Intervista a Met Fish
Benvenuto su system failure. Ci puoi parlare del tuo percorso fino a qui?
Certo, mi sono avvicinato alla cultura hip hop intorno ai 13 anni. Inizialmente mi sono dedicato ai graffiti, successivamente, dopo l’ascolto di dischi come “Tradimento” di Fabri Fibra e “Chi mmore pe me” dei Co’Sang, ho deciso di iniziare a scrivere rime. Nel 2009 ho inciso il mio primo demo chiamato“All eyez on Met”, rappato sulle strumentali di “All eyez on me” di 2pac. In seguito, nel 2011, dopo una fase di studio e sperimentazione ho scritto e prodotto “Primo Dan”, da lì in poi, ho deciso di pubblicare almeno un ep ogni anno. L’ultimo mio progetto è Harem , un beat-tape di 5 tracce totalmente strumentali.
Quali sono i tuoi ascolti? Puoi nominare anche 3 album che hanno segnato la tua vita?
Sinceramente ascolto di tutto, mi piace spaziare molto tra i vari generi. Prediligo il rap, però ,per esempio, l’industrial o la Dubstep non mi dispiacciono affatto. L’unico genere che non riesco ad ascoltare è il raggaeton. Riguardo ai tre dischi è una scelta dura, perché ogni disco che ho ascoltato mi ha lasciato qualcosa. Sicuramente “Tradimento” di Fabri Fibra,”Penna Capitale” dei Club Dogo e “Recovery” di Eminem.
Come prende forma un tuo pezzo? Ci puoi parlare del percorso creativo alla base?
Dipende molto dal mio stato d’animo, se sono infelice o insoddisfatto di qualcosa, cerco di appuntare delle riflessioni da qualche parte ed intorno ad esse costruisco il pezzo finale. Se invece decido di produrre una strumentale, mi lascio guidare dall’istinto. In genere, quando un campione suscita la mia curiosità al primo ascolto, decido sempre di utilizzarlo per produrre una traccia.
La tua musica è tanto cinematografica. Ti hanno mai chiesto di scrivere una colonna sonora?
Bella domanda, l’idea di produrre colonne mi piace tantissimo. Qualche anno fa ero entrato in contatto con la produzione di una serie poliziesca italiana, gli avevo proposto dei provini di una mia canzone da utilizzare. Era uno storytelling sul protagonista della serie, purtroppo per via di alcuni impegni, non sono riuscii ad inviare la canzone finale.
Abbiamo recensito “Harem”. Dove è stato registrato? Che tecnica di registrazione è stata usata? Che strumentazione usi?
“Harem” è stato fatto tutto in home studio, l’ho concepito a Perugia. La tecnica con cui l’ho prodotto è molto semplice. Dopo una fase iniziale di Digging, ho scelto i samples che rappresentavano al meglio il mio stato d’animo. Fatto questo ho lavorato i campioni manualmente sulla DAW(Ableton) e aggiunto dei synth per dare un tono più cupo alle produzioni. Gli strumenti che uso sono Ableton 10, una Alesis V25 e una scheda audio della Presonus, in questi giorni sto giocando con Serato Samples.
Cosa rappresenta l’artwork di “Harem”?
L’Artwork(che si può vedere subito sotto) rappresenta il modo in cui è concepito l’Harem nel Mondo arabo, cioè uno spazio intimo inviolabile. Per me la musica è esattamente così, un luogo in cui non è concesso l’accesso a tutti e nel quale l’artista può essere libero di esprimere se stesso.
Quanto è importante sperimentare nella musica? Quanto è importante essere eclettici?
Credo che la sperimentazione nella musica sia fondamentale, soprattutto se accompagnata dall’innovazione. Molti generi attuali come la Dubstep o la Grime, sono frutto di una sperimentazione pluriennale. L’eclettismo è un’altra componente importantissima nella musica, ti arricchisce tanto e ti fornisce costantemente nuovi spunti.
Quale è il filo rosso che unisce le tue canzoni?
Le mie canzoni sono figlie del periodo in cui vivo, a volte possono essere legate da un sentimento in particolare, altre volte possono essere semplicemente delle canzoni da voler far uscire e basta.
Siamo in piena emergenza per il Covid-19. Come stai passando le tue giornate?
Sono schiavo della routine. Lavoro dalle 09:00 alle 18:00, studio per acquisire competenze in ambito lavorativo e faccio musica. Questo avviene praticamente tutti i giorni.
Siamo in un mondo in crisi economica, climatica e sanitaria. Quale è il ruolo della musica in questo mondo?
Io aggiungerei che siamo anche in crisi musicale, vista la scarsa tutela di cui hanno potuto godere gli addetti ai lavori. La musica in questo periodo può aiutare chi soffre regalandogli delle emozioni, facendogli dimenticare per qualche istante il contesto in cui stiamo vivendo.
Con quale artista indipendente e non vorresti collaborare?
Ultimamente mi stanno piacendo molto i Pinguini Tattici Nucleari, fare qualcosa insieme a loro mi piacerebbe, poi ovviamente ci sono i miti dell’infanzia come Jake la Furia, Guè Pequeno, Fibra e tanti altri.
Tecnica, studio e talento. Come si devono intrecciare in un artista?
Parto dal presupposto che ognuno di noi abbia un briciolo di talento, questo però deve essere accompagnato dallo studio, dal sacrificio, dalla determinazione e la perseverenza. Questi elementi insieme portano ad affinare la tecnica. Per usare una frase del Piotta “Non basta sbattimento se non c’hai talento, ma se c’hai talento serve sbattimento”
Progetti futuri?
In questi giorni sto finendo di scrivere un ep, ho pronto un altro beat tape e lo farò uscire a breve. Prossimamente vorrei rilasciare anche due ep Dubstep fatti con alcuni ragazzi londinesi.
Saluta i nostri lettori ed invogliali a scaricare ed ascoltare la tua musica…
Vi ringrazio innanzitutto per la chiacchierata. Cosa dire, se avete voglia immergervi in una dimensione cupa in cui poter dare sfogo alle vostre paure, Harem è il posto giusto.