Intervista a Jack Brain

1)Benvenuto su System failure. Puoi parlarci del tuo percorso artistico fino a qui?

Ciao, innanzitutto grazie mille per lo spazio e l’intervista. Ho formato il progetto Jack Brain nel 2016 provando a sperimentare con i tipi di musica che più amo, ovvero il grunge, l’industrial e il post punk. In passato ho fatto parte di numerose band dai generi più disparati (dal death metal melodico degli Insomnia creep al rock punk radiofonico dei Greetings from Terronia) dove io scrivevo le musiche e poi lasciavo completare tutto ad un cantante. Nel 2017 pubblico il debut album del mio progetto personale Epic Spleen, recensito positivamente su varie webzine italiane. Dopo una piccola pausa ricomincio a scrivere nel gennaio del 2018, concretizzando un nuovo lavoro, “The Seeker”, che ho deciso di dividere in due parti. Al momento sto mandando avanti anche un nuovo gruppo su uno stile hard n’heavy, i No more nothing e a breve cominceremo le registrazioni del primo album ufficiale.

2)Quali sono gli artisti che maggiormente ti influenzano o ti hanno influenzato. Nomina anche 3 album che hanno segnato la tua vita…

Sono moltissimi gli artisti che mi hanno influenzato, da qualche anno però due in particolare sono stati per me fondamentali; Maynard James Keenan per quanto riguarda il lato musicale e lirico (adoro tutta la sua produzione, dai Tool ai Puscifer) e il fumettista Miguel Angel Martin per lo stile e l’atmosfera cupa e sarcastica delle sue storie. Per quanto riguarda i dischi cito “Aenima” dei Tool, l’album perfetto secondo me, a cui devo moltissimo e che ha cambiato per sempre la scena alternative rock/progressive ; “Nail” di Foetus, la cui carica distruttiva mi ha affascinato sin dalla prima volta che mi sono imbattuto in questa pietra miliare dell’industrial; infine la discografia completa dei Nirvana.

3)Come è nata in te la passione per il grunge?

Adoro ancora oggi questo genere forse perché i dischi di Nirvana, Alice in chains, Soundgarden, Bush, Pearl Jam etc.. sono stati i miei primissimi ascolti e mi riportano ad un periodo felice della mia vita, stranamente, perché i testi e le musiche di queste band erano molto sofferti e cupi. Pensa che ho iniziato ad ascoltare musica con In Utero dei Nirvana e avevo 6 anni, potevo mai crescere normale eheheh

4)Il grunge ha segnato un’epoca non solo dal punto di vista musicale. Secondo te, nella musica, sono più importanti i “movimenti” o i grandi artisti o band?

Secondo me il grande artista riesce a creare un movimento e segnare un’epoca, quindi le cose vanno di pari passo. Pensa a Ian Curtis o Bowie che sono stati fondamentali per tutta l’ondata new wave, Kurt Cobain per il grunge o i Beatles per gli anni 60.

5)Per te è più importante il talento o la tecnica?

Il talento senza alcun dubbio, io non conosco nemmeno le note della chitarra e non ho mai acquistato un libro per imparare gli accordi ehehe, sono arrivato a tutto da solo, imparando inizialmente un po’ da mio fratello più grande (non c’era internet quando ho iniziato a suonare). Però stranamente sono riuscito a sviluppare uno stile anche abbastanza tecnico, quindi non posso dire che questo aspetto non è fondamentale, anzi,ho passato almeno 5 anni strimpellando riff fino a raggiungere un risultato di songwriting come si deve e che mi soddisfacesse.

6)Come prendono forma le tue canzoni? Parlaci del processo creativo alla base…

Solitamente abbraccio la chitarra e la musica viene da se, è una cosa molto curiosa perché non c’è niente di ragionato, assieme al riff mi canticchio una linea vocale e alla fine scrivo il testo. Mi sono reso conto che non riesco a concludere nulla solo quando mi siedo a tavolino e decido di scrivere un pezzo di qualunque tipo.

7)Abbiamo recensito il tuo “The seeker”. Come è nato? Ci parli della sua genesi?

The Seeker nasce in un periodo mio molto particolare, in pochissimo tempo sono riuscito a scrivere 18 brani (che poi ho deciso di dividere in due parti) dopo mesi che invece ero totalmente insoddisfatto di altre canzoni in fase di sviluppo a causa di un blocco creativo per i testi. Mi è venuta in mente una storia, una sorta di concept, in cui una ragazza incontra un uomo tormentato dai demoni del passato, capace di proiettare le proprie emozioni ed entrare in contatto telepaticamente e nei sogni di chi gli è particolarmente vicino. La ragazza inizialmente è spaventata anche perché lui pensa di essere perseguitato da una setta segreta. Lui ha una doppia personalità e tende a fuggire dalla realtà facilmente creando un mondo distorto. Questa è la prima parte, personalmente sono stato influenzatato dall’episodio Calliope di The Sandman, Alice in wonderland di Carroll e il Faust di Goethe.

8)Su quale traccia di “The seeker” dovrei soffermarmi e perché?

Le tracce sono tutte collegate in una sorta di concept album, la title-track parla dell’inizio della relazione del protagonista con la ragazza, che viene catapultata nella tana del coniglio affascinata dal suo mondo; altre come “Relive” e “Roger Rabbit” sono riflessioni riguardo al passato; “Higher”, “The frame” e “Dissolute guy” invece narrano il rapporto burrascoso tra i due protagonisti. “Zen” la traccia conclusiva invece è il desiderio di cambiamento e di sconfiggere tutti i mostri del subconscio.

9)Ci parli della cover di “The seeker”?

L’idea della cover(in figura ad inizio dell’intervista) è stata un po’ mia e un po’ di un mio amico, abbiamo immaginato una versione moderna e futuristica di Alice in Wonderland catapultandola in una metropoli disastrata.

10)In un’epoca dove si alzano nuovi muri e si parla di nuovo di protezionismo e nazionalismo quale è il compito della musica e dell’arte in genere?

La musica è libertà, un linguaggio che va aldilà dei vari ismi.

11)Per finire, un saluto ai nostri lettori…

Grazie mille ancora per lo spazio, saluto i lettori e lascio il link della pagina facebook dove chiunque può richiedere eventualmente l’album se interessato.

https://www.facebook.com/JACK-BRAIN-1862565337310858/