Intervista a NewAir

Benvenuto su system failure. Puoi parlarci del tuo percorso artistico fino a qui? Come è nato il tuo progetto musicale? Perché questo nome?

Il progetto NewAir è nato nel lontano 2012 e ha vissuto alcuni cambiamenti fino ad oggi, sia di formazione che di genere. Il fulcro è sempre stata la sperimentazione, ma solo nell’ultimo anno la direzione è stata verso l’Alternative Dance, il Synthpop e il Pop. Ovviamente questi cambiamenti di “genere” sono stati importanti per poter abbattere tutte quelle barriere di stili; infatti non amo definirmi per forza in un unico genere, ma di sicuro il Synthpop e la Dance sono i miei punti “cardine”. Perchè il nome NewAir? Credo sia proprio il simbolo di questa volontà di sperimentare e fondere più generi insieme, attraverso una “nuova aria”.

Perché tra i tanti generi hai scelto l’elettronica nella sua sfumatura alternative e dance pop?

Diciamo che fin dai primi momenti che ho abbracciato l’elettronica ho sentito dentro di me questa vena “Electro” fondersi con il “Pop”. Inoltre devo ammettere che mi sarebbe piaciuto vivere negli anni ‘80 e quindi la “Dance” è sempre stata un punto di riferimento per me.

Come nasce una tua canzone? Che ambientazione crei intorno a te?

Non riesco a comporre, arrangiare e produrre un brano senza creare intorno a me una vera e propria ambientazione filmica. Mi piace immaginare come si potrebbe muovere il “protagonista” del brano e che situazioni potrebbe vivere. Infatti le mie ultime produzioni sulla “Divina Commedia” mi hanno trasportato in un mondo interiore, fatto di vita quotidiana che si mescola a quella musicale; ho vissuto tutto questo in prima persona e ho capito che la Musica è parte di me in tutti i sensi!

Quali sono i tuoi ascolti attuali? E quelli passati?

Ho approcciato a 12 anni con la Musica ascoltando il Pop e passando negli anni a seguire nel Rock e poi nel Metal. A 17 anni ho invece conosciuto l’Elettronica e da lì non l’ho più abbandonata. Successivamente ho approfondito anche la Classica e il Jazz, mentre nell’ultimo anno mi sono avvicinato al Rap e alla Trap, anche grazie alle produzioni che sto realizzando nel mio studio per rapper e trapper. Insomma mi potrei definire un “Globetrotter”, no? (ride)

Abbiamo recensito “Eden”. Dove è stato registrato? Difficoltà nel processo di registrazione?

L’EP “Eden”(artwork subito sotto) e il singolo “Polaris” sono stati interamente registrati nel mio “NewAir Studio” qui a Roma. Come tutte le recording ho appreso nuove tecniche sul campo e approfondito vari aspetti. Fondamentalmente nella vita non si finisce mai di scoprire nuove cose e sono aperto a fare nuove esperienze!

C’è una traccia di “Eden” che preferisci particolarmente?

Non ho brani preferiti, poiché essendo un percorso nato dai precedenti lavori (Animae EP e Redemptio EP) direi che tutti i brani sono fondamentali per la riuscita di questo “viaggio dantesco”.

Hanno partecipato diverse voci femminili in questo Ep. Come ti sei trovato a collaborare con loro?

Tutti i miei lavori negli ultimi anni hanno visto un gran numero di collaborazioni e questo perché sono aperto a vivere la musica in “comunità”. Per me, infatti, la collaborazione è tutto e soprattutto nella musica bisogna cercare di trovare una forte “unione artistica”. Comunque nello specifico di “Eden” mi sono trovato molto a mio agio a lavorare con queste grandissime cantanti e spero nel futuro di continuare, con loro, un percorso artistico.

“Divina Commedia” e Dante come temi. Ci spieghi il perché di questa scelta?

Quasi tre anni fa ho voluto iniziare questo percorso e ad oggi sono orgoglioso di averlo perseguito. La Divina Commedia per me è stata una rivelazione; ho vissuto, durante la composizione e la produzione dei tre EP, gli stessi stati d’animo presenti nell’Inferno, nel Purgatorio e nel Paradiso. Difficile da comprendere e lo capisco, ma ho avuto una vera e propria fusione della vita quotidiana con quella musicale/artistica.

Cosa rappresenta la cover dell’Ep “Eden”?

La copertina(che trovate subito sopra) rappresenta la Venere circondata da questo Paradiso Terreste “acquatico”. Anche qui, se ben si nota, si possono trovare i simboli dei 4 brani presenti nell’EP: “l’Eden” in questo caso è l’ambiente marino, “Venus” e quindi Venere in primo piano, “Polaris” inteso come elemento “Stella” e quindi di guida (la presenza del Sole) e “Luna” nascosta ma corpo illuminato dal Sole.

Se la tua musica somigliasse ad una città contemporanea quale sarebbe?

Domanda difficile! (ride) Davvero non saprei…magari qualche paese nordico.

Oltre la musica quali arti preferisci?

Sono un’amante della pittura (in particolare moderna) e passerei ore nelle gallerie d’arte. Poi ho un buonissimo approccio con i film e mi piace seguire le serie di vario tipo e generi.

Siamo in un mondo in crisi climatica, economica ed ora anche sanitaria. Ebbene, in un mondo come questo, quale è il ruolo della musica?

Credo che la musica sia nell’anima dell’uomo e quindi il suo ruolo è fondamentale per tutti noi. Spero davvero che si riesca a superare questo momento difficile e tornare a fare arte a 360 gradi.

Ho definito “Eden” un’utopia sonora? Nel mondo attuale per tanti versi sembra di vivere, invece, in una distopia. Puoi commentare le mie parole?

Effettivamente “Eden”, essendo il Paradiso, rappresenta a tutti gli effetti la liberazione anche “sonora”. Magari questo EP potrà essere una sorta di “manifesto” per poter guardare oltre e capire che c’è dell’altro, oltre a quello che ci viene “propinato” dal mercato discografico.

Puoi dare un giudizio sulla scena electro in Italia?

Qui si tocca una nota dolente! Purtroppo qui in Italia la scena “Electro” non vive un momento idilliaco. Spero che negli anni a venire questa possa tornare in “voga”, anche culturalmente parlando!

Per finire, saluta i nostri lettori ed invogliali ad ascoltare la tua musica….

Intanto saluto tutti i lettori di System Failure e invito loro a vivere un viaggio dentro di se tramite questi tre EP “Divina Commedia”, vivendo nuove emozioni ed esperienze.

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