Intervista a Red Light Skyscraper

1)Benvenuti su System Failure. Potete raccontarci il vostro percorso artistico fino a qui?

Ci siamo formati nel tardo 2013 a Siena: volevamo semplicemente suonare brani strumentali tipici del post-rock per distaccarci un po’ dalle solite cose che vedevamo in giro. Tra il 2015 e il 2016 abbiamo registrato e prodotto quattro singoli, che abbiamo promosso sia sul web tramite Pandora, che dal vivo in vari locali in Italia. A Dicembre del 2016 abbiamo avuto il grande onore di essere stati scelti dai Ministri per aprire il loro concerto al Flog di Firenze e dopo qualche settimana abbiamo iniziato la nostra campagna crowdfunding per ‘Still the Echo’, l’album che abbiamo rilasciato il 28 Ottobre 2017.

2)Parlateci delle band che maggiormente hanno influenzato il vostro sound. Potete nominare i 3 album che hanno segnato la vostra vita?

Ve ne nominiamo quattro, così possiamo dirvene uno a testa:

Pink Floyd – Dark Side of the Moon

Korn – Life is Peachy

Tool – Aenima

Jimi Hendrix – Axis: Bold as Love

3)Come nasce in voi la passione per la musica?

Avere in casa molti dischi, cassette o vinili ci ha aiutati sicuramente a sviluppare quella predisposizione all’ascolto di tanta musica diversa. Poi ognuno ha i propri gusti e sceglie i generi che predilige, ma sicuramente la musica è stata nostra amica sin dall’infanzia, anche se la scintilla vera è scoccata dopo aver iniziato a suonare uno strumento!

4)Come prendono forma le vostre canzoni? Parlateci del processo creativo alla base…

Ci sono alcuni brani che hanno origine dalla sala prove senza un’idea ben precisa, ovvero assecondando l’istinto creativo di ognuno di noi. Altre volte invece, viene proposto un riff di chitarra, una linea di basso, o addirittura una struttura intera, e da lì ci suoniamo sopra fino a che non troviamo qualcosa di cui siamo convinti.

5)Avete pubblicato il vostro primo disco dal titolo Still the Echo grazie ad una campagna di raccolta fondi su Musicraiser, campagna che ha riscosso molto successo. Potete commentare queste parole? Raccontateci tutto per bene…

Abbiamo scelto la campagna crowdfunding perchè secondo noi era il metodo migliore per realizzare il nostro album. L’idea di base è stata quella di far capire ai nostri fan che avevano la possibilità unica di sentirsi parte di un progetto. Non era soltanto un “dare i soldi”, è stato molto di più. Abbiamo ricevuto supporto da molte persone che neanche ci conoscevano ma che sono rimaste affascinate dalla nostra storia e volevano far parte di questo percorso. Siamo rimasti molto contenti del fatto che siano stati più di 170 quelli che hanno contribuito alla realizzazione di Still the Echo, tant’è che all’interno delle copie fisiche sono presenti tutti i loro nomi!

6)Ho letto che avete registrato tutti i brani di Still the Echo in presa diretta per meglio catturare tutte le sfumature del vostro sound. Dove sono avvenute le registrazioni? Che emozioni avete provato nel realizzare questo progetto piuttosto ardimentoso? Come è stato lavorare con Frank Arkwright?

Le registrazioni sono avvenute al Virus Recording Studio di Siena con Alessandro Guasconi e Jacopo Pettini. Tutto il processo è stato molto divertente perchè abbiamo suonato in un ambiente in cui ci sentivamo molto a nostro agio. Magari a volte è stato anche faticoso e difficile, ma non c’è cosa più bella di vedere il proprio prodotto che pian piano prende forma. E’ stato un onore collaborare con Frank, è stato molto gentile nell’accogliere le nostre richieste e nell’ascoltarci.

7)Ho letto anche tali parole: “con chitarre, basso e batteria i Red Light Skyscraper accompagnano l’ascoltatore in un viaggio alla ricerca delle più profonde sensazioni interiori, lasciando un ricordo, un eco, che rimane anche dopo la fine del disco (Still the Echo). Immagini, emozioni, percezioni, sensazioni profonde e nascoste insite nell’ascoltatore, che vengono toccate e risvegliate dalla musica dei Red Light Skyscraper”. Quanto è importante suscitare immagini, emozioni e percezioni nel proprio pubblico?

Per noi è tutto. Soprattutto visto che il più delle volte non possiamo intrattenere il pubblico nel modo tradizionale, cioè tramite una figura carismatica centrale come un cantante. Il nostro obiettivo è teletrasportare gli spettatori nel nostro mondo.

8)C’è un filo rosso che lega tutte le vostre canzoni?

L’alternanza tra quiete e movimento è un elemento sempre presente nel nostro album.

9)A vostro parere, la musica può rappresentare un viatico per raggiungere una sorta di mondo alternativo a quello reale? In che misura?

Per noi è proprio così, il nostro miglior rifugio contro il “caos” della vita quotidiana è la sala prove. Tendiamo a ricercare sempre quei momenti in cui siamo talmente presi da quel che ascoltiamo o suoniamo, che non esiste tempo, ma soltanto un gigante flusso emotivo che ci travolge.

10)Per finire, spiegateci perché ascoltare i Red Light Skyscraper tra le tante band underground italiane?

Perchè abbiamo qualcosa da dire, nonostante non abbiamo poi così tanti testi.