Intervista a Nerv

1)Benvenuto su System failure. Ci parli del progetto musicale in poche righe?

Nerv nasce dalla voglia di esprimersi e dall’impossibilità di farlo, il nome deriva da un’infiammazione che ho avuto ad un nervo del gomito prima di iniziare il progetto, che mi ha impedito di suonare o comunque mi ha fatto suonare poco per un periodo. Il progetto è interamente fatto in casa ed è anche qualcosa di inclusivo, fatto cioè di persone che mi aiutano in un modo o nell’altro a mandarlo avanti a costo zero o comunque minimo. Non parlo quasi mai di me nelle canzoni, non compaio nei video, non mi interessa farmi vedere. Vorrei che il progetto si facesse vedere da solo anche se per questo c’è ancora tanta strada da fare. Forse vorrei che qualcuno si appropriasse del mio nome, perché quello che mi preme di più è che si conosca il progetto non la mia faccia, vorrei che Nerv fosse qualcun’altro, ma in fondo già lo è.

2)Come nasce in te la passione per l’alternative rock?

Non ho una vera passione per l’”alternative rock” anche se potrebbe sembrare dalla musica che faccio, in realtà non sono stato mai attento a classificare o meglio ghettizzare la musica in etichette, tranne in alcuni casi.

3)Che musica ascolti?

Ascolto tutto ciò che mi colpisce, quello che mi interessa di più è l’innovazione, l’escamotage, il trucco, l’intelligenza creativa. In una parola, l’artista.

4)Nomina 3 album che hanno segnato la tua vita….

Tre sono pochi, comunque ci provo:

– Mars Volta – Frances the Mute

– White Stripes – Get behind me satan

– Nine Inch Nails – The Slip

5)Abbiamo recensito il tuo secondo Ep omonimo. Su quale traccia mi dovrei soffermare e perché?

Forse su L’Odio perché è la canzone più sincera dell’ep, l’ ho scritta di getto una mattina in post-sbronza…La sera prima ho assistito a una rissa insieme ad amici e la scena mi ha colpito nel profondo. L’ho cantata una sola volta improvvisando alcune parti del testo e alcune parti di chitarra, ed è venuta fuori come una rissa, senza motivo.

6)E’ un disco molto adatto al live. Che impressioni hai quando suoni live?

Ho suonato live parecchie volte con le mie band precedenti, mi sentivo più forte perché appoggiato da altre persone, adesso sono solo ma la cosa non mi dispiace affatto. Ho il controllo totale della situazione, posso comportarmi come voglio in base a come mi sento, vedo il live come qualcosa che esprima il mio essere in quel determinato momento e questo si riflette anche nella musica che in un contesto live arricchisco con improvvisazioni e reinterpretazioni delle traccie studio.

7)Che messaggio vuoi trasmettere con la tua musica?

Bella domanda, non lo so è la prima risposta che mi viene in mente. Ogni giorno mi sento diverso rispetto al giorno prima, anche se rispondessi qualcosa domani la penserei in un modo diverso, quindi è meglio che non rispondo… Diciamo solo che tutto nasce dalla contraddizione e dall’errore.

8)Come vedi il panorama italiano indie?

Se è indie per davvero non si vede.

9)Altri progetti in cantiere?

Vorrei fondare un gruppo con tanti elementi, dieci o quindici andrebbero bene. Anche soltanto per suonare davanti a nessuno, magari in un bosco.

10)Per concludere, un saluto ai lettori di System failure…

Ciao a tutti i lettori di System failure! E’ sempre un piacere parlare di musica!