Intervista a Darman
Elle. Cosa puoi dirci di questo brano? Di cosa parla? Dove è nato?
Buongiorno e grazie per lo spazio. Elle è la descrizione dei momenti in cui l’ispirazione giunge a te, in questo caso grazie al potere ispiratore del mare. Questo è successo sulla spiaggia di Agay, in Costa Azzurra, ecco perché il titolo è lei in francese, perché nella lingua transalpina il mare è declinato al femminile.
Come è collaborare con il regista Emanuele Spagnolo?
Con Emanuele ci conosciamo benissimo, ormai. Con lui ho realizzato tantissimi video, tutti di successo ed è molto stimolante lavorarci perché riesce sempre a trasformare in immagini tutte le sfaccettature delle mie canzoni, in una maniera tale da sinergizzare le immagini con parole e musica.
Attualmente impegnato con l’Eunomos tour 2022. Ci puoi raccontare qualche aneddoto?
Una cosa curiosa che è successa è stata durante l’esibizione a Torino, quando mentre stavo facendo un assolo di chitarra mi sono mosso ho sbattuto col muso contro il microfono e vi assicuro che ha fatto abbastanza male.
Come nasce una tua canzone? Ci puoi parlare del processo creativo alla base?
Il processo creativo è totalmente stocastico che nel mio caso, per fortuna, non c’è un modus operandi che possa essere descritto. Sono un cantautore viscerale e ispirazionale, quindi riesco a comporre solamente quando sento arrivare il fervore dell’ispirazione giusta per far sì che la canzone venga fuori.
Quale è il filo rosso che unisce le tue canzoni?
Diciamo che tutte le canzoni sono legate da una luce interiore, da questo legame indissolubile con il tutto, con l’universo, con la possibilità di regalare uno strumento di incontro con le nostre parti più profonde.
“Strana Creatura”, attualmente il tuo brano di maggior successo. Di cosa parla? Puoi presentarlo ai nostri lettori?
Strana creatura è uno dei primi brani che ho scritto, risale al 1998, anche se la prima versione aveva delle strofe leggermente diverse. È un brano che parla di una donna che diventa ossessione, tanto da incontrarla anche in sogno, dalla quale la si vuole scacciare. È un viaggio onirico nell’attrazione più viscerale ed emozionale.
Quale è la differenza tra suonare in Italia e suonare all’estero?
Tendenzialmente, il panorama estero è sicuramente più meritocratico, democratico e stimolante. C’è maggior cultura del live, sia da parte degli addetti ai lavori che di chi va ad ascoltare i concerti. Sul panorama italiano meglio se mi avvalgo della facoltà di non rispondere.
Come è il palco del 1 maggio? Che emozioni hai provato?
È stata una bellissima emozione, perché suonare in una delle piazze più belle d’Italia, davanti a tantissime persone e, in più, aprire il concerto è stat veramente un’esperienza molto importante