e parti suonate. Non a caso Tetra chiude l’album e tutti i nostri concerti.

11)Come è nata l’idea di mettere insieme generi musicali diversi fra loro?

L’idea parte dal desiderio di DJLB di costruire attorno ai campionamenti delle atmosfere strumentali liberamente contaminate dalle attitudini degli altri componenti. In questo caso la diversità di background, di ascolti e di esperienze che caratterizza ognuno di noi, gioca a favore della ricerca della mescolanza sonora e compositiva.

12)Vi hanno mai proposto di scrivere una colonna sonora?

Al momento no, però una proposta di questo tipo ci gratificherebbe moltissimo.

13)Siete una band emergente? Come vedete la scena emergente italiana?

Decisamente emergente!!! Osservando la scena emergente italiana in questo momento ci rendiamo conto di essere circondati da progetti interessanti e di spessore. La quantità e qualità delle nuove produzioni in uscita in questi primi mesi dell’anno, preannunciano un 2019 davvero interessante per la scena indipendente italiana. Ci onora davvero farne parte!!

14)Per finire, salutate i nostri lettori e invogliateli ad ascoltare la vostra musica…..

Prima di congedarci volevamo ringraziarvi per lo spazio che ci avete concesso. Mandiamo un grande abbraccio ai vostri lettori augurandoci che ricerchino sempre la qualità nella musica, al di là che sia la nostra o di altri.