Intervista a Alfiero

1)Benvenuto su System failure. Ci parli del tuo percorso artistico fino a qui?

Ciao! Ho appena inciso un album dal titolo “Arancione” dove ci sono 10 tracce che parlano di quello che mi succede attorno. Un paio di anni fa ho fatto uscire un singolo dal titolo “Una domenica all’Ikea”.

2)Ci parli del tuo background musicale? Nomina anche 3 album che hanno segnato la tua vita…

Ascolto molta musica italiana e straniera, dai cantautori del passato a quelli più recenti. Non precludo nessun tipo di musica, mi piace ascoltare tutto ciò che sia originale. Dire i 3 album che mi hanno segnato la vita è molto difficile… posso dire quelli che ho consumato e apprezzato di più! “Black market music” dei Placebo, “Campi di popcorn” di Gianluca Grignani e “Solo un grande sasso” dei Verdena.

3)Come è nata in te la passione per la musica?

È nata da quando mi hanno regalato una chitarra classica all’età di dieci anni. Da li in poi ho iniziato a riempire quaderni di canzoni.

4)Abbiamo recensito il tuo album “Arancione”. Come è nato? Parlaci della sua genesi…

“Arancione” è nato nel corso degli anni, abbiamo selezionato dieci canzoni e abbiamo iniziato a registrare. Sono canzoni autobiografiche, che mi mettono a nudo, ma riescono anche a coprire alcuni periodi bui. Ho avuto la fortuna di incontrare Igino Tucci, Alessandro Annarelli e Elia Scandozza che hanno creduto in quello che facevo e mi hanno aiutato a vestire le canzoni rendendole migliori. Il tutto è stato registrato in un garage, abbiamo seguito il nostro istinto, senza dare conto agli standard che potrebbe imporre un produttore.

5)Su quale canzone di questo album mi dovrei soffermare e perché?

Io mi soffermerei sull’album intero, è come un puzzle di canzoni che alla fine porta ad avere un senso. Non a caso la canzone “Arancione” è posta alla fine del disco, tutte le altre portano a lei.

6)Con quale artista o band indipendente vorresti collaborare?

Mi piacerebbe collaborare con tantissimi artisti, uno che stimo moltissimo è Roberto Vecchioni. Sarebbe un sogno. Poi mi piacerebbe scrivere per qualcuno, ho sempre pensato di scrivere qualcosa per Syria.

7)In un mondo dove si ergono nuovi muri e si parla di nuovo di nazionalismo e protezionismo, ebbene in questo mondo quale è il ruolo della musica secondo te?

La musica va oltre ogni cosa, abbatte i muri e unisce le persone. Non vedo e non ascolto musica che possa separare e creare disuguaglianze. Viviamo in un epoca dove c’è un gran bisogno di unità e dove i pregiudizi dovrebbero sparire. La storia insegna che i nazionalismi portano solo brutte cose.

8)Per te conta di più lo studio o il talento?

Credo che siano due cose abbastanza proporzionali, lo studio aiuta a far crescere il talento. Se già c’è del talento lo studio lo aiuta a farlo crescere.

9)Come nasce una tua canzone? Parla del processo creativo alla base…

Non c’è un modo preciso, può nascere tutto da una frase pensata sotto la doccia, oppure da pensieri che mi girano in testa. Poi ho bisogno dei miei spazi per poter sviluppare il tutto. A volte è nata da un giro di accordi o da una melodia. Insomma non c’è una formula magica o un modo ben preciso.

10)Su quale palco sogni di suonare?

Su quelli che ancora non ho suonato.

11)Cosa ispira principalmente la tua musica? La puoi pure definire con un motto?

La mia musica viene ispirata da quello che mi gira intorno, dalle storie che sento e da quello che vivo. La considero come una terapia personale, scrivere mi aiuta a stare meglio.

12)Che messaggio vuoi lanciare con la tua musica?

Dicono che le mie canzoni trasmettono semplicità, allora voglio lanciare un messaggio di semplicità e genuinità.

13)Un consiglio alle band che muovono i loro primi passi….

Il consiglio è quello di crederci sempre, senza puntare troppo in alto. Sarà la costanza a portarti avanti.

14)Per finire, saluta i lettori di System failure….

Un saluto ai lettori di System failure da Alfiero! A presto!