Intervista a ANIMA

1)Benvenuti su system failure. Come vi siete conosciuti? Come è nato il progetto Anima? Quale o quali messaggi volete trasmettere con la vostra band?

(Umberto) Innanzitutto, grazie per la recensione positiva, è un piacere per noi sapere di avere suscitato in voi interesse ed emozioni. Tornando alla domanda, io e Stefano ci siamo conosciuti nel 2016; all’epoca suonavo in un’altra band (i “Daraprí”) e, dopo l’abbandono del bassista, con gli altri membri del gruppo abbiamo deciso di cercarne uno nuovo tramite mercatino musicale e lì ci ha risposto Stefano. Dopo un anno, la band si è sciolta ma io e Stefano siamo rimasti in contatto per le idee comuni nel “concepire e fare musica” e da quel momento ha avuto inizio la nostra collaborazione come duo. Il messaggio principale che vogliamo trasmettere con la nostra musica è semplicemente uno: “condivisione”, perché è fondamentale creare un legame con chi ci ascolta. Trattiamo tematiche che parlano dell'(io) interiore e di tutto ciò che suscita in noi riflessioni, timori, emozioni di tutti i giorni; insomma, esperienze in cui le persone si possano rispecchiare in qualche modo… o, per lo meno, è quello che cerchiamo di fare.

2)Potete parlarci del vostro background musicale? Potete nominare anche qualche album che ha segnato la vostra vita?

(Umberto) Per quanto mi riguarda, essendo figlio della lingua italiana, prediligo di più i testi della nostra musica ma strizzando comunque l’occhio alle sonorità straniere. Non ho qualche album che mi ha colpito in particolare… ma mille! Posso dirti: Lucio Battisti con “Emozioni” o “Il mio canto libero”, Pino Daniele con “Nero a metà”, passando a Ligabue con “Nome e cognome”, a Vasco Rossi con “Bollicine, a Biagio Antonacci con “9/nov/2001”, ad Eros Ramazzotti con “Dove c’è musica”, a Francesco Renga con “Tracce”, poi c’è Tiziano Ferro con “111” e tanti tanti altri album con altrettanti artisti!

(Stefano) la mia evoluzione da ascoltatore è iniziata a 12 anni con Michael Jackson (album – “Bad”), a 16 anni è proseguita con i Metallica (TUTTI fino al “Black album”), Slayer “Seasons in the Abyss”, Yngwie Malmsteen “Rising Force” e molti altri mi hanno spinto ad abbracciare la mia prima chitarra. Nel tempo, non ho disdegnato molti altri artisti, per creare un forte contrasto, posso menzionare Joss Stone “Mind Body & Soul”, Vasco Rossi “Gli spari sopra”, Robbie Williams “I’ve Been Expecting You”, TOOL (TUTTI) e potrei continuare a citarne per ore.

3)Come prende forma una vostra canzone? Chi cura il songwriting?

(Umberto) le nostre canzoni prendono forma prima da un’idea musicale di sola voce e chitarra, istintivamente nasce prima il suono e poi le parole che arrivano in un secondo momento tramite varie riflessioni, cercando poi di imbrigliare in qualche modo tutto ciò che mi tocca di più nel profondo. La scrittura di musica e parole inizia da me per poi essere elaborata e arrangiata in studio con Stefano.

4)C’è un filo rosso che collega le vostre canzoni?

(Umberto) quello che lega tutte le nostre canzoni è semplicemente l’amore… e non solo quello comune che potremmo provare per una persona ma l’amore in ogni sua forma! Perché è ciò che ci spinge a muoverci, a credere, a sbagliare, a riprovare ancora e ancora senza mai arrenderci; e tutto questo inizia da qualche parte dentro di noi, da quel mondo folle, incasinato e meraviglioso che deve venire a galla, arrivando alla luce. L’amore è il motore e il nostro mezzo è la musica! Questo è ciò che lega ogni traccia dell’album.

5)Entrambi componete testi e musiche? Quali sono le vostre fonti di ispirazione?

(Umberto) come dicevo prima, parole e musica nascono da me e le fonti di ispirazione arrivano attraverso il quotidiano vivere e tutto ciò può avvenire in qualsiasi momento della giornata. Per fortuna, ho il telefono in cui posso registrare piccoli riff in modo tale da non perdere di vista le idee che più mi aggradano.

6)Una domanda per Umberto Ascione. Ho letto nel comunicato stampa che ad un certo punto della tua vita hai scoperto “quanto sia liberatorio comunicare attraverso la musica e di come la musica renda semplice rivelare stati d’animo spesso difficili da esternare nell’interazione con gli altri”. Puoi commentare queste parole?

(Umberto) da piccolo ero molto timido e facevo abbastanza fatica ad esprimermi con gli altri, poi ho trovato il modo di farlo attraverso la musica e, col tempo, è diventato tutto più semplice, perché ho sempre continuato ad allenarmi a scrivere senza mai arrendermi. La passione e la determinazione per la musica erano più forti di tutto e lo sono ancora oggi.

7)Potete spiegare ai nostri lettori il significato che ha per voi questa frase: «la musica deriva sempre da altra musica»?

(Umberto) la musica è formata da sette note, ciò che più mi affascina è che con queste poche note si possono creare mille varianti di ritmiche con altrettante infinite varianti di giri armonici che si susseguono. Ogni genere musicale nasce proprio attraverso le diverse varianti in cui si susseguono queste sette note, influenzando e dando nascita ad altri generi musicali e così via, fino ad arrivare ad oggi e alla musica moderna che conosciamo. La musica esiste da sempre ma noi la plasmiamo in base alla nostra creatività e alle influenze che arrivano dal passato, anche se ai giorni nostri è difficile creare ancora altri generi musicali… ma per il proprio stile e la propria interpretazione c’è sempre spazio!

8)Due domande per Stefano Foglia. Nel tuo passato esperienze dance e metal. Cosa hai tratto da queste esperienze? Perché scegliere insieme ad Umberto Ascione il genere pop/rock?

(Stefano) I diversi generi musicali possono utilizzare suoni differenti o possono dare più enfasi alla ritmica o all’armonia o all’espressività nel suonare; ogni genere musicale è contraddistinto da peculiari metodi espressivi che comunque utilizzano le sette note associate alla ritmica. Un’esperienza in svariati generi musicali permette di focalizzarsi su distinte modalità di suonare e di comporre. Per rispondere alla seconda domanda, da ascoltatore sono sempre stato attratto da tutto ciò che mi meravigliava: il rock, il metal, il pop sono i generi che ho sempre ascoltato; per esempio, sono anni che vorrei iniziare ad ascoltare il jazz ma non ci sono ancora riuscito. Sono sempre stato un musicista da band, non mi è mai piaciuto usare lo strumento per mettermi in mostra con virtuosismi, preferisco valutare il progetto all’interno (ampio) dei generi che più conosco. Mi sono imbattuto in un annuncio per la ricerca di un bassista, ho sentito i pezzi e il progetto mi è subito piaciuto. Ho scelto il progetto prima ancora di conoscere Umberto e, fortunatamente, ho trovato una persona con cui lavorare è veramente semplice, piacevole e le soddisfazioni che arrivano ci stanno dando ulteriore energia per proseguire il nostro percorso.

9)Quanto il genere pop/rock valorizza il vostro talento musicale?

(Entrambi) non riusciamo a rispondere a questa domanda; sappiamo solo che in questa forma ci troviamo molto bene. Siamo soddisfatti dei risultati, con la consapevolezza che possiamo ancora migliorare. Probabilmente siamo riusciti a trovare la giusta alchimia.

10)Parlando ancora di talento. Conta di più il talento o lo studio? Come si intrecciano in un artista?

(Umberto) decisamente contano entrambe! Lo studio aiuta a rinforzare e affinare ancora di più il talento.

(Stefano) certamente il solo studio non consente di trovare idee o di avere qualcosa da raccontare; questo differenzia notevolmente una canzone fine a se stessa, rispetto ad una canzone che può emozionare.

11)Voi due siete due personalità artistiche abbastanza differenti. Come avere trovato il trait d’union?

(Umberto) Proprio le nostre diversità hanno permesso di raggiungere questo equilibrio artistico, perché uno arricchisce l’altro e viceversa in base alle proprie peculiarità formando un team affiatato e coeso, senza molti contrasti.

12)Abbiamo recensito il vostro “Il mondo dentro”. Di cosa parlano i testi?

(Entrambi) Le nostre canzoni parlano delle varie situazioni a cui le persone possono andare incontro nel corso della propria vita; le infinite reazioni che ci può suscitare una nuova esperienza, i sentimenti, i timori, i sogni e le speranze che ciascuno di noi racchiude dentro di sé e che fanno parte di un quadro generale che sensibilizza a riflettere su quanto sia importante il nostro lato umano e su quanto certi pensieri che celiamo nel profondo accomunino tutti noi.

13)Dove è stato registrato “Il mondo dentro”. Che tecnica di registrazione è stata usata?

(Stefano) L’album, per la quasi totalità, è stato preparato nel mio appartamento, con qualche lamentela dei vicini. Abbiamo definito le strutture, gli arrangiamenti e portato le canzoni in una versione avanzata ma ancora grezza; abbiamo poi esportato tutte le tracce di ogni canzone e le abbiamo inviate ad un nostro amico chitarrista e producer, Axel Bezzi, che ha provveduto a registrare le tracce di chitarra e curare anche il mix finale dell’intero album. Ci siamo trovati anche a lavorare in parallelo in due diversi appartamenti, da me per registrare basso e voci, e nell’altro per registrare chitarre e procedere al mixaggio. Il risultato è stato più che soddisfacente, considerando che l’album è stato interamente prodotto al di fuori dei classici studi di registrazione. L’home recording permette di ottenere buoni risultati, a fronte certamente di un impegno economico e anche di tempo.

14)Cosa rappresenta la cover del vostro album(in figura in cima)?

(Umberto) La figura rappresenta appunto la complessità del lato umano; i sentimenti, i desideri, le invenzioni, le passioni delineano il mondo interno che esiste in ognuno di noi e tutto ciò che poi viene riportato all’esterno è il riflesso del nostro io interiore.

15)I vostri video sono molto curati. Con essi intendete trasmettere la vostra arte tramite parole, suoni ed immagini in movimento. Come nasce un vostro video? Parlate del processo creativo alla base…

(Stefano) Nasce tutto quando comincio a stressare Umberto, dicendogli che dobbiamo girare un video; partiamo con un brain-storming che ci porta da un’idea iniziale – passando per mille versioni – fino a quella definitiva, che di solito modifichiamo ancora nei giorni successivi. Realizziamo poi uno story-board, costituito da una descrizione della storia in associazione alle locations ed al minutaggio della canzone. Questo ci permette di avere un’idea della gestione del tempo e delle riprese necessarie per il montaggio. Terminata la fase preliminare, inizia la parte complicata: trovare le locations, i personaggi, gli abiti e, non ultimo, riuscire a girare un videoclip che ci soddisfi. Infine, il montaggio, altra fase critica, o meglio, dove i nodi vengono al pettine; si prega di avere tutte le parti necessarie, anche se durante le riprese si ha coscienza del girato e, come ultimo step, si sceglie la color, titoli e stile di questi.

16)Progetti futuri?

(Entrambi) Stiamo lavorando a nuovi brani e speriamo a breve di partire anche con le riprese di un nuovo video.

17)Per finire salutate i nostri lettori ed invogliateli ad ascoltare la vostra musica….

(Umberto) Se desiderate ascoltare qualcosa che viene fatto prima di tutto con gusto e passione, ascoltateci e immergetevi nel nostro sound! Non ne rimarrete delusi. Grazie per la vostra attenzione amici di system failure.

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