
Intervista a Daniel Meguela
Come ti sei avvicinato alla musica?
Avevo sei anni quando ho scoperto il pianoforte a casa di un’amica di mia madre. Ho visto quei tasti neri e bianchi che mi hanno attratto, ci ho messo le mani sopra e da quel momento è nata la magia.
Come nasce una tua canzone? Che ambiente crei intorno a te stesso? Da dove prendi ispirazione?
Basta poco, da una frase sentita, da un’emozione che mi può far provare una scena di un film, da un libro, tutto è una continua ispirazione. Per creare una canzone devo stare totalmente solo, isolato da tutto.
Un concerto di cui conservi un ricordo indelebile?
Il mio primo in assoluto: avevo 10 anni, lo stadio era Wembley, l’anno 1996. Sul palco c’erano i Queen, cantava il più grande di tutti, Freddie Mercury.
Quali sono i punti salienti della tua carriera artistica fino ad ora?
Ce ne sono vari, ma il primo che mi viene in mente è quando sono stato selezionato da Claudio Baglioni nel 1998 per aprire il suo concerto “Da me a te” allo stadio olimpico di Roma, la mia città. Da lì, ho capito che era la mia strada.
“fuori” è il nuovo singolo. Di cosa parla questa canzone?
Parla nel testo del malessere generazionale di questi ragazzi che oggi vivono impauriti a testa in giù, scrollando i social sul proprio smartphone, non capendo che invece fuori c’è un arcobaleno che ha bisogno di essere riempito dai colori unici che ognuno di loro ha. Mentre nel video clip ho voluto evidenziare la difficoltà dei cosiddetti ricominciati, che dopo tanti anni di carcere, usciti fuori non hanno niente e non aiutati dallo stato sono costretti a sopravvivere per strada e probabilmente a delinquere di nuovo.
Quanto è importante sperimentare con la musica?
Fondamentale per la propria crescita personale. La musica ha varie sfaccettature e vanno scoperte tutte possibilmente.