Intervista a Kashmere

Come ti sei avvicinato al mondo della musica?

Da sempre attratto da qualsiasi cosa che avesse ritmo, la mia vera avventura musicale è iniziata quando a 8 anni cominciai a suonare la chitarra. Col tempo capii che della musica non ne avrei potuto fare più a meno.

Quali sono i generi musicali che più ti appassionano?

Amo la musica Pop, sia italiana che internazionale, e ascolto anche molto cantautorato, ma prediligo in particolare la Black Music, a partire da pilastri come Prince e Michael Jackson, le mie due più grandi ispirazioni artistiche.

“i genitori lo portano al concerto di Edoardo Bennato e rimane folgorato dalla sua energia”. Ci puoi raccontare questo momento della tua vita?

È strano ripensarci adesso… Era il 2013, suonavo la chitarra già da 4 anni, ma senza assistere a questo concerto probabilmente non avrei mai sognato di diventare un musicista. Ero piccolo e la musica non era niente di più che un semplice hobby. Forse avevo bisogno di uno stimolo che mi facesse capire fino in fondo il motivo per cui avevo iniziato a suonare. Quella sera nella mia testa si accese una lampadina che ancora oggi illumina la mia strada. Se ho iniziato a scrivere e ho portato avanti il mio sogno, è anche grazie a Edoardo Bennato.

“Ammille” è appena uscito. Di cosa parla questa canzone?

“Ammille” parla di tutte quelle sensazioni che proviamo quando siamo innamorati. La sorpresa, la spensieratezza e la spontaneità che ci contraddistinguevano quando eravamo dei bambini tornano alla luce quando ci perdiamo nei sentimenti nutriti verso la persona amata, e, improvvisamente, ci sentiamo più liberi e più leggeri, coi brividi sulla pelle! E tutto il resto conta zero! D’altronde, come diceva il grande Lucio Dalla, “Io credo che l’amore… È l’amore che ci salverà” (“Henna”).

Quale è il filo rosso che unisce le tue canzoni?

Più che un filo forse credo che si tratti di un nodo intrecciato tra ritmo e emotività. Sono sempre stato una persona molto dinamica e molto sensibile… Penso che la mia musica riesca ad esprimere in maniera calzante questo connubio. Alla fine, quello che scrivo è esattamente lo specchio di quello che sono.

Come nasce una tua canzone? Che ambiente crei intorno a te?

Quando scrivo una canzone siamo soltanto io e la mia chitarra. Ogni volta succede un po’ come se io dovessi farle una confidenza, e lei è sempre pronta ad ascoltarmi per tradurre in musica qualsiasi mio stato d’animo. È incredibile come ci riesca sempre, senza mai tralasciare nessun dettaglio. Una volta superata questa fase creativa più intima, il brano è pronto ad essere lavorato in studio di registrazione, dove prende vita nella sua totalità.

In un mondo al collasso per tanti motivi quale è il ruolo della musica?

La musica, in quanto espressione artistica, non solo permette di comprendere nel profondo le difficoltà e la bellezza del mondo in cui viviamo, ma costruisce un ponte che riesce a collegare qualsiasi distanza, lasciando che possano abbracciarsi anche le più complicate disparità, perché nonostante tutte le differenze che possono allontanarci l’uno dall’altro, la musica esiste solo se ci unisce, se viene condivisa, se la facciamo insieme! È questa la sua forza, ed è anche una delle poche armi che ci sono rimaste a disposizione per combattere qualsiasi forma di odio e di violenza.

Progetti futuri?

Inizio a farvi venire l’acquolina in bocca… Sto concludendo un’importante collaborazione della quale spero di parlarvi presto. Nel frattempo, porto avanti il mio progetto e faccio attenzione a non svelarvi troppo. Fatemi un bell’in bocca al lupo!

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