Intervista a Astral Infinity

1) Ciao, potete presentarvi ai nostri lettori?

Ciao a tutti! Siamo gli Astral Infinity, progetto melodic metal (ma in realtà si potrebbero aggiungere altri generi) del lodigiano! Siamo una band nata da poco ma non vediamo l’ora di far vedere al mondo di cosa siamo capaci!

2) Da cosa nasce il vostro progetto musicale?

Nasce dalle ceneri di un progetto passato, dal quale abbiamo preso alcuni pezzi e li abbiamo riarrangiati, aumentando il fattore melodico e aggiungendo (grazie all’arrivo della nostra Francesca) il growl (fatto da una ragazza poi è ancora più bello) e altri ovviamente creati da zero.

3) Come è nata la band e l’idea del nome?

Dopo che Big e Christian sono rimasti a piedi per lo scioglimento del vecchio progetto, si sono rimboccati le maniche e hanno contattato prima di tutti il nostro “J” (Jonathan) e dopo tempo arrivò la voce pazzesca di Francesca. La band è quindi nata nel 2017 dalla volontà di quattro persone determinate ad uno scopo comune: creare Musica. Per il nome, l’idea è nata dal suono che caratterizza maggiormente le nostre canzoni: atmosfere fuori dal mondo e…beh un insieme spaziale di note, questo per quanto riguarda la parola Astral, per Infinity ci riferiamo al fatto che, come le stelle nel cielo, anche le possibilità di creare musica sono infinite.

4) A chi o a cosa si ispira il vostro sound?

Beh, ognuno di noi si è ispirato come musicista a generi e artisti diversi e tutte queste influenze possono essere ritrovate all’interno dei nostri pezzi. Ad esempio il nostro batterista/tastierista Big si ispira ad alcune band del genere sinfonico (come Nightwish, Epica, Diabulus in Musica e affini) e ultimamente anche ascoltando Hans Zimmer. Per quanto riguarda il nostro chitarrista Jonathan ha un sound ispirato alla musica d’ambiente ed elettronica di Magnus Birgersson e Boris Blenn. Non mancano influenze del calibro di Bill Vencil e soprattutto Tak Matsumoto. La nostra cantante Francesca è nata dal melodic death metal (Arch Enemy soprattutto) ed è da questo genere che viene l’idea di inserire parti sporche all’interno di un cantato prettamente melodico. Successivamente si è avvicinata al power metal (Rhapsody, Twilight Force, Gloryhammer) e da lì la sua necessità di imparare le tecniche vocali piuttosto complesse del genere. In questo progetto abbiamo voluto inserire le due componenti che la caratterizzano (il risultato lo adoriamo e speriamo piacerà anche a voi!!). Infine il nostro bassista Christian nasce dal crossover (Korn) per poi andare su altri generi come industrial metal sino al symphonic metal.

5) Se poteste definire la vostra arte in una parola, quale sarebbe?

Domanda abbastanza difficile perché in realtà la definiremmo ognuno con una parola diversa… Per il nostro bassista la parola più adatta è “eclettica”, mentre per il nostro chitarrista sarebbe meglio definirla “solare” perché, come il Sole, la nostra arte è calda, avvolgente e crea atmosfere inaspettate anche nei momenti più bui. Per quanto riguarda la nostra cantante l’aggettivo migliore sarebbe “potente”, invece per il nostro batterista/tastierista sarebbe meglio dividere la questione tra i pezzi vecchi riarrangiati (che definisce Arte di Forza) e i pezzi nuovi scritti da zero da noi quattro (Arte d’Impatto con sentimento).

6) Qual è il vostro mito musicale?

Come per le influenza anche i nostri miti sono molteplici. Per Big sono Thuomas Holopainen e Hans Zimmer (il che detto da un batterista fa pensare, perchè sono entrambi principalmente Compositori Orchestrali che suonano il Piano/Tastiere), mentre per Jonathan è John McLaughlin che per lui è come uno zio che racconta sempre cose nuove e belle, ma senza parlare e attraverso la musica. Per Francesca ce ne sono parecchi: il suo primo “amore” è sicuramente Alissa White-Gluz ma poi ha scoperto donne veramente talentuose come Tatiana Shmaylyuk o Adrienne Cowan e non ha potuto far altro che ispirarsi anche a loro. Tra gli uomini figurano senz’altro Tobias Sammet e Michael Kiske (non ha bisogno di presentazioni) che sono menti e voci spaziali. Infine per Christian i miti sono i Korn ma anche figure dello speed power metal come i Gloryhammer.

7) Cos’è per voi la Musica?

Per tutti noi la musica è essenzialmente la nostra vita. All’interno delle nostre vite ruota quasi tutto intorno alla musica e non sapremmo veramente come vivere senza. La musica è una fonta di energia inesauribile senza la quale non saremmo noi stessi e le dobbiamo molto. Stiamo scrivendo in un periodo di quarantena quindi in questo momento più di altri la musica è l’unica cosa che ci mantiene sani di mente… Se dovessimo proprio definire la Musica diremmo che è un qualsiasi insieme di suoni che evoca un’emozione, un momento, una scena, un paesaggio, quindi se all’improvviso state sognando ad occhi aperti ascoltandoci, allora abbiamo raggiunto il nostro scopo. 🙂

8) Progetti futuri?

Prossimamente vedrà la luce il nostro primo album e, molto probabilmente, gireremo anche un altro video per il secondo singolo. Poi l’obiettivo è quello di cominciare a portare in giro la nostra musica anche live e magari organizzare anche date all’estero (speriamo in un vero e proprio tour). Spoiler: abbiamo anche già iniziato a scrivere il secondo album!

9) Volete raccontarci il verso di una vostra canzone che vi rappresenta meglio?

“Here we’ll rise from the ashes of a new evil era” – questo verso per noi rappresenta un senso di rinascita, quella che vorremmo portare a chi ci ascolta. Con la nostra musica ci piacerebbe riportare la luce in un periodo abbastanza oscuro per la musica (si, lo sappiamo, è un progetto fin troppo ambizioso forse per un gruppo underground, tuttavia ci proveremo!) 🙂 Un altro verso importante è “I’ll fly away so high” che per noi rappresenta la libertà pura e semplice, senza restrizioni o ostacoli di qualsiasi genere. Così noi siamo liberi quando suoniamo, anche solo suonare un accordo preciso e adatto al momento ci fa sentire liberi.

10) Che messaggio volete comunicare o trasmettere attraverso la Musica?

Prima di tutto vorremmo trasmettere felicità tramite la musica, quella sensazione di spensieratezza e libertà che certi pezzi infondono anche in noi. Con questo non intendiamo dire che i nostri pezzi siano tutti happy (per la maggior parte sono anche malinconici), ma che alla fine dell’album l’ascoltatore possa sentirsi in qualche modo arricchito, avendo provato qualcosa ascoltandolo. Siamo dell’idea che qualsiasi emozione che la musica ci suscita sia positiva (anche quando ci vengono le lacrime agli occhi) e vorremmo lasciare un segno in chi ci ascolta. Inoltre, specialmente il nostro genere ha molte contaminazioni da svariati altri, sinfonie, tastiere, parti pulite, distorte, chitarre nascoste e in primo piano, così parte del messaggio che vogliamo trasmettere è che si possono usare molti strumenti in un tipo di musica e non fossilizzarsi solo su quelli più standard, quindi una sorta di “accettazione del diverso, ma in un ambiente più “comfort zone”.