Intervista a Four Season Quintet

Come vi siete conosciuti? Come è nata la vostra band?

Siamo amici da molti anni, anche se inizialmente provenivamo da esperienze musicali piuttosto diverse. È stato nel 2015 che le nostre strade si sono incrociate nuovamente con un obiettivo comune: dare vita a un progetto originale, che unisse le nostre influenze ma avesse un’identità ben precisa. Volevamo creare qualcosa in cui riconoscerci pienamente, dove l’energia dello swing e l’anima profonda del soul non fossero mai assenti. Un ruolo fondamentale nella definizione del nostro stile lo ha avuto Daniela, la nostra cantante, che ha saputo imprimere una direzione chiara al progetto grazie alla sua vocalità unica e alla sua eleganza, contribuendo in modo decisivo alla costruzione di un sound distintivo e riconoscibile. Da quel momento è iniziato un percorso fatto di prove, live, sperimentazioni e tanta passione. Con il tempo, il nostro sound si è evoluto, diventando sempre più definito, fino a diventare ciò che siamo oggi.

I membri della band si considerano una famiglia musicale, unita dal tempo e dalle esperienze condivise….potete commentare queste parole?

Come dicevamo poco fa, prima ancora di essere una band siamo un gruppo di amici legati da anni di amicizia sincera — con alcuni di noi il legame risale a più di vent’anni fa. Questo ha creato una base solida, fatta di fiducia, rispetto e condivisione, su cui il progetto musicale ha potuto crescere in modo naturale. Condividiamo moltissimo tempo insieme, tra prove, concerti, trasferte e momenti di confronto creativo. Tutto questo ha rafforzato il nostro legame, trasformandolo in qualcosa che va oltre la musica. Non siamo solo colleghi di palco, siamo una vera e propria famiglia musicale, unita non solo dal tempo, ma anche dall’intensità delle esperienze vissute insieme. Ognuno di noi sente forte il desiderio di riconoscersi nel progetto, di lasciarci dentro qualcosa di personale. C’è un senso autentico di appartenenza, come se ognuno portasse il proprio tassello per costruire qualcosa che ci rappresenti tutti, ma che vada anche oltre i singoli. Forse è proprio questa alchimia che ci permette di essere così affiatati sul palco e, speriamo, di trasmetterlo anche a chi ci ascolta.

Come avete elaborato il vostro particolare sound? A cosa mirate?

Il nostro sound nasce come un incontro di mondi: ciascuno di noi porta con sé un bagaglio musicale diverso, che spazia dal classico al contemporaneo, dal jazz al soul, dal rock al funky. Ed è proprio da questa miscela di esperienze e gusti che nasce la nostra identità musicale: non qualcosa di costruito a tavolino, ma un’espressione autentica di ciò che siamo. Crediamo che la nostra forza risieda nell’equilibrio tra diversità e coesione. Ogni brano, ogni arrangiamento, è il risultato di un dialogo continuo tra le nostre personalità artistiche, con un filo conduttore ben preciso: la vocalità intensa e raffinata di Daniela, che con la sua eleganza scenica riesce a dare forma e anima al nostro suono. Il nostro obiettivo non è solo quello di far ascoltare della buona musica, ma di creare atmosfere. Cerchiamo sempre la sintesi tra raffinatezza e semplicità, anche quando utilizziamo elementi elettronici nei nostri brani originali: tutto deve rimanere autentico, riconoscibile, emotivo. Ai live, questo approccio ci permette di proporre un repertorio che va da standard degli anni ’30,’40 e ‘50 fino a brani pop contemporanei, tutti riletti in chiave ‘vintage’, con arrangiamenti che danno nuova vita ai pezzi, senza snaturarne l’essenza. In questo modo, ogni concerto diventa un viaggio sonoro in cui epoche diverse si incontrano e dialogano, portando il pubblico a percorrere la stessa strada… ma in direzioni opposte. Il nostro sound, in fondo, mira a questo: a emozionare, a sorprendere, ma soprattutto a connettere. Con chi ascolta e con il tempo stesso.

Chi sono i vostri miti musicali del passato e del presente?

I nostri miti musicali appartengono a un’epoca in cui la musica non era solo da ascoltare, ma da vivere, da ballare, da respirare. Parliamo dei grandi protagonisti della swing era, artisti che hanno fatto la storia e che continuano a ispirarci ogni giorno. Frank Sinatra per l’eleganza e la capacità di raccontare storie con la sola voce, Nat King Cole per il calore e la raffinatezza, Dean Martin per l’energia travolgente e quel tocco ironico che non guasta mai, ed Ella Fitzgerald e Etta James per aver reso la vocalità femminile qualcosa di straordinariamente potente e sofisticato. Un punto di riferimento fondamentale per noi è anche Benny Goodman, “The King of Swing”, a cui abbiamo voluto rendere omaggio con il nostro singolo Palomar, ispirato al celebre ballroom in cui fece la sua storica esibizione nel 1935. Il suo modo di intendere la musica, capace di unire tecnica, swing e coinvolgimento, è un modello a cui guardiamo con ammirazione. Detto questo, è chiaro che viviamo nel presente. Siamo negli anni 2000, e come ogni artista del nostro tempo, risentiamo inevitabilmente anche delle influenze moderne. Per questo, pur mantenendo un’anima vintage, ci piace giocare con sonorità più attuali, inserendo qua e là qualche elemento elettronico nei nostri brani originali. È un modo per dialogare con il presente senza tradire il passato, proprio come fanno artisti come Caro Emerald o Michael Bublé, che stimiamo molto per la loro capacità di fondere stili diversi con gusto e personalità. Per noi è questo il bello: restare fedeli allo spirito dello swing e del soul, ma con uno sguardo sempre aperto verso ciò che succede oggi. La musica, dopotutto, è viva quando riesce ad attraversare i tempi.

Come nasce e prende forma una vostra canzone? Che ambiente create intorno a voi?

La nascita di una nostra canzone è sempre un processo molto spontaneo. Le fonti di ispirazione possono essere le più diverse: a volte è un avvenimento che ci colpisce, altre volte un’emozione vissuta o anche solo un’immagine che ci resta impressa. E poi ci sono quei momenti magici in cui basta un motivetto che arriva dal nulla e da lì prende forma tutto il resto. Molto spesso l’idea iniziale nasce da una melodia pensata da Daniela, la nostra voce e anima poetica. È lei che spesso dà il via con un’idea melodica che ha già un colore, un’atmosfera, un’intenzione emotiva ben precisa. Da lì inizia un lavoro di costruzione collettiva: ognuno di noi porta il proprio strumento, il proprio linguaggio musicale, e cerca di dare forma a quella suggestione iniziale. È un momento molto creativo, fatto di confronto, ascolto e sperimentazione. Il passo successivo è lavorare insieme sull’arrangiamento: lo curiamo con attenzione, cesellando i dettagli, cercando quell’equilibrio tra raffinatezza e semplicità che è un po’ il nostro marchio di fabbrica. Ogni brano deve suonare come noi, anche quando le sonorità si contaminano con elementi diversi o più moderni. I testi, invece, sono sempre firmati da Daniela. Intorno a questo processo creativo cerchiamo sempre di creare un ambiente disteso, stimolante, in cui ognuno possa sentirsi libero di esprimersi. La musica, per noi, è prima di tutto condivisione. E ogni canzone è una piccola storia scritta a più mani, con un’unica voce.

Il vostro album d’esordio, Parole su parole (2019). Potete presentarlo ai nostri lettori? Come siete maturati e cambiati da allora? Come si è evoluto il sound?

Parole su parole, il nostro album d’esordio uscito nel 2019, rappresenta per noi il primo vero capitolo di un racconto iniziato con entusiasmo, curiosità e tanta voglia di sperimentare. È un lavoro che rispecchia fedelmente quella che era la nostra identità musicale in quel momento: la fusione tra swing e soul con inediti e rivisitazioni di grandi successi internazionali attraverso arrangiamenti ironici. In Parole su parole ci siamo messi a nudo, cercando un suono che potesse parlare di noi senza etichette rigide, ma con un’anima ben riconoscibile. Ogni brano è stato pensato come un piccolo mondo a sé, ma sempre collegato da un filo comune: la voglia di raccontare, di evocare immagini e sensazioni con sincerità e stile. Da allora, però, siamo cresciuti molto. I live, i nuovi ascolti, il confronto continuo tra di noi e l’esperienza maturata hanno fatto sì che il nostro sound si evolvesse in modo naturale. Oggi ci sentiamo ancora più coesi e consapevoli: il nostro stile si è affinato, è diventato più maturo, più essenziale in alcuni tratti, ma anche più audace. Abbiamo iniziato a sperimentare di più, inserendo elementi elettronici, cercando nuove sfumature sonore, ma sempre senza perdere di vista le nostre radici vintage. Quello che è rimasto immutato, però, è il desiderio di comunicare emozioni vere, di raccontare storie che parlino al cuore delle persone, e di farlo con quel mix di eleganza e passione che ci contraddistingue. Parole su parole è stato l’inizio di un viaggio che ci ha portati lontano — e siamo ancora curiosi di scoprire dove ci porterà la prossima canzone.

Cosa non deve assolutamente mancare in un vostro live?

In un nostro live non deve mai mancare l’atmosfera. Quella giusta, quella che sa accarezzare chi ascolta con delicatezza ma anche con intensità. Ci auguriamo sempre che il pubblico possa vivere un’esperienza che sia, allo stesso tempo, emozionante e divertente, grazie a un repertorio studiato per coinvolgere, sorprendere e – perché no – far venire voglia di muovere qualche passo. La nostra cifra stilistica è l’eleganza, e ci teniamo che sia percepita non come qualcosa di distante o formale, ma come una forma di cura nei dettagli: nei suoni, negli arrangiamenti, nell’interpretazione. Ci piace creare un ponte tra il passato e il presente, portando sul palco grandi classici della swing era e rivisitazioni in chiave vintage di brani pop contemporanei, sempre con originalità e rispetto. In ogni concerto, quello che non deve mancare è il contatto umano: lo scambio di sguardi, i sorrisi, quel momento in cui senti che chi è seduto lì davanti si è lasciato trasportare, magari riconoscendosi in una melodia o in un testo. È lì che nasce la magia. In sintesi? In un nostro live non devono mai mancare: emozione, swing, anima… e un pizzico di meraviglia.

“Oui, c’est moi!”, il nuovo singolo. Cosa potete dirci a riguardo? Potete anche presentarci il video clip del singolo?

Oui, c’est moi!” è il nostro nuovo singolo, e rappresenta un piccolo manifesto di eleganza, introspezione e identità. Abbiamo voluto fondere due mondi che ci appartengono profondamente: la raffinatezza senza tempo della chanson française e il ritmo sinuoso dello swing, creando un brano che avvolge l’ascoltatore in un’atmosfera calda, intensa e sofisticata. Questo brano nasce anche come omaggio a un repertorio che sentiamo nostro già da tempo. Nei nostri live la musica francese è spesso presente, da Edith Piaf a Zaz, passando per quelle melodie che evocano Parigi come simbolo di fascino, charme e profondità emotiva. Non potevamo che dedicare un brano originale a quello stile che ci rappresenta così bene, elegante ma anche autentico, diretto e pieno di sfumature. Musicalmente, Oui, c’est moi! si distingue per un arrangiamento delicato, dove le armonie del pianoforte si intrecciano con una sezione ritmica dal tocco leggero, mentre la tromba diventa una voce narrante che guida l’ascoltatore in questo viaggio interiore. Il testo, firmato come sempre da Daniela, racconta la storia di una donna che, tra dubbi e riflessioni, impara a riconoscere la forza che ha dentro di sé. Un invito alla consapevolezza, alla resilienza, alla bellezza di ritrovarsi. Il videoclip è il naturale completamento di questo racconto. Girato in un’elegante atmosfera in bianco e nero, si apre con l’immagine di una donna davanti allo specchio, nel camerino, che si prepara a salire sul palco. È un momento sospeso, intimo, in cui dialoga con se stessa. A incarnare la vita – con tutte le sue fragilità e potenza – c’è una ballerina, figura eterea che danza con leggerezza e intensità. Nelle sue mani, una rosa bianca: simbolo della forza interiore che la protagonista sta cercando. Con “Oui, c’est moi!” abbiamo voluto raccontare non solo una storia, ma anche un sentire: il coraggio di riconoscersi, la grazia nel farlo. Sempre con il nostro stile, tra passato e presente, tra emozione e swing.