Intervista a Max Deste
Ciao Max. In questo tuo libro una certa importanza è riservata alla musica… Puoi commentare queste mie parole?
Il protagonista, dopo il grave incidente, deve provare a ripartire. Tuttavia, si sente confuso, triste, al limite della disperazione. Per questo motivo cerca subito dei brani su Spotify che possano motivarlo. È una questione di sopravvivenza. Le canzoni che sceglie incidono sul suo umore, lo alterano, a volte lo migliorano, altre volte lo peggiorano. Hanno comunque sempre un forte impatto, così come i testi delle canzoni entrano in qualche modo nel filo del discorso narrativo. In seguito, metterà ancora musica, ad esempio quando incontra la bellissima Natalia, durante le sedute di psicomagia, e in numerose altre circostanze. Però qui lo sfondo sonoro passa davvero in secondo piano, non è più funzionale al discorso, ma semplice ornamento. E infine, la musica, quella dei Pink Floyd, poetica e catartica, è quella che ascolta e canticchia durante i 7 giorni di sopravvivenza nel bosco. Qui è in assoluto centrale alla narrazione.
Perché proprio i Pink Floyd come “colonna sonora” talvolta predominante di questo tuo nuovo romanzo?
La loro musica ha qualcosa di ipnotico, magico, straniante, e le parole dei loro brani sono particolarmente evocative. Non stiamo parlando di mainstream, ma di arte, che va oltre le mode. Essendo anche un cantautore, mi sembrava interessante questa sinergia tra letteratura e musica. Ho ripreso album come “The dark side of the Moon”, “Wish you were here”, “The wall”, per non parlare dei vari singoli che puntellano l’intera discografia floydiana. Mi piace fare interagire le arti. I Pink, per questa occasione, erano ideali. Questo mi ha permesso di creare un ulteriore piano narrativo, per certi versi una mise en abyme. C’era il romanzo che parlava degli stessi stati d’animo di cui parlavano anche i Pink.
Suonerai dal vivo una selezione di canzoni tratte dal romanzo in un tour promozionale nel quale si uniranno musica e letteratura. Puoi dirci qualcosa di questa tua iniziativa?
In questi due anni, parallelamente al progetto cantautorale, ho ripreso una selezione dei brani citati nel romanzo, riarrangiandoli in chiave acustica. Mi accompagnerò con chitarra e percussioni ai piedi. L’idea è proprio quella di proporli dal vivo, provando a rievocare le emozioni provate dai personaggi, e in particolare dal protagonista Jack.
A causa della crisi geopolitica, sanitaria ed economica il futuro davanti a noi sembra incerto. Cosa ha che vedere questo tuo nuovo libro “Il desiderio di cadere” con questo futuro incerto?
Con questo terzo romanzo, ancora di più che con i due precedenti, la volontà è quella di raccontare il nostro presente, che sembra non lasciare presagire nessun futuro. Dunque, in sintesi, racconto che ci troviamo sull’orlo del precipizio, e che il rischio di cadere non solo sul piano individuale, ma anche e soprattutto su quello collettivo è altissimo. Però come mostra il protagonista, anche nei momenti di grande difficoltà, ogni essere umano è in grado di dare il meglio. Ecco, con questo romanzo, vorrei proprio dire questo: proviamo a dare il meglio di noi…
Quanto del Max Deste musicista è presente nel tuo nuovo romanzo?
Non si tratta di un romanzo autobiografico, e anche se è scritto in prima persona, direi che non c’è nulla che riguardi direttamente il mio vissuto. Ogni personaggio è stato costruito da zero e la storia è completamente inventata, anche se potrebbe essere verosimile. Più che di mio, quindi, dovrei parlare di nostro. Siamo tutti coinvolti da questa ormai gigantesca crisi planetaria, pertanto nessuno pensi di vivere in bolla. Senza uno sforzo collettivo condiviso, non vedo futuro…