Intervista a Ostinàti

Benvenuti su system failure. Come vi siete conosciuti? Come è nato questo progetto musicale?

Gli Ostinati nascono dalla collaborazione di musicisti impegnati in supporto reciproco in sostegno ai loro stessi esami di laurea presso i conservatori Italiani.

Jazz. Perché questo tra tanti generi musicali?

Dopo tanti anni di musica ci siamo resi conto che il jazz è l’unico territorio che offre la possibilità di esprimerci liberamente con la nostra idea di musica.

Chi sono i vostri miti musicali?

Attingendo dalla JazzFusion, i nostri capisaldi più rappresentativi sono( hai altre 10 pagine?): Michael Brecker, Chick Corea, Herbie Hancock, John Coltrane, Dave Weckl , Dennis Chambers, Peter Erskine, Steve Gadd, Marcus Miller , Jaco Pastorius , Pat Metheny, ecc ecc.

Stone Wall. Ci potete parlare della genesi di questo album? Quale è la traccia che preferite?

Quest’album è stato pensato come un viaggio nella Sicilia sud orientale e racconta colori , sapori, odori e immagini singolari che appartengono a questa parte del mondo. Sicuramente Stone wall e Syncro sono le traccie più rappresentative di questo lavoro.

Nel vostro album c’è la rivisitazione di “Speak No Evil”, omaggio al grande Wayne Shorter. Perché avete scelto proprio questo brano?

Wayne Shorter è stato un sassofonista che ha vissuto l’epoca del Jazz tradizionale riuscendo a traghettare con i Weather Report verso il Jazz moderno. Speak no evil, nonostante appartenga al primo periodo di Shorter è un brano che si è prestato benissimo ad una nostra singolare rivisitazione, poi il tema è stupendo!!!!

Federica Vero. Come è collaborare con lei? Ci parlate del video di Syncro? Dove è stato girato? Raccontateci tutto per bene…

Federica Vero è una grande artista ed ha saputo mettere in risalto la nostra musica attraverso le immagini, rappresentando una situazione” live”degli Ostinàti. Syncro rappresenta in musica la contemporaneità di eventi diversi, infatti gli assoli strumentali del brano, nella scena del video sono stati girati in stanze diverse dello stesso edificio che è un ex mattatoio comunale. Questo luogo da alcuni anni è stato recuperato dall’ass. Mattofficina, un gruppo di artisti che ha reso magico questo spazio con continue attività di laboratorio artistico polivalente.

Su quale palco sognate di suonare?

Pensando all’Italia il palco dell’Umbria Jazz sarebbe il massimo. Poi vorremmo sicuramente programmare per il futuro una tournée magari all’estero.

Quale è la “dimensione ideale” per la vostra musica live? Cosa non deve assolutamente mancare? Come è il vostro concerto perfetto?

Certamente la nostra musica merita attenzione. Cerchiamo sempre di selezionare i luoghi dove si fa musica live, e preferiamo sempre la situazione “concerto”, quindi jazz festival, teatro e rassegne musicali dove è presente un attento pubblico.

Quale live ricordate particolarmente? Raccontateci anche un aneddoto se volete….

Sicuramente il nostro concerto di esordio al The Globe di Ragusa è stato significativo per tutti noi. L’Arco Azzurro jazz festival di Bagheria, e la rassegna jazz presso Zo centro culture di Catania sono stati i concerti più prestigiosi visto i grandi nomi in cartellone. Ricordiamo con affetto la bellezza del tramonto dell’Arco azzurro di Bagheria accompagnato dalla nostra musica, che ha lasciato il pubblico entusiasta. Tutto ciò ha ripagato la fatica di trasportare i nostri strumenti in questo scorcio di montagna scavato dal mare.

Come avete elaborato il vostro sound?

Il nostro sound nasce proprio dall’unione di musicisti di estrazione musicale diversa, ma uniti dalla stessa passione che è il jazz. Quindi più che un elaborazione, il sound della band è stato creato in modo naturale rispettando solamente alcune scelte stilistiche dettate dalla natura di ogni brano. Poi il fatto di eseguire musiche originali ci lascia molta libertà di scegliere le migliori soluzioni e quindi da li nasce un sound, sicuramente molto personale.

Come è collaborare con Isulafactory, come li avete conosciuti e perché loro e non altri?

Isula Factory per noi è stata una grande fortuna. Nonostante abbiamo ricevuto proposte di altre etichette italiane presenti da molti anni nel territorio, scommettere su questa giovane etichetta ci ha portati a grandi risultati, sopratutto in visibilità. Ringraziamo Maurizio Caschetto di IF per averci messo in contatto con voi e con tanti altri addetti ai lavori.

Studio, talento e tecnica. Come si devono intrecciare in una band?

Questi 3 elementi servono sicuramente ma non bastano da soli. Serve un lavoro di squadra e sopratutto una progettualità per dare il giusto valore alle cose.

Per finire, salutate i nostri lettori e diteci quali sono i vostri progetti futuri…

Per il futuro c’è in cantiere la pubblicazione di un nuovo EP e la preparazione ai prossimi concerti di un piccolo tributo a Michael Brecker oltre ai brani del nostro disco Stone wall. Sperando di vederci presto ai nostri concerti ringraziamo Isula factory per averci messo in contatto e tutti i lettori di System failure.