Intervista a Layz

Benvenuto su system failure. Cosa ti ha insegnato la musica? Come è nata in te questa passione?

Grazie è un piacere essere qui. Parto dalla seconda parte della domanda. La mia passione per il rap arriva presto, avevo 5-6 anni quando ascoltai per la prima volta rapper come 2pac, Notorius, Eminem, e anche se molto piccolo fui attratto subito da quell’immaginario che era diverso dal resto della musica che passava nelle tv e nelle radio in quel periodo. A casa mia la musica è sempre stata importante, mio padre collezionava vinili e per i primi anni la domenica si aveva l’abitudine di metterli su e ascoltarli tutto il giorno. Ricordo che mi appassionai ai nostri cantautori come Dalla, De Andre, Modugno ecc.. e mi piace pensare in quel periodo di aver allenato l’orecchio per i testi di rap italiano che successivamente sarebbero arrivati. Quando ho iniziato a fare musica prima per gioco poi seriamente una cosa che ho imparato è che le cose possono cambiare rispetto ai piani iniziali ma con l’impegno e la costanza in un modo o nell’altro i risultati si raggiungono. E spesso sono inaspettati, questo mondo è bello perché ogni giorno può regalarti qualcosa che il giorno prima non avevi nemmeno considerato o immaginato. Per questo amo fare quello che sto facendo, rende la vita un pò più interessante e da un motivo valido per continuare ad alzarsi dal letto la mattina.

Quale è il filo rosso che collega le tue canzoni?

L’esperienza personale credo. Cerco sempre di raccontare qualcosa che mi riguarda da vicino o che riguarda persone vicine a me, cercando di non cadere nei cliché classici del rap del momento e mantenendo la credibilità della mia musica. Poi questo genere è bello perché puoi parlare davvero di quello che vuoi.

Come nasce una tua canzone? Che ambiente crei intorno a te?

Dipende, a volte è la base che mi dà l’idea di un brano a volte parto da un’idea, costruisco il pezzo e poi la base. Non ho un modus operandi mi piace farmi trascinare dagli eventi. Quello che posso dirti è che quando faccio una canzone cerco sempre di rispettare la cultura Hip Hop al cento per cento. Le cose da cui traggo maggiore ispirazione oltre alla musica in generale e alle mie esperienze personali sono il cinema e i libri. Leggo tanto e guardo molti film sono appassionato di queste due cose e a volte vorrei aver più tempo per coltivare ancora di più queste passioni.

Puoi presentare ai nostri lettori il tuo singolo “Che finale”? Di cosa parla?

Che finale è stato uno dei brani che ho faticato di più a scrivere. Avevo questa base molto pop quasi estiva e mi ricordo di averla ascoltata per due giorni interi senza scrivere nulla. Poi un giorno ho visto il film “Io non ho paura” dove all’interno è contenuta questa filastrocca-citazione a Shakespeare che poi ho utilizzato nel ritornello, e la parola fine a riempito la mia mente. Mi è venuto il gioco del “che finale ti aspetti” e ho concentrato questo concetto nel brano. Ti dico questa cosa, sono una persona molto introversa che fatica nelle relazioni con le altre persone e molto insicura, prima di fare musica se c’era qualcosa che mi attraeva spesso non la iniziavo nemmeno per paura di fallire o di come potesse finire, la musica mi ha insegnato che con la passione e la dedizione non importa come sarà il finale l’importante è non avere rimpianti domani e i risultati poi arrivano. Questo pezzo vuol parlare proprio di questo.

Quali arti preferisci oltre la musica? Il cinema forse?

Si esatto, come ti dicevo prima le mie 3 grandi passioni sono la musica il cinema e i libri.

In un mondo al collasso per tanti aspetti quale è il ruolo della musica?

Come ogni arte la musica ha più di un ruolo nella nostra esistenza. La vita a volte è difficile da sopportare soprattutto in epoche come questa e la musica deve essere fonte di speranza e di conforto nei momenti difficili. Credo anche che con la musica si può aumentare la propria consapevolezza e quella di chi ascolta. A volte funge anche da distacco dalla realtà per calarsi nel mondo che l’artista vuole creare, quindi la cosa migliore è lasciarsi trasportare. Io so che la musica per me è fondamentale ed è sempre stata la mia ancora di salvezza.

Con quale artista o band del passato o del presente vorresti collaborare e perché?

Sicuramente gli artisti con cui sono cresciuto, tutta la prima e seconda generazione di rapper italiani mi hanno fatto amare questo genere alla follia e mi hanno insegnato il rispetto e l’amore per questa cultura e mentirei se ti dicessi che non sogno di collaborare con loro un giorno. Uscendo dal genere rap ti dico tre nomi del passato che sono De Andre, Dalla e Califano, tre geni. Del presente ti dico Fabri Fibra, Rancore e Caparezza. Ma ce ne sarebbero veramente tanti.

Su quale palco sogni di suonare?

Chiunque fa musica sogna di solcare i palchi più importanti d’Italia e addirittura gli stadi. Mi ricordo quand’ero ragazzo ho visto dei concerti all’Alcatraz di Milano e sono rimasto colpito da quel posto, non so per quale motivo forse la magia che si creava li dentro, ma mi sono promesso quando poi ho iniziato a fare musica che un giorno avrei suonato li.

Che messaggio o messaggi vuoi veicolare con la tua musica?

Non credo debba per forza esserci un messaggio, io faccio musica per una serie di motivi, per passione, per allontanarmi dalla vita di tutti i giorni ecc… e mi piacerebbe che un ragazzo si senta confortato dai miei testi e mi senta vicino a lui. Ti faccio un esempio quando ho fatto la canzone Lazzaro tratta dal mio precedente album omonimo, ho buttato il sangue e ho provato quasi imbarazzo a scrivere determinate cose cosi personali di cui non avevo mai parlato a nessuno nemmeno ai miei genitori ed è stata un emozione gigante quando poi è uscita sentire tanti ragazzi dirmi per messaggio o a voce “hai raccontato la mia vita” o “in certi passaggi sembra che stai parlando di me, grazie”. Queste cose sono vera linfa per chi fa musica.

Per finire, saluta i nostri lettori e prova con un appello ad invogliarli ad ascoltare la tua musica…..

So che non avete bisogno di appelli per ascoltare la mia musica o di un altro dei tanti che dice “guarda sto facendo rap”. So che siete saturi e avete le orecchie stanche di ascoltare l’ennesimo artista che si definisce rapper senza esserlo davvero il più delle volte. Non vi chiedo di ascoltarmi sarebbe una cosa egoistica ma se per caso doveste imbattervi in un mio brano e sentite la voglia o la curiosità di fermarvi e ascoltare ho solo un desiderio. Ascoltate il brano e poi ascoltate quello che avete dentro. Se per caso un mio brano dovesse muovervi qualcosa dentro io ho già vinto.