Intervista a Antonio Pignatiello
Antonio Pignatiello presenta il primo video live della sua “Electric session in the wood” con il brano “Statica Danza”, una performance autentica e intensa che unisce la potenza del rock alla quiete della natura. Registrato dal vivo nel cuore del bosco, “Statica Danza” è la prima di quattro tracce che anticipano il nuovo lavoro discografico di Pignatiello in uscita nella primavera del 2025. Abbiamo intervistato l’artista….
Come ti sei avvicinato al mondo della musica?
La musica è arrivata come una compagna silenziosa nelle giornate più solitarie. È stata una scoperta graduale, un mondo che si apriva passo dopo passo, tra i dischi di famiglia e le note che provavo a replicare con una chitarra da quattro soldi. Era il mio rifugio, ma anche la mia finestra sul mondo.
Chi sono i tuoi miti musicali?
Sono cresciuto ascoltando artisti che hanno trasformato il suono in un linguaggio universale: Franco Battiato per la sua capacità di attraversare il tempo con spiritualità, Bruce Springsteen per la forza delle sue storie, Paolo Conte per l’eleganza delle atmosfere, i Rolling Stones e i Doors per la loro energia e irriverenza, Leonard Cohen, che ha un modo incredibile di raccontare la realtà con poesia. Da ognuno ho preso qualcosa, un frammento per costruire la mia strada.
Come nasce una tua canzone? Come prende forma?
Nasce come una pianta: prima c’è il seme, che può essere un’immagine, un’emozione, una frase. Poi cresce con la pazienza e la cura, trovando le sue radici nelle corde della mia chitarra e i suoi rami nelle parole che scivolano sulla carta. A volte nasce subito, come un lampo, altre volte cresce lentamente, seguendo il ritmo del tempo.
Nel 2010, ha vinto il Premio per il miglior brano inedito al Solarolo Festival con la canzone Folle. Che emozioni hai provato?
Ricordo la gioia semplice di quel momento, un riconoscimento che non era solo per me, ma per il viaggio che avevo intrapreso con un amico fraterno che non c’è più: il “mago dalle cento mani”, come amavo chiamarlo, Giuliano Valori. Folle è stata una delle prime canzoni in cui mi sono riconosciuto, ed è bello sapere che qualcuno l’ha ascoltata e ha trovato un po’ di sé tra le mie parole.
Hai suonato con artisti del calibro di Eugenio Bennato, Vincenzo Costantino Chinaski e Pietra Montecorvino. Cosa puoi dirci a riguardo? Puoi raccontarci qualche aneddoto?
Collaborare con artisti di tale spessore è stato un regalo. Di Eugenio Bennato porto con me l’umiltà e la gentilezza, con Chinaski, ogni parola è una poesia, ogni brindisi è un racconto. Con Vincenzo è sempre bello ritrovarsi, ogni occasione diventa un viaggio fatto di parole, vino e risate. L’ultima serata l’abbiamo condivisa a settembre a Santa Libbirata la Carretteria, un luogo magico in cui torno il 19 dicembre per un nuovo concerto.
Quali arti preferisci oltre la musica?
Amo il cinema, il teatro e la letteratura. Sono mondi in cui la vita si specchia e si racconta in modi diversi, ma complementari. Il cinema, in particolare, ha influenzato profondamente il mio approccio alla musica, e spesso cerco di tradurre nelle mie canzoni l’intensità che un’immagine o una scena mi suscitano. Scrivere, ad esempio, mi permette di dare forma alle emozioni che non trovano posto in una canzone.
Nel 2018 hai curato la colonna sonora del cortometraggio sperimentale Esubero di Valerio Nicolosi. Cosa puoi dirci riguardo a questo?
È stata un’esperienza unica, dove ho potuto esplorare nuovi linguaggi. Scrivere musica per un’immagine è come dipingere su una tela già segnata da sfumature, cercando di aggiungere un colore che renda tutto armonioso. Poi averlo fatto con un amico e grande giornalista come Valerio Nicolosi, è stato davvero un piacere.
“Statica Danza”, una performance autentica e intensa che unisce la potenza del rock alla quiete della natura. Puoi presentarla ai nostri lettori?
Statica Danza è una performance che nasce dal bisogno di unire l’energia del rock alla serenità della natura. L’idea era quella di creare qualcosa che non fosse solo musica, ma un’esperienza sensoriale. La registrazione nel bosco è stata una scelta naturale, un luogo dove ogni suono trova la sua profondità, dove la quiete e il rumore si mescolano in un abbraccio.
Filippo Gatti e Gianfilippo Invincibile. Come è collaborare con loro?
Filippo è una guida, un maestro che sa trasformare il suono in emozione pura. Gianfilippo è un batterista e un compagno di viaggi che sente la musica con il cuore, non solo con le mani. Con loro ogni nota diventa viva, ogni silenzio trova il suo significato. È una sintonia perfetta, come se ognuno di noi fosse una parte di un unico respiro musicale. Insieme si crea un’energia che è al tempo stesso potente e delicata.