Intervista a Max Deste
Ciao Max, bentornato. Di cosa parla il tuo nuovo singolo “Chiaroscuro”?
Grazie per l’ospitalità. “Chiaroscuro”, così come in tutta la mia produzione musicale e letteraria, parla delle evidenti difficoltà dell’uomo contemporaneo ad adattarsi ai nuovi scenari che si stanno profilando. Dunque, c’è da parte mia un’indubbia intenzione comunicativa. Non m’interessa solo intrattenere, anzi… Certamente con la forma canzone di tre minuti l’impatto è più rapido e forte di un romanzo di oltre duecento pagine. Ma il tema è sempre quello, anche se coniugato in modo diverso, e cioè da una parte la tecnologia che va avanti a passi da gigante e sembra promettere una nuova età dell’oro, e dall’altra l’uomo che arranca vistosamente, che non riesce a tenere il passo, ma che al contrario da segni preoccupanti di nevrosi. Trascorriamo infatti più tempo dietro ad uno schermo miniaturizzato, sacrificando i nostri rapporti su un piano più fisico, corporale e spirituale. Per farla breve le relazioni tra le persone sono sempre più frenetiche e inevitabilmente superficiali. Regna l’insoddisfazione. Stiamo perdendo la capacità di apprezzare le cose più semplici. Vogliamo sempre di più. Desideriamo continuamente essere intrattenuti, distratti. E questo lo vediamo in modo preoccupante non solo con gli adulti, ma soprattutto con i giovani, la fascia di età decisamente più vulnerabile e manipolabile, e lo dico da addetto ai lavori (sono docente di scuola media). Nello specifico, fino a qualche anno fa eravamo tutti in grado di leggere o ascoltare anche per ore. Ora, dopo un paio di minuti, dobbiamo rispondere alle mail, leggere le notifiche in WhatsApp, e naturalmente aggiornarci sui Social, cioè bombardati da fake news e notizie che non hanno nessuna rilevanza. Oppure, peggio, facciamo tutte queste cose insieme… In sintesi, siamo sempre meno presenti a noi stessi. E in questa condizione di alienazione permanente, di confusione su scala planetaria, di cortocircuito esistenziale, siamo ancora padroni del nostro destino? La realtà è che ormai basta un alito di vento per farci cambiare idea, per farci deviare traiettoria. L’unica salvezza è quella di riscoprire sé stessi, di prendersi in mano. Io da anni coltivo ad esempio la meditazione buddista, che considero una pratica rivoluzionaria. Uno perché è gratuita, due perché non devi fare niente, tre perché è tremendamente semplice, eppure ti fa star bene, quattro perché se stati bene tu, inevitabilmente tendi a far stare bene il prossimo, evitando di sommergerlo di emozioni negative, e in definitiva contagiandolo, alimentando un effetto domino. Dunque, il mio invito rimane sempre quello di fare un bel respiro, sedersi su un comodo cuscino, e per un po’ limitarsi ad osservare i pensieri che affiorano alla mente, toccandoli e poi lasciandoli andare. Naturalmente il 99% delle persone dirà che non ha tempo…
Per questo tuo singolo hai intenzione di fare un video? Oppure per qualche altro singolo?
Sì, mi piacerebbe lavorare anche su questo piano artistico. C’è già un progetto definitivo. Forse però è troppo ambizioso per il mio budget. Mi auto-produco. Non ho sponsor, non ho un manager, non ho un’etichetta, una casa discografica che mi sostiene. Questo mi dà tutta la libertà di cui ho bisogno, ma al tempo stesso limita forse un po’ la mia creatività. Insomma, vado avanti con la politica del “costo quasi zero” a “chilometro zero”. Volendo potrei definirmi un artista ecologista… (risata). Ci scherzo su, in realtà meglio non fare proclami che poi non si è in grado di mantenere. Se qualcuno mi proponesse un sostegno, certamente ci rifletterei su. E quindi vedremo se il video vedrà il giorno, o rimarrà nel buio di un cassetto…
Che strumentazione hai usato per l’elettronica di “Chiaroscuro”?
Da quando collaboro con gli eccezionali musicisti Roberto Colombo (tastiere e programmazione) e Ricky Bulk (chitarre e basso), presso il loro studio Heaven Recording di Lugano, devo ammettere che la strumentazione è piuttosto ricca e di estrema qualità. In generale numerosi synth, diverse chitarre, una percussione acustica e varie elettroniche. Nei live invece, proporrò come sempre anche delle performance acustiche, insieme alla mia band che segue (Roberto Panzieri, percussioni, e Fabrizio Brioschi, chitarra; io suono chitarra e basso). Negli altri casi suoneremo con in passato con le basi, dato che al momento non ho ancora trovato il tastierista giusto per questo progetto.
La tua musica è sempre tanto profonda. Da dove trai ispirazione per i testi?
Come accennato in precedenza, pratico la meditazione buddista da molti anni. Questo mi permette di lasciare emergere le idee in modo spontaneo. In particolare, a livello di tecnica, seguo l’approccio usato nella scrittura degli Haiku giapponesi. La filosofia che c’è dietro è quella della “Dharma Art”. Per quanto riguarda le mie letture, leggo molto, da sempre, e quindi non saprei citare un nome nello specifico. Ci sono certamente molti poeti, scrittori e filosofi che m’ispirano. Ma ci vorrebbe molto più tempo per parlare di loro.
Che ambientazione crei per te stesso quando stai dando vita ad una nuova canzone?
Compongo la musica nel mio studio sotto casa. In quello spazio pratico anche alcune terapie naturali, come ad esempio la cromoterapia e la riflessologia, oltre ovviamente alla meditazione. Credo che ci sia una bella energia 😉
Ho letto queste tue parole: “fiducioso che anche davanti all’imminente crollo, ci sia ancora la possibilità di salvezza. E questa ancora di salvataggio per lui si chiama meditazione”. Puoi commentarle? Quanto è importante per te la meditazione?
Esattamente come suggerisco nella prima risposta.
Nel testo di “Chiaroscuro” si parla di “vuoto”. Dopo il crollo delle ideologie, con il postmoderno, si avverte un “senso di vuoto”: non abbiamo più “pilastri” a cui “appoggiarci” ed è venuto meno sia il rapporto con la divinità che con la natura a mio parere. Puoi darmi un’opinione a riguardo?
Ora abbiamo altri tipo di divinità. Nei centri delle città ora non spiccano più tanto i “pilastri” delle cattedrali, ma le vetrine con vari oggetti tecnologici: smarthphone, tablet, computer, ecc. “Pellegrini” che fanno migliaia di chilometri, e aspettano giorni all’esterno del negozio per accaparrarsi l’ultimo modello. Che detto per inciso, dopo un anno sarà obsoleto… e quindi si rinnoverà il rito. Questo dimostra da una parte che c’è ancora bisogno del sacro. Forse, ecco, si tratta di un sacro un po’ discutibile, che lascia in definitiva vuote le persone su un piano più spirituale.
“L’unica rivoluzione possibile, individuale e collettiva al tempo stesso, è quella di lavorare con la propria mente”. Sono tue parole. In un’epoca di “afasia del pensiero”, come la definisco spesso io, quanto è importante “stimolare” la propria mente?
La mente è tutto mi verrebbe da dire. E quindi dobbiamo imparare a conviverci. Al di là delle varie pratiche spirituali legate a religioni che in definitiva si assomigliano tutte se ridotte ai minimi termini, perché tutto mettono al primo posto il fatto di voler fare del bene al prossimo, e già solo questa intenzione è estremamente positiva, ci sono tanti modi per coltivare la mente. Leggere, ascoltare buona musica, coltivare passioni e interessi, ecc. Certamente ci sono tanti modi per maltrattarla, ad esempio con la frenesia, la rabbia, la gelosia, l’ignoranza, e con la continua ricerca di intrattenimento, mediatico, alcolico, stupefacente…
Che pensi del movimento ambientalista scatenato da Greta Thunberg? Come ti poni riguardo al problema del cambiamento climatico?
Mah… è difficile prendere posizione. Ci sono molti aspetti chiaroscuri… certamente Greta è un personaggio che sta calamitando l’attenzione, creando tifoserie, spesso eccessive nei toni e nei contenuti e quindi dividendo, che è un po’ l’imperativo di chi vuole comandare, dei tiranni che vogliono meglio controllare il popolo. I latini dicevano “Divide et impera”. Il capitalismo ha ripreso questo concetto spingendolo alle estreme conseguenze. Ormai parliamo di atomizzare la società, vedi l’uso del cellulare che ci divide tutti. La realtà è comunque ricca di sfumature. Ecco, io non mi sento un tifoso, e mi danno un po’ noia quelli che starnazzano la loro verità ai quattro venti, credendosi i depositari del verbo. Preferisco essere sportivo. Ascoltare e apprezzare quello che c’è di buono, soprattutto, ma anche non tirarmi indietro dal criticare in modo sereno e costruttivo. Dunque, Greta ha permesso di accendere un riflettore su questo tema fondamentale per le sorti dell’umanità, bene! Ha permesso ai giovani di identificarsi in un loro coetaneo che è in grado di parlare ai potenti della Terra, bene! Sono però decisamente preoccupato sia per questa tendenza delle sue prese di posizione a fomentare la discordia tra le persone, sia per alcuni segnali distruttivi potentissimi che inevitabilmente ha lanciato verso i giovani. Ad esempio saltare scuola. Un po’ come dire, che non serve… Trovo che sia stata una mossa direi “discutibile”, per usare un eufemismo. In realtà la scuola va potenziata, non bigiata, perché è a scuola che si creano le condizioni per un futuro migliore.
Cosa bolle in pentola per Max Deste per i prossimi mesi?
Vivo davvero alla giornata. Via via che emergono delle idee, provo a coltivarle, e se qualcuna cresce bene, e possibile che ritorni ad esempio con un nuovo brano, un album, oppure con un nuovo romanzo…
Saluta i nostri lettori e lancia un appello per invogliarli ad ascoltare la tua musica….
Un caro saluto da Max Deste, con un invito non solo ad ascoltarla, ma anche a suonarla, perché fa certamente bene alla vostra anima 😉
Links per lo streaming di Chiaroscuro:
Spotify: https://open.spotify.com/album/4DksfNWU1mOoweh74pDoJX
iTunes:
https://music.apple.com/ch/album/chiaroscuro/1481152658?i=1481152659&l=it
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