Intervista a NÖCTÆ
NÖCTÆ Un duo rock esplosivo del panorama musicale romano. Uno stile che potremmo definire “estremo”, ma sicuramente molto originale. Una miscela di stili con influenze di vario genere che danno vita ad un ritmo serrato e potente. Un duo capace di comunicare in modo alternativo senza tralasciare il gusto estetico, anche l’occhio vuole la sua parte! Un dress-code che completa e caratterizza un mix ben riuscito tra “classico” ed alternativo.
• Tre parole che caratterizzano il vostro stile musicale
Intenso – Spietato – Genderfluid
• Quando è nato questo duo esplosivo?
(Kaiten): La gestazione è stata concettualmente lunghissima.
Döpe ed io ci conoscevamo già da una decina di anni, appassionati entrambi di musica e fondatori di diversi progetti. La decisione di fondare un progetto insieme è stata una considerazione cotta e mangiata: Esistiamo infatti solo da ottobre del 2019!
• Il vostro sound esterofilo riscontra delle difficoltà nel panorama musicale italiano?
Diciamo che è un momento bruttino per qualsiasi produzione artistica… Affermare un nuovo prodotto richiede dedizione e tanta pazienza, sul versante italiano e non solo.
• “VIPERS”, il vostro nuovo singolo, è uscito con un video accattivante dal punto di vista estetico ed ha una forte attenzione al dettaglio. In un mercato che punta più sulla quantità, pensate che la qualità paghi ancora?
Cerchiamo in effetti di studiare un po’ quale sia il mercato attuale. Ascoltiamo tutti i tipi di musica partendo dalle radici di un rock anni 70 fino ad approdare ai terreni alternative / trap di oggi. Vediamo che effettivamente le produzioni sono qualitativamente più “grezze”, vuoi per una ricerca stilistica, vuoi per una facilità di diffusione. Noi stiamo cercando di dire cose nuove con un’attenzione dal sapore un po’ più retrò. Non amiamo lasciare nulla al caso!
• “1988” è il vostro EP di esordio pubblicato dalla Label Giapponese B I J, che cosa racconta?
(Kaiten): È un EP concepito per presentarci al pubblico. È la sintesi della nostra essenza, a partire effettivamente dall’anno in cui siamo nati. A cavallo tra gli anni 80 e 90 sono venuti fuori i progetti musicali che più ci hanno stimolato e formato. Se analizzate l’artwork che ho realizzato per la copertina, troverete un Easter Egg collegato effettivamente alla cover presente sull’EP…
• Per il futuro è previsto un tour in Giappone?
Si! Con BIJ c’è un percorso da fare in termini di produzione per cui è prevista l’uscita di 4 EP, al termine dei quali è previsto un tour. Ovviamente al momento è tutto bloccato per via della pandemia che stiamo attraversando. Dal canto nostro, cerchiamo di essere produttivi e propositivi. L’umanità non può arrendersi davanti a questo nemico invisibile!
• Il vostro stile è un mix di influenze, chi sono gli artisti che vi hanno ispirato?
(Kaiten): Abbiamo una formazione simile e molto vicina sia in termini di gusti che di beniamini, abbiamo quindi degli eroi condivisi. Ma direi con certezza quasi matematica, che il cuore pulsante di Döpe a livello emozionale, venga dall’Hard Rock americano dagli anni 70 in avanti. Partendo dagli Aerosmith, passando per i Mötley Crüe, Guns ‘n Roses e tutta la scena glam / heavy anni 80. Logicamente, avendo una cultura musicale fitta, non si lascia “bloccare” all’interno di un genere. Questo è il motivo per cui da subito mi sono trovato bene con lui. La musica è la colonna sonora della nostra vita: se fosse sempre la stessa, saremmo certamente monotematici! Per quanto riguarda me, tutto ciò che è alternative, dagli anni 70 ad oggi ha catturato la mia attenzione dall’infanzia. Personalmente, il mio cuore è rimasto intaccato fortemente dalla scena Industrial americana di inizi anni 90, partendo dagli Skinny Puppy, passando per i Minstry di Al Jourgensen, dai riferimenti assoluti, i Nine Inch Nails e al mio personale Hierophante, Marilyn Manson.
• La vostra immagine estetica musicale ha un forte impatto, che influenza ha nella vostra vita privata?
(Kaiten): Da sempre ho vissuto questo bisogno di disallineamento dall’ordinario, dal consueto. Questo ha comportato anche episodi di emarginazione, in tenera età anche bullismo. Per me uscire nel mondo ordinario, vestito in modo straordinario, era una sfida allo status quo ed alla mentalità provinciale di molti soggetti in cui mi imbattevo. L’arte è fatta per non essere compresa, per dare fastidio. Come per l’esercizio fisico, per dare risultati deve fare male. Altrimenti è inutile.
• La Musica è un potente strumento di comunicazione, che messaggio volete trasmettere?
E’ la nostra primaria valvola di sfogo. Convogliamo nel fare musica dei turbamenti interiori altrimenti irrisolvibili, dalla fase di scrittura di studio, ai live in cui diamo tutto di noi stessi, quasi in un atto di sacrificio. Il messaggio che vogliamo trasmettere si rivolge a tutti coloro che vivono un momento di incomprensione. Capita spesso nella vita di guardarsi attorno e sentirsi estremamente soli, sebbene circondati di moltitudini di persone. Personalmente ci siamo salvati da questa incomprensione quando abbiamo ascoltato musica e letto testi di persone che stavano vivendo le nostre stesse indescrivibili emozioni. Allora ci siamo sentiti meno soli. Noi tentiamo di fare sentire meno solo qualcun’altro.