
Intervista a Aua
E’ uscito venerdì 17 gennaio, sulle piattaforme digitali e su tutti i digital stores, “Fortune”, il nuovo album della cantautrice gardesana AUA realizzato con il contributo di NUOVO IMAIE. Abbiamo intervistato l’artista…
Come ti sei avvicinata al mondo della musica?
La musica è sempre stata parte della mia vita, anche prima che decidessi di farne un percorso concreto. Fin da piccola ero affascinata dalle parole e dal loro potere evocativo, quindi scrivere canzoni è stato un passaggio naturale. Poi, l’opportunità di salire su un palco è arrivata quasi per caso, ma una volta lì ho capito che non avrei più smesso.
Come nasce e prende forma ogni tua canzone?
Ogni canzone nasce in modo diverso, ma in genere tutto parte da un’immagine o da una sensazione forte. A volte è una frase che mi colpisce, altre volte è una melodia che arriva all’improvviso. Poi il lavoro vero comincia: si tratta di dare una struttura all’intuizione iniziale, cercando il suono giusto per raccontare al meglio quella storia.
Debutti a vent’anni al Festival di Sanremo 2001 con i Pincapallina. Cosa ci puoi dire di questa esperienza?
È stata un’esperienza incredibile e totalmente inaspettata. A vent’anni, salire su un palco come quello di Sanremo significa essere travolti da un turbine di emozioni e di prime volte. Con i Pincapallina c’era un’energia speciale, un po’ incosciente ma genuina, e questo ci ha portati lì. È stato un assaggio di cosa significhi fare musica seriamente, con tutte le sue gioie e le sue complessità.
Chi sono i tuoi miti musicali?
Ho sempre ammirato artisti che riescono a unire profondità e autenticità, senza scendere a compromessi. Nico è stata una grande ispirazione per la sua capacità di essere fuori dagli schemi, così come molti cantautori italiani che hanno fatto della scrittura il loro punto di forza. Mi affascinano le voci che raccontano storie con sincerità e coraggio.
Fortune, disco realizzato con il contributo del Nuovo IMAIE, porta in copertina un’immagine emblematica: la fortuna che piange. Puoi presentarlo ai nostri lettori? Perché l’immagine della fortuna che piange?
Fortune è un album che esplora la fortuna in tutte le sue sfumature, anche quelle meno ovvie. L’idea della fortuna che piange nasce proprio da questa visione: spesso pensiamo alla fortuna come a qualcosa di positivo, ma in realtà può avere molte forme, alcune anche dolorose. A volte la fortuna arriva nel momento sbagliato, altre volte la riconosciamo solo dopo aver attraversato qualcosa di difficile. Volevo che la copertina riflettesse questa ambivalenza.
Federico Donati, Livio Perrotta e Carlo Maria Toller. Come è stato collaborare con loro?
Lavorare con Federico, Livio e Carlo Maria è stato fondamentale per dare a Fortune la sua identità. Ognuno ha portato qualcosa di unico: Federico con la sua sensibilità per cogliere le sfumature, Livio con il suo tocco geniale ed elettronico e Carlo Maria con il suo talento musicale analogico. È stato un lavoro di squadra in cui ogni contributo ha reso l’album più ricco e sfaccettato.
Sulla tua pagina Instagram leggo: “Grata di poter dire quello che penso… esploratrice di mondi interiori.” Puoi commentare queste parole?
Per me la musica è un modo di esplorare e di esprimere quello che sento, senza filtri. Essere grata di poter dire quello che penso significa riconoscere che non è scontato poterlo fare, soprattutto in un mondo dove spesso si tende ad adattarsi. L’esplorazione dei mondi interiori è la parte che più mi affascina della scrittura: scavare nelle emozioni, nelle contraddizioni, nelle ombre e nelle luci che tutti portiamo dentro.
Quali sono i progetti per il tuo futuro vicino e lontano?
Nel futuro vicino voglio portare Fortune dal vivo, farlo incontrare con le persone, raccontarlo in un modo che vada oltre il disco. Più avanti? Continuare a scrivere, sperimentare, magari esplorare nuovi temi e nuove collaborazioni. La musica per me è un viaggio e voglio vedere dove mi porterà.