Il Silenzio Delle Vergini – Fiori Recisi
Qui parliamo di “Fiori Recisi” della band bergamasca Il Silenzio Delle Vergini. In questo album la band utilizza un sound psichedelico con un groove molto potente: le nove canzoni che lo compongono sono intense e musicalmente raffinate e gli inserti vocali utilizzati, insieme alla voce di Cristina Tirella, danno un’atmosfera molto intima. ““Fiori recisi”, perché questo titolo? Perché siamo tutti dei piccoli fiori che nella vita abbiamo passato momenti che ci hanno recisi, metafora e filo conduttore del nuovo lavoro”, secondo le parole della band. Quelle che seguono sono le nostre considerazioni su questo disco.
La prima cosa che salta agli occhi di questo album è la potenza sonora ottenuta spesso grazie all’apporto dell’elettronica. La seconda è il mix sorprendente tra sonorità ambient, noise, industrial, post rock ed indietronica. Ascoltando Il Silenzio Delle Vergini pensiamo a band come Nine Inch Nails, God is an astronaut, Depeche Mode, Radiohead e Sigur Ros.
Già con l’opener “Non ho più paura” possiamo saggiare atmosfere profonde, raffinatezza sonora ed un gusto accentuato per l’intimità. I refrain sono ammalianti e la ricerca del suono tanto curata. La voce di Cristina Tirella offre un tocco magico alla canzone mentre gli inserti vocali sembrano provenire da un luogo lontano o da un ricordo. Nella successiva “Cuore di farfalla” si passa da un refrain stridente ad un sound ampio e disteso grazie all’ausilio delle tastiere. Indovinati stacchi e variazioni per un tutto tanto luminoso e disteso.
“Mental code” è il colpo allo stomaco violento ed ostile che non ci aspettiamo. Con sonorità tra il noise e l’industrial ci porta nel “sottosopra” di Stranger Things o nella dimensione soprannaturale di Silent Hill. Che sonorità marziali e che pezzo! Il migliore della serie a nostro giudizio, quello dove l’audacia della band esce in pieno, nel suo essere ostile e smagliante.
“Radici di paradiso” è electro dark wave e ci porta alla mente gli anni 80 del secolo scorso ma pure qualcosa di Computer Magic o dei The Cure. La voce di Cristina Tirella qui prende il comando insieme agli inserti electro. “Necessità” ci porta un refrain di synth tanto alla Nine Inch Nails e anche qui appare l’ostilità audace della band che a noi tanto piace: grazie a “Mental code” e “Necessità” il nostro pensiero si contorce, si distorce e veniamo allontanati dalla quotidiana sbornia mediatica per raggiungere stati mentali mai assaporati o lati reconditi del nostro io. “Necessità” e i suoi refrain è superbamente ipnotica e magnetica.
“Cenere” è più cinematografica e la vediamo bene inserita nella colonna sonora di “Blade Runner 2049” o sotto qualche episodio di “Black Mirror”. Qui come altrove tanta potenza sonora e retrogusto sci fi. I muri sonori sono intrepidi! Insomma altra perla del disco dopo “Mental code” e “Necessità”. Parole simili a quelle usate per “Cenere” possono essere usate anche per “Gambino” che sembra una sorta di approfondimento della canzone precedente.
“Fiori recisi”, la title-track, sembra fare il verso a qualcosa di “Pornography” dei The Cure in salsa contemporanea post rock super dark. “Il treno dei desideri” chiude il tutto con le sue illuminazioni sonore alla Sigur Ros. Qui ancora muri sonori che sono come una coltre impenetrabile.
Songwriting, produzione sonora e mixing sono davvero eccellenti in “Fiori recisi”, un piccolo capolavoro che tanto ci ha stupito, un qualcosa di “anomalo” che colpisce cuore e cervello. Un disco per coloro che sono “sazi” della realtà che non riescono proprio a digerire e cercano stimoli, sensazioni ed emozioni altrove, magari in una dimensione lontana dalla nostra, in un universo parallelo dove perdersi e naufragare deliziosamente…Perchè i “fiori recisi” sono dannati per “costituzione”…e non possono che vivere in un universo parallelo…