Intervista a Aron Raschi

Come ti sei avvicinato al mondo della musica?

Mi sono avvicinato per caso al mondo musicale e non me ne sono più andato, ho iniziato a suonare il pianoforte più seriamente verso i 16 anni. Me ne sono innamorato in quel momento.

Chi sono i tuoi miti musicali?

I miei miti musicali sono sicuramente Chester Bennington dei Linkin Park, Freddie Mercury dei Queen e David Bowie.

L’Altromondo Studios. Cosa ricordi di quella serata?

È stata una bellissima esperienza in cui ho conosciuto tanta bella gente e si è parlato di tanta bella musica, poi il palco dell’Altromondo è un palco molto prestigioso e quindi è stata una bella emozione.

“Solo” è il nuovo singolo. Di cosa parla questa canzone?

È un viaggio verso una dimensione parallela, ho cercato di unire il sound molto ambient ad una denuncia sociale verso la società di oggi. Voglio che ognuno veda dei colori con questo pezzo e che immagini un mondo ideale dove vivere.

Cosa rappresenta l’artwork di “Solo”? Ci puoi parlare pure della genesi della canzone?

L’artwork di “SOLO” rappresenta una persona appunto sola in stanza che guarda fuori da una finestra la continuazione del mondo in cui viviamo con gente che festeggia, è un modo per rappresentare quanto ci possiamo sentire soli quando ci rendiamo conto di non essere parte integrante della società. La genesi della canzone è stata molto casuale in realtà, mi sentivo ispirato da una melodia che avevo e che poi abbiamo rivoluzionato, il resto è stato molto naturale sia da parte mia che da parte di Defurias.

Suoni ambient. Perché questo genere musicale e non altri?

Ambient perché ultimamente sto ascoltando molta techno e nel genere spesso si utilizzano molti di questi suoni ambient particolarissimi, mi interessava sperimentarli un pochino in questo genere qua. Mi sembra sia uscito bene dai!

Cosa c’è nel futuro di Aaron Raschi?

Nel futuro di Aaron Raschi c’è l’ignoto come sempre, ma garantisco che c’è tanta tanta tanta voglia di mettersi in gioco e di giocarsi le carte.