GUSTAVO: il 24 aprile esce “Dischi volanti per il gran finale”
Il nuovo lavoro verrà presentato il 27 aprile a Fisciano (SA) @ Periferica Konnection, seguiranno le altre date del tour di “Dischi volanti per il gran finale”:
28 aprile – Sofar Sounds
11 maggio Alatri (FR) – Satyricon
12 maggio Roma – Contestaccio
18 maggio Ariano Irpino (AV) – Ex Sanacore
19 maggio Scafati (SA) – Controverso
25 maggio Cava de’ Tirreni (SA) – Dissonanze
26 maggio Pomigliano D’Arco (NA) – First Floor
15 giugno Grottaminarda (AV) – Castello D’Acquino
16 giugno Sapri (SA) – BAM
«Fu un incubo poco comune: c’era molta paura, ma nessuna voglia di andare via da lì. Volevo scappare dall’incubo, ma rimanere nel sogno. Avevo fretta di andare, per tornare al sogno, e paura di svegliarmi, per non tornare alla realtà.» E, ancora, c’è una frase di Luis Buñuel che Gustavo usa ricordare a proposito dei sogni e che chiude in qualche modo il cerchio: «Se qualcuno dovesse dirmi che mi restano vent’anni da vivere e mi chiedesse come vorrei passarli, risponderei: “Datemi due ore di attività al giorno, e passerò le restanti ventidue a far sogni […] ammesso che possa ricordarli”. Amo i sogni, anche quando sono incubi, che è poi quello che succede di solito».
nel 1999 Francesco Tedesco forma i Danamaste, con i quali pubblica 4 Album, il primo autoprodotto, il secondo per CNI Music e gli altri due per I Make Records (etichetta nata nel 2009 da una sua idea, e con la quale produce decine di artisti, con alcuni dei quali suona anche, tra cui Hide Vincent, Giobbe, Lamarck e molti altri).
Nel 2012 decide di pubblicare delle poesie su una pagina Facebook col nome di Gustavo, un personaggio della fantasia, nato nel 1797, intorno a cui ruotano una serie di scritti dal sapore amaro – da qui il nome, che è anche il verbo “gustare” al passato.
Inizialmente non c’è nulla di musicale, nasce tutto unicamente per condividere le poesie che ama scrivere nel tempo libero.
A qualche anno di distanza, per puro caso, prova a musicare uno di quei brevi e “amari” racconti: nasce qualcosa che funziona, sembrano fatti apposta per essere suonati. Chitarra baritona e voce non bastano, chiede ad un suo caro amico musicista (Aldo Canditone, batterista dei Sula Ventrebianco) se vuole provare quelle canzoni. Da lì a pochissimo nasce una band, un duo, suonano un anno intero in studio e poi stop, per 5 lunghi anni.
Nel 2016 Francesco riprende tutto in mano, riascolta tutte le registrazioni fatte, c’è materiale bellissimo e quasi se ne era dimenticato. Può nascere qualcosa di molto buono artisticamente, ma in due si è in pochi. La passione per le colonne sonore spingono a cercare delle sonorità un po’ distanti dal rock in senso classico: i fiati. Un sax e una tromba sono perfetti.
Il disco nasce interamente in studio, con il proverbiale contributo di Aldo Canditone alla batteria, Antonio Di Filippo al sax tenore (Maybe I’m, Locus Amoenus) e di Gennaro Ferraro alla tromba (musicista Rai, jazzista e compositore). Il disco conterrà 11 canzoni, i cui testi saranno scelti tra le poesie pubblicate in quella pagina, senza cambiare una virgola. La musica si “piega” alle parole, le serve come un piatto già pronto, regalandogli più forza. “Dischi volanti per il gran finale” sarà il nome del disco e uscirà per “I Make Records”.