Intervista a Hera

Puoi presentare ai nostri lettori il progetto Hera?

Certo, volentieri! Sono un’artista camaleontica, appassionata di arte a 360 gradi. Amo la danza, il teatro, la pittura, ma il mio canale preferenziale per la comunicazione resta la musica, il primo amore non si scorda mai. Ho iniziato a studiare da piccolina, quando mi divertivo ad improvvisare concerti nel salotto di casa! Ho suonato in giro per tutta l’Italia e all’estero, finché nel 2016 ho scelto di abbracciare il mio progetto artistico, era arrivato il momento di “comunicare” senza filtri o condizionamenti. Ad oggi ho prodotto due EP di cover ( “Inside me”, “ My Christmas gift”) e un primo EP di brani originali “Mandala”. Ogni canzone ha segnato la tappa di un’evoluzione costante.

E’ uscita “Eudemonia”. Di cosa parla questa canzone?

Eudemonia racconta della felicità intesa come viaggio, un atto di coraggio fatto di piccoli gesti quotidiani che ci regalano un sorriso anche nei momenti di estrema fragilità. In fondo siamo la somma di piccole cose, un concetto semplice ma non banale.

Brano composto a quattro mani da Hera e dal produttore Marco Canigiula. Come è stato collaborare con quest’ultimo?

Con Marco c’è sinergia, la nostra collaborazione nasce nel 2020 e, ad oggi, ha prodotto dei buoni risultati!

Uscita del secondo EP prevista per la primavera 2023. Ci puoi dare qualche anticipazione?

Il prossimo EP ha come leitmotiv la natura, difatti ogni traccia è legata ad uno dei quattro elementi naturali. Per Eudemonia, il primo singolo che potete ascoltare su tutte le piattaforme digitali, ho scelto l’acqua. Volevo sottolineare le mie radici, sono nata vicino al mare e, ogni volta che ho un momento di sconforto, è l’unica cosa che mi mette davvero in pace con il mondo. In questo EP c’è tanta sperimentazione, la miscela dei suoni con un buon groove e degli strumenti particolari, è una priorità per me. I testi sono pieni di giochi di parole, immagini , metafore e raccontano sempre una storia basata su fatti o connessioni reali con il mondo che mi circonda.

Come nasce una tua canzone? Ci puoi parlare del processo creativo alla base?

Non c’è una vera e propria regola, alcune volte le mie canzoni nascono dalla costruzione armonica del brano, quindi dalle sua “fondamenta” per intenderci; altre da un’idea melodica, cioè una successione di note che danzano in modo inaspettato nella mia testa seguendo ritmi diversi. Oppure dal testo, mi è capitato di trarre ispirazione da una parola chiave, un tarlo che mi ha perseguitata per giorni interi, al quale ho dovuto dare ascolto.

Quale è il filo rosso che unisce le tue canzoni?

L’amore. Amo esprimermi attraverso il linguaggio musicale, amo l’arte e adoro creare. Ogni traccia racchiude una storia, una riflessione condita con passione, dinamicità e leggerezza.

Hai collaborato con diversi. Ci racconti un aneddoto riguardo una collaborazione che hai particolarmente gradito?

Sai che non ne ho uno in particolare? Posso dirti che tra i ricordi più emozionanti c’è una chiacchierata su Mia Martini, una delle artiste che ha influenzato il mio modo di “vivere l’arte”, fatta a quattrocchi con Marco Masini.