Intervista a Andrea Torello

1)Benvenuto su System failure. Ci parli del tuo percorso artistico fino a qui?

Intanto vi ringrazio per avermi ospitato nei vostri spazi, è sempre un piacere far conoscere la propria musica, specie per un “neofita” del mondo discografico come me. Fino ad oggi infatti, oltre che suonare con diverse cover/tribute band, ho pubblicato solo quattro album, due con la progressive band dei Qirsh (Lizard Records), e due con l’hard rock band dei NightCloud (Steelheart Records). In queste situazioni però ho sempre preferito lasciare la scrittura dei brani agli altri componenti del gruppo, focalizzandomi solo sul mio strumento principale, ovvero il basso elettrico. Quindi “Appunti di viaggio” è per me un’opera prima, in tutti i sensi.

2)Come è nata in te la passione per la musica?

La passione per la musica non è nata in un momento ben definito, per me c’è sempre stata, in quanto tutti i miei ricordi, anche quelli di bambino, sono legati ad un momento musicale, ad una canzone, ad una colonna sonora ben definita.

3)Ci parli del tuo background musicale?

Fin da bambino ho sempre sentito di tutto, dalla musica classica di mio papà a tutto quello che veniva passato per radio o per televisione. Crescendo in me la passione e la consapevolezza della musica, ho cercato poi di scoprire quanto più possibile, comprando centinaia di cassette, cd, qualche vinile, ed ascoltando davvero quanto più possibile, specie i grandi classici di ogni generazione: Elvis Presley, Beatles, Yes, Genesis, Pink Floyd, Deep Purple. Ma è la musica degli anni ’80 quella a cui mi sento più vicino, anche anagraficamente parlando, e che senz’altro mi ha influenzato di più. Parlo quindi di Queen, Bon Jovi, Europe, Duran Duran, Spandau Ballet, Tears for Fears, David Bowie. Senza ovviamente tralasciare la grande musica italiana: Battiato, Vasco Rossi, Elio e le Storie Tese. La vera svolta però, il classico “colpo di fulmine”, arriva ascoltando David Sylvian e Ryuichi Sakamoto …. e qui mi si apre un mondo parallelo, un mondo fatto di musica, ma anche di qualcosa che va oltre le singole note, e che ho capito essere più affine al mio “io” più profondo. Senza distinzione di lingua, di anno di produzione, di macrogenere di appartenenza. Oltre i due “mostri sacri citati prima”, vera fonte d’ispirazione, non posso non citare Sigur Ros, M83, Vangelis, Talk Talk, The Blue Nile, God is an Astronaut. Ancora adesso sono alla ricerca di musica che possa emozionarmi …. e devo dire che su questo aspetto rimango sempre ancora piacevolmente sorpreso, nonostante sempre più spesso siamo bombardati da qualcosa che, in effetti, non si può propriamente definire musica.

4)Abbiamo recensito il tuo album “Appunti di viaggio”. Dove è stato registrato? Difficoltà nel processo di registrazione? Aneddoti a riguardo? Che tecnica di registrazione hai usato?

“Appunti di viaggio” è stato suonato, registrato, mixato e post-prodotto interamente dal sottoscritto nel mio piccolo studio di registrazione. Cosa che è stata contemporaneamente un bene e un male. Un bene perchè il fatto di lavorare da solo mi ha permesso di non darmi tempistiche troppo stringenti e pressanti. Un male perchè lavorare totalmente in solitudine è stato faticosissimo. A livello di registrazione non ho fatto altro che suonare tutti gli strumenti di base, quindi basso, batteria, tastiere e chitarre. Poi ho post-prodotto il tutto con plug-in professionali, in modo che tutti gli strumenti potessero creare le atmosfere ricercate. Per concludere ho chiamato alcuni fidati amici musicisti, che hanno abbellito il tutto con la loro bravura e professionalità.

5)Su quale traccia di “Appunti di viaggio” mi dovrei soffermare e perché?

Penso che il culmine del disco sia “L’origine del mondo”, brano scritto per la nascita di mia figlia Alice. Da questa canzone è stato tratto anche il primo video a lancio dell’intero album:
https://www.youtube.com/watch?v=5TCijTBXzGg

6)Che strumentazione è stata usata oltre al mellotron per l’elettronica?

Come detto prima, ho utilizzato strumenti “standard”, i classici che si trovano in ogni band che si rispetti. Forse solo il mellotron si distacca un pò dagli altri, ma in alcune canzoni avevo bisogno di ricreare una sorta di mix fra pad moderni e suoni synth un pò più datati …….. sempre ovviamente non considerando alcuni campioni contenenti il “canto dei delfini e delle balene”, che ho disseminato qua e la in tutto il disco.

7)Ci parli della cover dell’album?

La copertina dell’album è frutto del lavoro di in una web agency di nome Webdada, che stanno curando anche la parte di web marketing. Ho detto loro: ragazzi, sentite il disco e poi avete carta bianca. Fatevi trasportare dalle canzoni e dalle sensazioni che ne derivano. E mi hanno proposto un ventaglio di possibilità, tutte molto belle. La scelta poi non è stata difficilissima.

8)Dal comunicato giunto in redazione ho letto che hai cercato “di non lasciare nulla al caso, di creare un filo rosso che colleghi tutti i brani”. Quale è questo filo rosso?

Il tratto comune che collega tutti i brani sono le sensazioni che mi hanno accompagnato in questi ultimi anni, e che ho cercato di mettere in musica ….. una sorta quindi di taccuino, di libretto degli appunti dove ho potuto mettere ricordi, sensazioni, progetti, idee. Però mi piace pensare che ciascuno possa trovarci la sua storia personale, anzi, il mio scopo è proprio questo, ovvero che ognuno possa creare un proprio microcosmo con le mie canzoni.

9)Con quale artista o band indipendente sogni di collaborare?

A livello puramente musicale non posso non dire David Sylvian, vera fonte d’ispirazione per la musica che faccio. A livello più generale invece mi piacerebbe potermi confrontare con registi cinematografici. Mi piacerebbe infatti che questi potessero trarre ispirazione dai mie brani per i loro film, o solo anche per il girato di alcune scene. Qui, se devo fare un nome, non posso non citare Carlo Verdone, regista che in tutti i suoi film “impegnati” ha disseminato brani d’autore un pò ovunque, David Sylvian su tutti.

10)Come è stato lavorare con Simone Piccolini, Michele Torello e Luciano Giorda?

Facilissimo per fortuna …. Simone Piccolini è un grande amico, nonchè un grandissimo tastierista. Suono con lui in diversi progetti ormai da moltissimi anni, e se devo pensare ad un tastierista che possa esprimere al meglio le mie idee, eccolo: Simone! Michele Torello invece, e lo si può ben capire dal cognome, è mio fratello, e con lui suono nei Qirsh e nella Premonition Band, tribute band ai Creedence Clearwater Revival …… qui gioco in casa insomma …. diciamo che so come suona, quindi so cosa posso chiedergli e cosa ricevere in cambio. Luciano invece è stato una recente scoperta, in quanto ci siamo incrociati una decina d’anni fa in una cover band. Da quel momento in poi in tutte le band in cui suono non possono mancare le sue sei corde. Ad oggi suoniamo insieme in tre progetti: Trailers (tribute band di colonne sonore di film), C’Erokee (tribute band agli Europe), e da poco stiamo mettendo su anche un piccolo tributo a Bon Jovi, ma questo è ancora un “work in progress”.

11)Progetti futuri?

Tralasciando le varie cover/tribute band, e parlando quindi del mio percorso da “solista”, anche se non mi piace chiamarlo in questo modo, sto già scrivendo nuovi brani per un secondo album, in modo che possa avere abbastanza materiale inedito da poter fare qualche live. Sto inoltre pensando ad un nuovo video, magari per spingere ancora un pò di più “Appunti di viaggio”.

12)Dato che la tua musica è molto cinematografica, ti hanno mai chiesto di scrivere una colonna sonora?

Intanto sono contento che si percepisca questa cosa, perchè, come detto prima, il mio intento è proprio quello di poter scrivere colonne sonore per film, fiction, documentari e simili ….. ad oggi proposte serie e concrete non ne ho …. solo il brano “Risveglio” è stato utilizzato come colonna sonora di un piccolo cortometraggio, giusto in fase di realizzazione in questi mesi:
https://www.youtube.com/watch?v=NBeb0kmRaAc

13)Per finire, un saluto ai nostri lettori e un appello per invogliare loro ad ascoltare la tua musica…..

Cosa posso dire …. il disco è rivolto a chi cerca di “staccare un attimo la spina” dalla concretezza del mondo reale, in modo che possa proiettarsi in un mondo fantastico ed immaginifico, perdendosi in ricordi ed emozioni …. alla fine il motivo per cui scrivo musica è per dire che siamo fatti di altro oltre che di materia, ma che spesso la routine quotidiana ce lo fa dimenticare.