Intervista a Bright Magus

Bright Magus. Perché questo nome?

Albero Turra:

Ho proposto il nome Bright Magus a fronte del disco live di Davis intitolato Dark Magus, molto scuro, mooolto esoterico e per me esemplare di come ci si dovrebbe disporre per suonare questa musica.

Come si è formata la vostra band. Come vi siete conosciuti?

Albero Turra:

Siamo nati per volontà di Leziero e Giovanni (Calella) ai quali è salita la necessità fisica di affrontare quel tipo di suono, entrare nel mindset che avrebbe portato a produrre musica che partisse dai presupposti da cui nacque l’estetica del Davis elettrico ‘65/‘75. Fu così che chiamarono Mauro Tre, Gianni Sansone e me e ci trovammo in studio da Gianni: l’ingredientistica si rivelò immediatamente perfetto, dalla prima impro, mai suonato insieme e subito sentimmo che tutti avevamo nelle orecchie le stesse intenzioni timbriche/ armoniche/ritmiche ( tutti abbiamo MOLTO ascoltato quei dischi di cui sopra).

Come è stato collaborare con Manuel Agnelli?

Giovanni Calella:

In realta’ non c é nessuna collaborazione con Manuel. Il disco e’stato registrato da Guido Andreani e Tullio Treffiletti. Guido lavora presso lo studio di Manuel, forse e’questa la sola connessione con Manuel.

“Lullaby for my father”. Di cosa parla questa canzone?

Mauro Tre:

E’ un brano(artwork subito sopra) che ho composto nel ‘93 ed è dedicato a mio padre, che era scomparso un paio d’anni prima. Ho voluto scrivere una “ninnananna”, una carezzapost-mortem, un gesto pacificatore, un abbraccio che sciogliesse il peso dei non detti, in forma di per-dono. La forma del brano e le armonie sono di ispirazione shorteriana mentre la melodia è sviluppata partendo da una frase semplice, ripetuta e variata secondo le tensioni armoniche. E’ semplice e cantabile, quasi “pop”, e in questo trovo l’aggancio a certe escursioni appunto pop dell’ultimo Miles Davis

L’album d’esordio “Jungle Corner”. Ci potete dare qualche anticipazione?

Giovanni Calella:

L’album uscirà’a meta ottobre per la IRMA Records e racconta la nostra passione per Davis. E’un disco totalmente strumentale suonato in presa diretta, dove batteria, basso chitarra, piano Rhodes e tromba creano un dialogo costante in un paesaggio musicale ispirato al Davis elettrico. Tutto nasce da improvvisazioni, poi abbiamo formalizzano alcuni temi che fanno da faro, ma l essenza del progetto si basa su l interplay tra noi cinque.

Quale è il filo rosso che connette le vostre canzoni?

Leziero:

La domanda e’ insidiosa; Credo ci siano diversi fili che connettono i nostri brani, Miles Davis e’ il Guru silenzioso che guida la visione generale. Poi c’e’ una sostanza fatta di scrittura, i temi melodici e le armonie introducono una corposa parte d’improvvisazione. Considerando il fatto che l’album e’ stato registrato tutto in presa diretta, credo la chiave sia stata l’Interplay della band.

Con che spirito nasce la vostra musica?

Giovanni Calella:

La nostra musica nasce appunto dal improvvisazione pura. Abbiamo sviluppato un certo feeling, e questo ci consente di creare della musica estemporanea. Ovviamente il sound e’abbastanza definito proprio dal idea di omaggiare quel preciso periodo di Davis, e cioè’ tra la fine degli anni 60 e i primi 70. Lo facciamo con gioia, curiosita’, serietà’e molta passione.