
Intervista a Mattia Caroli & I Fiori del Male
La band reatina Mattia Caroli & I Fiori del Male, nota per il suo stile unico che fonde musica e poesia, recentemente ha rilasciato il singolo “Duplicità”. Definito un viaggio musicale e poetico senza precedenti, il brano trae ispirazione dalla commovente leggenda giapponese di Tanabata. La band continua a sperimentare anche nel campo della tecnologia, collaborando con Samuel Larn per un innovativo videoclip che utilizza l’intelligenza artificiale. Influenzati da artisti come i Pearl Jam e i Porcupine Tree,
Mattia Caroli & I Fiori del Male hanno costruito il loro successo sulla dedizione e sulla costanza, evolvendosi continuamente attraverso un impegno condiviso. Con “Duplicità”, la band dimostra ancora una volta la sua capacità di creare atmosfere evocative e coinvolgenti, mescolando narrazione poetica e sonorità elettroniche.
“Duplicità” è stato definito un viaggio musicale e poetico senza precedenti. Cosa vi ha spinto a esplorare questo tema e come avete trovato l’equilibrio tra musica e poesia?
Il testo di Duplicità trae ispirazione dalla commovente leggenda giapponese di Tanabata dove due amanti cosmici vedono il loro amore essere ostacolato da una serie di eventi. I due amanti, Orihime e Hikoboshi, vengono infatti separati dal Re del Cielo e costretti a incontrarsi solo una volta all’anno, durante la notte stellata del 7 luglio. Per quanto riguarda la parte musicale abbiamo cercato attraverso l’uso dei sintetizzatori di dare questa sensazione di spazialità, nei ritornelli per esempio i versi sono accompagnati dalla dinamicità degli arpeggiatori che aprono spazialmente il suono in tutte le direzioni.
La vostra collaborazione con Samuel Larn per il videoclip ha portato a un uso innovativo dell’intelligenza artificiale. Come pensate che la tecnologia possa continuare a influenzare il vostro lavoro artistico in futuro?
Per questo video abbiamo avuto l’intuizione di voler fare qualcosa di sperimentale che potesse essere contemporaneo ai tempi che tutti noi stiamo vivendo. Quella dell’Intelligenza Artificiale è una grande sfida per il futuro dell’arte e in generale della cultura umana di questo nuovo millennio. Abbiamo voluto dare un nostro piccolo contributo in questa direzione. Tuttavia non sappiamo ancora cosa succederà nelle nostre scelte future. Sicuramente ci piace sperimentare ed ogni brano ha una sua specifica estetica, quindi lasciamo aperte tutte le possibilità.
Oltre ai Pink Floyd, quali altri artisti o band hanno avuto un impatto significativo sulla creazione di “Duplicità”?
Sia Duplicità che il singolo precedente Throwing out all my Fear faranno parte del nostro prossimo album al momento ancora in fase di produzione. Le atmosfere elettroniche miste ad un sound più dark rock e grunge sono sicuramente ispirate alle sonorità di diversi gruppi musicali che ci hanno influenzato lungo il nostro percorso: possiamo citare per esempio i Pearl Jam dei primi album e più in generale la scena di Seattle dei primi anni ‘90 o ancora band come i Porcupine Tree.
Dopo diversi anni di attività e numerosi riconoscimenti, quale ritenete sia stata la chiave del vostro successo e della vostra evoluzione artistica?
Sicuramente prima fra tutti c’è stata la costanza del nostro impegno a portare avanti un progetto condiviso, non ci sono scorciatoie o chiavi magiche che ti permettono di far evolvere un progetto musicale e di fare centinaia di date in giro per l’Europa. Servono dedizione e lavoro continuativi.
“Duplicità” si apre con l’incontro tra due amanti all’alba. Come avete lavorato sulla struttura narrativa del brano per renderlo così evocativo e coinvolgente?
Il testo è preso da una poesia scritta dal nostro cantante e ha un’impronta poetica strettamente personale e intima come ogni scrittura che riflette lo stato d’animo e le emozioni del proprio autore. In questa cornice il testo si sviluppa sul filo dei ricordi e delle emozioni di due amanti che si ritrovano dopo un lungo periodo di separazione sul finire di una festa lasciando il finale aperto alla possibilità di un rinnovato amore.