Intervista a Juda’s Kiss

Benvenuti sul nostro sito. Potete presentare il vostro progetto ai nostri lettori? Perché ricominciare dopo tanti anni?

Maio: Grazie mille per l’opportunità e la disponibilità. I Juda’s Kiss sono una band che propone un crossover tra ska, street punk e oi. Questa nuova forma del progetto ha sostituito i fiati e le tastiere con un organo Farfisa e dei sintetizzatori dando ai brani una colorazione più sintetica rispetto al passato senza però snaturare l’essenza del “marchio” Juda’s Kiss. Dunque, i Juda’s si sono divisi nel 2006 dopo una tremenda scottatura dataci da una casa discografica. Purtroppo questo episodio è stato solo lo starter per l’autodistruzione. Sentivamo di aver sbagliato a far divenire la politica una parte fondamentale della nostra musica, eravamo stanchi perché ci eravamo giocati tutto per tutto senza valutare bene i danni collaterali e gli strascichi di un’attività live fuori controllo e di una convivenza a volte troppo illucida. Senza contare che, personalmente, avevo bisogno di cambiare genere e fare un gradino in avanti. Adesso siamo tornati con una line-up quasi del tutto nuova e con la testa per gestirci. Ci ha spinto la voglia di divertirci e la necessità di fronteggiare il momento storico con delle canzoni impegnate socialmente. Adesso possiamo affrontare certe tematiche restando scollegati e molto lontani dai giochi della politica e dalle appartenenze partitiche. Adesso urliamo il nostro disappunto contro tutti quelli che se lo meritano senza preoccuparci di quale sia il loro colore. Il modus operandi è rimasto costante…facciamo ballare, facciamo cantare ma per dio…facciamo anche pensare!

Ho letto che: la band ha deciso di stampare in formato fisico una “Raccolta“ che racchiude oltre al nuovo singolo, tutte le migliori canzoni presenti nei vecchi album, che i Juda’s Kiss hanno deciso di chiamare “Questi siamo noi… questa e’ la nostra storia…Cosa potete dirmi a riguardo? Potete commentare queste parole?

Dunque… il singolo è stato registrato senza avvalerci di nessun aiuto esterno, quindi ci siamo trovati in sala prove con tutta la strumentazione per registrare montata e finito l’Ignobile abbiamo inciso anche una cover (che uscirà più avanti…sorpresa!). Avendo questi due brani pronti l’idea era quella di stampare un 45 giri ma i costi ed i tempi di produzione non ce l’ hanno permesso. Così, per evitare di far uscire un cd contenente solo 2 tracce si è pensato di “riempire” il supporto con una raccolta di brani tratti dai nostri 3 dischi precedenti e due “chicche” recuperate dal primissimo demo tape (introvabile). Questo fantastico dischetto lo trovate solo ai nostri concerti ed ovviamente serve come materiale promo da consegnare ad organizzatori eventi e locali vari.

Avete suonato in tanti live. Potete raccontarmi un aneddoto?

Tanti anni fa abbiamo suonato a Mariano Comense al festival “Rock & Altro”. Siamo arrivati in tarda mattinata e piazzando le tende ci siamo subito chiesti perché tanto spazio in un posto così fuori mano dove si arrivava solo a piedi. Eravamo giovani così abbiamo passato il pomeriggio a bere e socializzare con le altre band noncuranti di quello che ci accadeva intorno. Verso le 18 ci siamo rintanati nella tenda adibita a back-stage, abbiamo cenato e continuato a bere fino all’ora dell’esibizione. Siamo saliti sul palco e iniziato l’esibizione convinti che ci fossero poche persone. Ad un certo punto i tecnici hanno acceso dei fari bianchi sul pubblico e ci siamo resi conto che l’enorme prato era tutto coperto di gente, 4000 persone che ballavano e pogavano le nostre canzoni. Credo sia stata la botta di adrenalina più potente della mia vita.

“L’Ignobile” suona street punk misto allo ska grezzo e sporco, ma si riserva delle aperture strumentali “sintetiche” in stile pop anni ’80. Ci spiegate il perché di questo particolare sound?

Prima dello scioglimento la band era formata da 7 elementi tra cui un sax, una tromba e delle tastiere. Nel momento di ripartire eravamo consapevoli che non bastavano basso e chitarre per poter riproporre i brani storici così abbiamo messo in line-up Marco “Kiri” Chierichetti (che è anche colui che ha arrangiato e registrato i pezzi) all’organo farfisa ed ai sintetizzatori. Questo nuovo assetto ci ha permesso di virare il sound senza snaturalo creando un mix tra il vecchio suono JK ed il background di tutti i membri odierni. Il grezzo viene sicuramente da me, eternamente innamorato dei Rancid. Ale (chitarrista storico che ha militato nei primi anni 2000) ha inserito i giusti interventi chitarristici figli dei Clash e di un’apertura mentale per cui il genere non è un limite. Teo Rocker al basso ha dato delle sfumature che rendono i giri di basso molto personali ed interessanti nonostante si tratti di ska-punk, questo perché arriva da una lunga carriera in ambito rock’n’roll e da anni di studio dello strumento. La batteria è a sua volta caratterizzante grazie alla potenza, al gusto ed al groove di Nathan che ci ha permesso di mettere in gioco alcune soluzioni molto efficaci. Le sfumature sintetiche in stile pop anni ’80 sono merito di Kiri e della sua passione per la musica new wave. Il giro strumentale che ha confezionato per questa canzone è, a mio parere, tanto semplice quanto vincente…ti si appiccica addosso e ti costringe ad ascoltare il brano più di una volta. Siamo stati bravi…ah!ah!ah!

Di cosa parla il testo del vostro nuovo singolo?

Parla del marcio che c’è anche negli strati bassi della politica e del mondo che le gira attorno. E’ ispirato a fatti che mi hanno toccato da vicino, non personalmente ma che hanno avuto come “vittima” una persona alla quale voglio molto bene. Purtroppo mi sono reso conto che certi personaggi ricoprono dei ruoli solo per un’assurda sete di potere. Dico assurda perché si tratta di assessori di piccole realtà, o presidenti di piccoli enti. Bene, questi maledetti vigliacchi non esitano a rovinare vite, carriere lavorative e reputazioni altrui solo per mantenere il loro piccolo posto di piccolo prestigio. Per fare ciò si avvalgono dell’aiuto e del servilismo della stampa locale e di Onorevoli e politici mangioni e affaristi. Il peggio è che questi tizi dovrebbero stare dalla parte che non mette in atto certe dinamiche. Per questo noi non abbiamo alcuna appartenenza partitica, perché non ne vale la pena. Senza dubbio con questo brano sottolineiamo la necessità di tornare ad avere un nemico fidato, cerchiamo di spiegare che occorre cambiare le cose dal basso, dalle piccole realtà lasciando a Donchisciotte i mulini a vento.

Zen Bang Productions. Come è lavorare con loro? Mi parlate pure del video?

Per motivi organizzativi della band abbiamo dovuto fare tutte le riprese in due sere, una nel locale e l’altra nel furgone di Teo quindi penso che il punto non sia com’è lavorare con dei professionisti ma come cazzo hanno fatto i professionisti a gestire lo stress causato dalle nostre tempistiche…beh, che lo hanno retto benissimo credo si evinca dal risultato. Ovviamente con Zen avevamo pianificato prima una linea guida e ci aveva preparato una sorta di copione cercando di tirare fuori il massimo da tempistiche e budget. Ovviamente in fase d’opera siamo andati abbastanza a braccio ed abbiamo seguito intuizioni e idee che venivano man mano procedevano le riprese. Tutto questo è stato possibile perché eravamo guidati da un professionista capace ma anche abbastanza fuori dalle righe quindi in sintonia con tutti i nostri disturbi di personalità…ah!ah!ah!. Il video è molto cinematografico ed assolutamente ironico. I due attori che interpretano il barista ed il tennista sono amici e si sono prestati in modo sereno e credo si siano anche divertiti parecchio ( Barista: Oliva Roberto che ci ha anche prestato il suo locale come location; Tennista: paolo P Castelletta che suona il basso nella stoner band IL VILE). Non volevamo affatto un cosa pesante che seguisse troppo il testo, quindi abbiamo puntato sull’ironia, i simbologismi ed alcuni rimandi cinematografici. Non c’è molto da aggiungere, guardatelo è fottutamente bello!

Come nasce una vostra canzone? Mi parlate del processo creativo alla base?

Questo brano è nato da un riff di chitarra che mi è venuto cazzeggiando sul divano. L’ho portato in saletta e ci ho canticchiato sopra una sorta di melodia, A quel punto, come una vecchia locomotiva a carbone, la macchina Juda’s Kiss è partita e in un paio di prove avevamo la canzone fatta. Un altro paio di prove per limare un po’ la cattiveria e la maleducazione del testo et voilà “L’Ignobile” era pronto per la registrazione.

Chi sono i vostri miti musicali?

Fortunatamente per i nostri processi compositivi abbiamo tutti miti e preferenze musicali molto distanti da questo genere il che ci rende liberi.

Quale è il ruolo della musica in questo mondo che sembra al collasso?

Siamo tornati sulle scene perché crediamo che la musica abbia ancora il ruolo di cassa di risonanza per il disagio… che sia un modo efficace per rompere i coglioni e far pensare…. che sia potatrice di speranza e possa essere colonna sonora di un cambiamento. Ovviamente deve avere anche un aspetto ludico e deve divertire, fare ballare, far venir voglia di fare festa…altrimenti diventa una fottuta omelia per nostalgici.

Per finire salutate i nostri lettori ed invogliateli ad ascoltare la vostra musica….

Se alla nostra età siamo ancora in pista e facciamo questo genere di musica sputando sangue e sudore, dovete per forza almeno fare lo sforzo di ascoltarla una volta…..poi vi renderete conto che è fatta maledettamente bene e ne vorrete ancora…ve lo assicuro!… Hasta la Baldoria!!!