Intervista a Lisa Giorè

“Affascinata dall’astronomia e dalla morte”: puoi commentare queste parole che fanno parte del comunicato stampa giunto in redazione?

La morte mi incuriosisce in tutti i suoi aspetti, che siano quelli biologici o psicologici, sono sempre stata attratta dalla scienza e dalle cose macabre e nel vasto tema della morte ci si trova tutto. L’astronomia è qualcosa di cui non smetterei mai di alimentarmi: ne sappiamo tantissimo, eppure non ne sappiamo quasi niente, l’universo ha dimensioni e forze inconcepibili per il cervello umano, eppure siamo riusciti in qualche modo a vedere pianeti lontanissimi e capire il funzionamento di oggetti ancora più lontani… pensa a una stella di neutroni, pensa ad un esopianeta roccioso nell’orbita di una stella a milioni di anni luce da qui, cosa c’è di più inebriante?

Come nasce una tua canzone? Che ambiente crei intorno a te stessa? Cosa ti ispira per la scrittura dei testi?

L’ambiente intorno a me è abbastanza ininfluente, diciamo che è più importante l’ambiente che si crea dentro. In linea teorica qualunque cosa può essere ispirante, poi è anche vero che alla fine chiunque scriva canzoni ha i suoi argomenti principali, nel mio caso parlo davvero spesso di cose collegate in qualche modo alla morte, all’astronomia e agli eventi atmosferici.

Battiato è un nome importante per te. Cosa ti ha trasmesso questo artista?

Battiato ha una creatività ed una cultura inarrivabili, ma all’inizio della carriera non è stato capito e anzi, veniva deriso: se ne è fregato, ha continuato a fare quello che gli andava di fare. Mi ha trasmesso l’idea che almeno nella musica non dovrebbero esserci dei limiti, se hai voglia di scrivere di un certo argomento, fallo, nel modo che preferisci.

“Le vie dell’insonnia”, tuo primo album. Lo puoi presentare ai nostri lettori?

Di cosa parlano le canzoni di questo album? È un album fatto con una certa incoscienza, lasciato libero di venire fuori così come veniva. Contiene dieci canzoni che parlano di ossessioni, di percezione alterata della realtà, a modo mio anche di amore e di tutto ciò che ne consegue.

“Atlantide”. Abbiamo pubblicato questo tuo nuovo singolo. Ci puoi parlare della genesi del video relativo al singolo. Clizia Corti. Come è stato collaborare con lei?

Era febbraio, nello studio di Clizia facevo un freddo cane e io ero mezza nuda mentre lei mi dipingeva. Ci abbiamo messo una giornata per fare le riprese. Io e Clizia non ci conoscevamo prima di lavorare a questo video, nonostante avessimo diversi amici in comune: stiamo già buttando giù le idee per il prossimo, quindi direi che la collaborazione funziona!

Nel testo di “Atlantide” annoveriamo la presenza nel testo di un certo “delirio di onnipotenza” se così si può definire, certamente un testo visionario….Puoi commentare le mie parole?

Direi che è piuttosto il contrario, le immagini del testo raccontano di comportamenti autodistruttivi messi in atto per tentare vanamente di riempire un vuoto e di come ci si nasconda dietro un’apparenza che non corrisponde a chi si è davvero.

“Ho il cuore freddo e disadorno/Come il set di un video porno”. Mi hanno colpito molto questi versi…La società postmoderna ci rende tanto alienati, soli, freddi e disadorni, secondo il mio parere. Tu cosa pensi a riguardo?

Lo credo anche io, non mi piace scadere nella retorica, ma credo che sia incontrovertibile il fatto che lo stile di vita che molti di noi devono seguire, porti a questo e certe tecnologie che avrebbero dovuto facilitare la comunicazione e l’avvicinamento tra le persone, si sono in qualche modo impossessate di noi, non siamo stati in grado di usarle in un modo costruttivo.

“Atlantide” è un brano che mostra una notevole capacità di scrittura. Per te quanto è importante lavorare su questo aspetto della tua musica?

Direi che è il punto cardine di ogni mio brano, sono veramente ossessiva nel curare la parte testuale.

I piaceri effimeri danno un sollievo temporaneo ma poi si ripiomba nel vuoto. Certamente un singolo esistenziale. Quanto è profonda Lisa Giorè sia come artista che come persona?

Abbastanza da non riuscire più a vedere la luce, certe volte.

Cosa divide e cosa accomuna le tue canzoni?

Mi piace sperimentare e tendo a fregarmene del fatto di avere un genere e un sound sempre coerente, faccio un po’ quello che mi pare e questo sicuramente le divide. Però alla fine la penna è sempre la mia e credo che quello sia l’elemento che le accomuna.

Un aneddoto particolare riguardo la tua carriera artistica?

Quelli che mi vengono in mente sono tutti abbastanza imbarazzanti, quindi non te li dico.

Per finire, saluta i nostri lettori e se puoi dai qualche anticipazione sul tuo prossimo album…

Non so nemmeno se ci sarà mai questo album, magari ci sarà un EP, o forse no… quindi, cari lettori di System Failure, seguitemi per ascoltare il mio futuro ipotetico nuovo album e soprattutto per scoprire se lo farò!