Intervista a Cristiano Turrini

1. Benvenuto su system failure. Puoi parlarci del tuo percorso artistico fino a qui?

Salve a tutti! Sono Cristiano Turrini, ho 31 anni e sono un cantautore romano. All’età di 5 anni ero in vacanza con i miei genitori in un villaggio turistico e mi hanno catapultato su un palco. Da lì ho capito che quello sarebbe stato il mio posto. Ho iniziato a studiare canto con vari insegnanti e in varie accademie di musica ma anche di recitazione e doppiaggio per ottenere una formazione più completa. Da un po’ di anni sono diventato vocal coach e negli ultimi 5 anni mi sono immerso nella scrittura e nella realizzazione dei miei brani con un team che mi segue e sostiene. Ho partecipato a vari concorsi ricevendo sempre feedback molto positivi.

2. È uscito “Kuala Lumpur”. Ci parli della genesi di questo pezzo? Di cosa parla?

“Kuala Lumpur” nasce in un momento importante del mio percorso artistico dove ero alla ricerca di una nuova identità artistica sempre più definita e in equilibrio tra il mercato discografico e la mia vocalità. Come di consueto ero in studio con il mio amico e produttore Marco Canigiula e guardando un video su YouTube ci siamo lasciati catturare dai generosi scenari della Malesya. Nasce così “Kuala Lumpur”, dalla voglia di raccontare il vano tentativo di fuga dal ricordo di una storia d’amore finita ancor prima di nascere ambientata proprio nella meravigliosa cornice della capitale malese. È un respiro a pieni polmoni, per abbassare il volume dei pensieri e cercarsi altrove. Hanno preso parte alla produzione importanti musicisti: Jacopo Carlini (piano), Davide Gobello (chitarre), Matteo Carlini (basso) e Skywalker. Ognuno di loro ha reso possibile tutto questo.

3. Come è stato collaborare con Marco Canigiula?

Come sempre meraviglioso! Collaboro con Marco e il team di Cantieri Sonori da oltre 5 anni. Non so quanti brani abbiamo scritto insieme a quattro mani lo facciamo ogni qualvolta ci incontriamo, sia per quello che sono le mie produzioni ma anche per le produzioni di altri artisti. Marco ha sempre creduto in me e io in lui e sono felice che, oltre ad una stima reciproca a livello professionale, c’è soprattutto un importante rapporto umano di amicizia che ci permette, ancora oggi, di proseguire questo percorso insieme.

4. Come hai elaborato il tuo sound?

Nasce giorno dopo giorno da una sperimentazione continua, sia a casa da solo ma anche con il mio team di lavoro. Ho sempre dato più importanza alla mia vocalità dati i miei studi e le mie conoscenze tecniche. Se però prima basavo tutto sulla tecnica vocale, oggi il mio approccio parte dai testi e da quello che voglio comunicare, ho cercato di confluire il genere soul/r&b, che mi rappresenta con arrangiamenti pop per arrivare ad un testo più quotidiano quasi indie e che riesca a parlare a tutti.

5. Quale è la fonte di ispirazione per i tuoi testi?

Nella mia scrittura tendo a rappresentare sia emozioni vissute in prima persona che emozioni in modo più generale. Mi piace il pensiero che chiunque possa ritrovarsi in quello che scrivo proprio per questo prediligo una scrittura semplice, un’alternanza di immagini e pensieri profondi che possano lasciare un messaggio all’ascoltatore.

6. Quali sono i tuoi ascolti? Nomina anche 3 album che hanno segnato la tua vita…

Ascolto tantissima musica, è il mio pane quotidiano! Gli album che ho letteralmente consumato per l’ascolto che ne ho fatto sono “Casa 69” dei Negramaro, “Hotter Then July” di Stevie Wonder e “Marco Mengoni Live” appunto di Marco Mengoni.

7. Tu sei con Cantieri Sonori come vedo dal web, etichetta che conosco per la rapper Marta Daddato. Come ti trovi con loro?

Come ho accennato nella precedente domanda penso si sia capito che mi trovo più che bene con il team di Cantieri Sonori. Non sono solo grandi professionisti, che lavorano ogni giorno e con grande cura a tutti i progetti a cui lavorano, ma la cosa più importante è quella che si respira un grande ambiente famigliare. In questi 5 anni insieme abbiamo condiviso vittorie ma anche sconfitte senza mai arrenderci e continuando a lavorare duramente. Non è solo un semplice lavoro ma molto di più e se collaboriamo insieme da così tanti anni un motivo ci sarà (sorride)!

8. I momenti più belli della tua carriera artistica…

I vari riconoscimenti artistici avuti nei contest a cui ho preso parte in tutto il mio percorso. Nel 2016 con “Tutto Quello Che Non Siamo” e nel 2018 con “Irrazionale” sono stato selezionato tra i 60 finalisti di Sanremo Giovani esperienze che, nonostante non mi abbiamo poi portato sul palco dell’Ariston, mi hanno inorgoglito essendo comunque stato scelto nelle oltre 800 candidature che arrivano al Festival ogni anno. Poi ovviamente l’ultima vittoria raggiunta al contest di Radio Deejay e i bei complimenti ricevuti da Linus sia sul palco ma anche dietro le quinte. Sentire oggi il mio pezzo “Kuala Lumpur” in rotazione radiofonica su un Network così prestigioso è un bellissimo sogno.

9. Riesci a bilanciare la tua vita con la tua carriera artistica?

È molto difficile e sicuramente si fanno dei sacrifici. In questo momento mi sto concentrando molto sulla mia carriera, ci credo fino in fondo e questo è il momento giusto per spingere sull’acceleratore.

10. Siamo ancora in emergenza coronavirus? Come la stai vivendo?

Per noi lavoratori della musica è veramente dura! Non poter fare concerti live, non poter insegnare per bene, non poter incontrare il proprio pubblico non è per nulla facile ma capisco che la salute è la cosa più importante. Facciamo dei sacrifici oggi per tornare domani.

11. Siamo in un mondo in emergenza economica, climatica ed ora anche sanitaria. Quale è il ruolo della musica in questo mondo?

Dovrebbe avere un ruolo molto più importante rispetto a quello che gli è stato dato. La musica è un trasportatore di emozioni a distanza. In base allo stato d’animo la musica può cambiare il tuo stato d’animo e lo fa senza chiedere nulla in cambio.

12. A quale città del mondo dovrebbe far pensare la tua musica?

Il ruolo del cantautore è quello di descrivere più immagini possibili. Ogni posto del mondo ha la propria magia, a propria storia e i propri emozionanti scenari e noi non ci possiamo soffermare solo su uno di loro ma far viaggiare il nostro pubblico insieme a noi. Oggi è toccato a Kuala Lumpur domani chissà….

13. Quali arti preferisci oltre la musica?

Più che arti amo molto lo sport in generale. Più nello specifico da ragazzo e per molti anni ho giocato a basket…È la mia passione più grande dopo la musica.

14. Per finire invoglia i nostri lettori ad ascoltare la tua musica con un appello…e dai pure qualche consiglio a chi sta muovendo i suoi primi passi nel mondo della musica…

La mia musica parla a tutte le fasce d’età… chiunque può ritrovare un po’ delle proprie esperienze nei miei testi, è una musica che parla a tutti. Ringrazio coloro che mi seguono e sostengono chiedendo di far arrivare la mia musica sempre a più gente possibile. Per costruire una credibilità artistica ci vuole tanto lavoro e il consiglio che mi sento di dare a chi si affaccia a questo mondo è quello di studiare, affidarsi ad un team di professionisti e soprattutto non arrendersi alle prime difficoltà.